LE NOZZE BARRA-SANTAMARIA A POLICORO (FOTO DAL PROFILO INSTAGRAM DI F. BARRA) |
LA NOTA GIORNALISTA
E SCRITTRICE, NATA A POLICORO, HA RESO NOTO CHE IL TRIBUNALE DI
POTENZA HA CONDANNATO AD UN ANNO E SEI MESI UN FUNZIONARIO DELLA
REGIONE BASILICATA, DOMENICO LECCESE, ACCUSATO DI DIFFAMAZIONE NEI
SUOI CONFRONTI PER ALCUNI POST SU FACEBOOK PUBBLICATI NEL 2017.
«GIUSTIZIA È STATA FATTA!» HA SCRITTO LA GIORNALISTA LEGATISSIMA
AL NOSTRO TERRITORIO TANTO DA SPOSARSI CON L'ATTORE, ANCHE LUI
LUCANO, CLAUDIO SANTAMARIA, PROPRPIO NEL CENTRO JONICO IL 21 LUGLIO
2018 (http://filippomele.blogspot.com/2018/07/cronaca-rosa-il-matrimonio-policoro-tra.html). E DOPO LA CONDANNA DI CHI L'AVEVA DIFFAMATA HA SCRITTO, ANCORA
SULLA SUA PAGINA FACEBOOK: “ANCHE SE UN DIPENDENTE DIFFAMA NON IN
ORARIO DI UFFICIO, DOVREBBE MANTENERE UN COMPORTAMENTO ETICAMENTE
IRREPRENSIBILE. QUANTOMENO NON DIFFAMARE E NON COINVOLGERE UN MINORE.
GIUSTO? CHIEDO ALLA REGIONE BASILICATA UNA RISPOSTA”. SUL NOSTRO
BLOG PROPONIAMO L'ARTICOLO DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO SULLA
VICENDA PIÙ I DUE POST PUBBLICATI DA BARRA DOPO LA DIFFUSIONE DELLA
NOTIZIA DELLA CONDANNA DI LECCESE, L'ULTIMO DI 6 ORE FA.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
LA SENTENZA
POTENZA, GIORNALISTA DIFFAMATA SU FB: FUNZIONARIO REGIONE CONDANNATO A 1 ANNO E 6 MESI
AVREBBE SCRITTO ALCUNI POST, PUBBLICATI NEL 2017, CONTENENTI ESPRESSIONI SULLA VITA PRIVATA DELLA GIORNALISTA
REDAZIONE ONLINE
23 SETTEMBRE 2020
POTENZA - Il Tribunale di Potenza ha condannato a un anno e sei mesi un funzionario della Regione Basilicata, Domenico Leccese, accusato di diffamazione nei confronti della giornalista Francesca Barra, per alcuni post su Facebook pubblicati nel 2017. I post contenevano espressioni sulla vita privata di Barra e sulla paternità del suo ultimo figlio.
Lo ha reso noto la stessa Barra, in un post sul social network: «Giustizia è stata fatta!» ha scritto la giornalista, precisando che Leccese è stato condannato anche al «risarcimento dei danni nei miei confronti, alla rimozione dei post diffamatori» e al risarcimento dei danni nei confronti dell’attore Claudio Santamaria e dell’ex marito della giornalista, Marcello Molfino.
«Greta, Bambini miei - ha aggiunto Barra - la vostra mamma e le persone che vi amano e che credono nella verità, non hanno mollato. Credeteci sempre. Ora non ho molte parole perché piango per la fatica, la fatica, la fatica, la rabbia accumulata. Ma la dignità di questa battaglia, per tutti noi, meritava ogni nostro sforzo. Non mollate! Anche quando vi diranno che non ce la farete, che non raggiungerete i vostri obiettivi. Ho creduto in un mondo più onesto e giusto. Ho creduto in te Beatrice Galati, avvocato e Donna straordinaria. E ho creduto in me, nel mio onore, nella mia famiglia sempre unita, nel valore della libertà. Quando mia figlia crescerà non dovrà più leggere quelle schifezze. O al massimo se ci sarà traccia, saprà che l’ho difesa senza arrendermi».
F. BARRA PRESENTA IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO 2014
DALLA PAGINA FACEBOOK
FRANCESCA BARRA
GIORNALISTA, SCRITTRICE
(RIZZOLI, GARZANTI, MONDADORI), CONDUTTRICE RADIO E TV
FRANCESCA BARRA
21 H ·
Soprattutto dopo la sentenza di oggi, mi chiedo come fece la Regione Basilicata ad archiviare il procedimento disciplinare nei confronti del suo dipendente Leccese che ha diffamato me, la mia famiglia, ma soprattutto una bambina . Forse perché ha preso in considerazione solo una parte del messaggio. Ma com’è stato possibile? Perché non hanno approfondito? Anche perché per anni ci ha perseguitati ancora sui social , anche forse per l’impunità ottenuta in Regione. Ha proseguito attaccando tutti, anche il mio lavoro, la mia dignità. Eppure , anche se un dipendente diffama non in orario di ufficio, dovrebbe mantenere un comportamento eticamente irreprensibile. Quantomeno non diffamare e non coinvolgere un minore. Giusto? Quindi chiedo alla Regione Basilicata una risposta. Grazie
6 H ·
Grazie A Storie Italiane, Eleonora Daniele e tv8- Adriana Volpe e Alessio Viola. A tutti i giornalisti che oggi hanno voluto condividere l’esito della sentenza per aiutare le vittime di diffamazione a denunciare. E grazie a tutta la stampa che se ne occupa da anni. Vorrei ricordare che prima di essere un caso mediatico ho provato a chiedere privatamente la rimozione del post, a inviare una diffida tramite il mio legale. Ma non sono stata ascoltata, la mia richiesta di madre e donna e cittadino è stata mortificata. E non solo. In questi tre anni, complice forse la fiducia nell’impunità, ha continuato a perseguitarmi con post offensivi e lesivi sui social. Ma io ho avuto fiducia nella giustizia e userò la mia storia e la mia visibilità per incoraggiare le persone in difficoltà, altre vittime. Inoltre oggi, come non mai, chiedo come sia possibile che la Regione Basilicata abbia archiviato il procedimento disciplinare nei suoi confronti, prendendo in considerazione solo un post e non l’intera vicenda e i post diffamatori contro me e la mia piccola bimba. I dipendenti di un ente pubblico devono mantenere una condotta irreprensibile anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Chiedo quindi alla Regione una risposta.
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