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giovedì 4 giugno 2015

UN MURO PER FERMARE I CONSUMATORI DI CRACK

ALLARME DROGA. METAPONTINO STUPEFACENTE

CONTROMISURE. IL COMUNE “CEMENTIFICA” GLI INGRESSI AI BAGNI PUBBLICI UTILIZZATI PER FUMARE LA POTENTE DROGA. MA LA LOTTA NON FINISCE QUI

COME I “RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO” A SCANZANO JONICO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 4.6.15

Il wc del crack dopo l'intervento del Comune

Il wc del crack prima dell'intervento del Comune
"Noi ragazzi dello zoo di Scanzano Jonico”. Una frase durissima venuta fuori dopo aver documentato quanto accaduto negli ultimi giorni nel centro del Metapontino. E ricordando il titolo di un libro e di un film, “Christiane F. Noi ragazzi dello zoo di Berlino”, in cui si parlava del mondo dei tossicodipendenti nella città tedesca. Allora, nel 1981, fu un colpo per l’opinione pubblica mondiale. Noi, nel 2015, vorremmo “colpire” quella locale, zonale e regionale. Ma cos’è accaduto a Scanzano Jonico? E’ accaduto che il Comune ha fatto murare gli ingressi ai bagni del chiosco – bar della villa “Riforma fondiaria”, tra il Palazzaccio baronale ed il parco giochi “Città dei ragazzi”, dove alcuni tossicodipendenti del posto si recavano per fumare il crack. Nel degrado più assoluto. La struttura, infatti, è chiusa da mesi per un contenzioso tra il Comune e l'ultimo affittuario. La Gazzetta ha fotografato il sito e pubblicato articoli il 18 maggio scorso. Dopo alcuni giorni l’intervento del municipio. Avevamo accertato che i bagni erano stati trasformati in una fumeria collettiva. In un degrado indicibile. Quando ci recammo nella costruzione per fotografare i postumi di un furto, il “pugno nello stomaco”. Sul retro, la porta di due servizi igienici, con due vasi inutilizzati da tempo, era aperta. Proprio in quei vasi, sporchi, fatiscenti, e negli spazi circostanzi, i segni di dove può arrivare il disprezzo per il proprio corpo. Per terra, centinaia di pezzi di carta stagnola bruciacchiata, immondizia, fogli di giornale, bottiglie di plastica. I due vasi servivano come base per confezionare il crack, cocaina mista a bicarbonato di sodio od ammoniaca fatta riscaldare in un cucchiaio i cui granuli vengono poi “fumati” con un rudimentale narghilè. Dopo il nostro articolo, l’intervento del municipio. Porte di accesso ai bagni murati (Wc femminile) o chiusi con una grata e con fili di ferro. Tutto il contenuto dei “cessi” è stato gettato nell’ambiente circostante. Sui muri, alcuni graffiti: “Più bella cosa non c’è: più bella cosa di te!”, con un cuore stilizzato al fianco; “Più bella cosa non c’è”; “Cannabis”. Una sorta di sfida per se stessi, le istituzioni, la società. Quanti saranno “i ragazzi dello zoo di Scanzano Jonico”? Non si sa. A giudicare dal materiale ritrovato si tratta di decine di giovani. Un esercito per una realtà di neanche 7mila abitanti. I “soldati” non ci metteranno molto a trovare un altro “covo” dove fumare, indisturbati, il famigerato crack.

SCANZANO JONICO. UN LOCALE INUTILIZZATO SOTTO LA PIAZZA ANTISTANTE IL PALAZZACCIO BARONALE

QUANDO LA GAZZETTA ENTRÒ NEL BUNKER DEL CRACK


Il primo settembre scorso la Gazzetta scoprì il primo bunker del crack di Scanzano Jonico. Si trattava di un locale inutilizzato sotto la piazza antistante il Palazzaccio baronale. Furono alcuni residenti nell'area di Piazza Gramsci a segnalare un incessante via vai di numerosi giovani, soprattutto nelle ore notturne, dalla piazza al locale sottostante. Nel sito, in cemento armato, della grandezza di circa 15 mq, si entrava uno per volta da uno spazio ricavato in una porta di cantiere in legno inchiodata alla parete. Una volta entrati lo scenario fu, anche in quel caso, sconvolgente. Per terra migliaia di pezzi di carta stagnola bruciacchiata, rifiuti, bottiglie vuote di birra, barattoli. Alle pareti numerosi graffiti. Alcuni tufi sovrapposti facevano da sedile ma anche da base per confezionare la pericolosissima miscela di cocaina mista ad ammoniaca o bicarbonato di sodio da fumare. Fotografammo un cucchiaio annerito dal fuoco ed una bottiglia di plastica con il tappo ricoperto da stagnola ed un tubicino infilato dentro. Quel bunker, inequivocabilmente, era utilizzato per fumare crack. In gruppo. In modo collettivo. Fu la prima volta che si parlò nel Metapontino della diffusione di questa tossicodipendenza. Il crack, infatti, non è altro che il risultato di un processo di trasformazione veloce e poco costoso. Che può avere, però, effetti devastanti, micidiali, sulla salute. Dopo il nostro articolo il Comune, anche in quella occasione, chiuse, dopo alcuni giorni, l'accesso. Ma chiuso il bunker, ecco il wc del crack, in due bagni del chiosco - bar tra la villa Riforma fondiaria ed il parco giochi “La città dei ragazzi”. Un degrado senza alcun limite.


IL CRACK

UNA MISCELA MICIDIALE PARTENDO DALLA COCAINA

Il crack si ottiene facendo riscaldare in un cucchiaio cocaina mischiata a bicarbonato di sodio o ammoniaca. Quando il composto ottenuto si raffredda si formano dei cristalli. I granuli vengono, allora, posizionati su un pezzo di carta stagnola che fa da tappo ad una bottiglia di plastica, di quelle utilizzate per l’acqua minerale o per le bibite. A questo punto si dà fuoco ai cristalli di coca mista a bicarbonato od ammoniaca. I vapori prodotti vengono inalati tramite un beccuccio infilato al centro della bottiglia. Gli effetti desiderati del crack sono: sensazione di forza ed energia, scioltezza comunicativa, euforia e vivacità. Ma il rovescio della medaglia è pesante: la persona che l'ha inalato può sentirsi depressa e apatica, può sperimentare stati paranoici, nervosismo e irritabilità, insonnia o sonno eccessivo, diminuzione delle sensazioni di piacere e la voglia di rifumare può ripresentarsi fortissima. Un consumo continuato e prolungato può portare all'alienazione dell'individuo con sintomi simili alla schizofrenia o a stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni. La morte può sopraggiungere per overdose, per colpo di calore e arresti respiratori o cardiaci.

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