CONTROMISURE. IL COMUNE “CEMENTIFICA” GLI INGRESSI AI BAGNI PUBBLICI UTILIZZATI PER FUMARE LA POTENTE DROGA. MA LA LOTTA NON FINISCE QUI
COME I “RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO” A SCANZANO JONICO
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 4.6.15
Il wc del crack dopo l'intervento del Comune |
Il wc del crack prima dell'intervento del Comune |
SCANZANO JONICO. UN LOCALE INUTILIZZATO SOTTO LA PIAZZA ANTISTANTE IL PALAZZACCIO BARONALE
QUANDO LA GAZZETTA ENTRÒ NEL BUNKER DEL CRACK
Il primo settembre scorso la Gazzetta scoprì il primo bunker del crack di Scanzano Jonico. Si trattava di un locale inutilizzato sotto la piazza antistante il Palazzaccio baronale. Furono alcuni residenti nell'area di Piazza Gramsci a segnalare un incessante via vai di numerosi giovani, soprattutto nelle ore notturne, dalla piazza al locale sottostante. Nel sito, in cemento armato, della grandezza di circa 15 mq, si entrava uno per volta da uno spazio ricavato in una porta di cantiere in legno inchiodata alla parete. Una volta entrati lo scenario fu, anche in quel caso, sconvolgente. Per terra migliaia di pezzi di carta stagnola bruciacchiata, rifiuti, bottiglie vuote di birra, barattoli. Alle pareti numerosi graffiti. Alcuni tufi sovrapposti facevano da sedile ma anche da base per confezionare la pericolosissima miscela di cocaina mista ad ammoniaca o bicarbonato di sodio da fumare. Fotografammo un cucchiaio annerito dal fuoco ed una bottiglia di plastica con il tappo ricoperto da stagnola ed un tubicino infilato dentro. Quel bunker, inequivocabilmente, era utilizzato per fumare crack. In gruppo. In modo collettivo. Fu la prima volta che si parlò nel Metapontino della diffusione di questa tossicodipendenza. Il crack, infatti, non è altro che il risultato di un processo di trasformazione veloce e poco costoso. Che può avere, però, effetti devastanti, micidiali, sulla salute. Dopo il nostro articolo il Comune, anche in quella occasione, chiuse, dopo alcuni giorni, l'accesso. Ma chiuso il bunker, ecco il wc del crack, in due bagni del chiosco - bar tra la villa Riforma fondiaria ed il parco giochi “La città dei ragazzi”. Un degrado senza alcun limite.
IL CRACK
UNA MISCELA MICIDIALE PARTENDO DALLA COCAINA
Il crack si ottiene facendo riscaldare in un cucchiaio cocaina
mischiata a bicarbonato di sodio o ammoniaca. Quando il composto
ottenuto si raffredda si formano dei cristalli. I granuli vengono,
allora, posizionati su un pezzo di carta stagnola che fa da tappo ad
una bottiglia di plastica, di quelle utilizzate per l’acqua
minerale o per le bibite. A questo punto si dà fuoco ai cristalli di
coca mista a bicarbonato od ammoniaca. I vapori prodotti vengono
inalati tramite un beccuccio infilato al centro della bottiglia. Gli
effetti desiderati del crack sono: sensazione di forza ed energia,
scioltezza comunicativa, euforia e vivacità. Ma il rovescio della
medaglia è pesante: la persona che l'ha inalato può sentirsi
depressa e apatica, può sperimentare stati paranoici, nervosismo e
irritabilità, insonnia o sonno eccessivo, diminuzione delle
sensazioni di piacere e la voglia di rifumare può ripresentarsi
fortissima. Un consumo continuato e prolungato può portare
all'alienazione dell'individuo con sintomi simili alla schizofrenia o
a stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni. La morte
può sopraggiungere per overdose, per colpo di calore e arresti
respiratori o cardiaci.
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