COINVOLTO IL GRUPPO "RUSSO". GLI INDAGATI
SONO 18, 7 SONO STATI ARRESTATI, 11 SONO AI DOMICILIARI. LA DIREZIONE
DISTRETTUALE ANTIMAFIA LI RITIENE RESPONSABILI DI AVER FATTO PARTE, A
VARIO TITOLO, DI UN’ASSOCIAZIONE DEDITA AL TRAFFICO E SPACCIO DI
EROINA, COCAINA E MARIJUANA, CON BASE NELLA CITTA' DI PIERRO MA
OPERANTE SUL LITORALE JONICO-LUCANO
Dalle prime ore di questa mattina i Carabinieri del
R.O.S. e della Compagnia di Policoro hanno eseguito una Ordinanza di
Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Potenza, su
richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia che ha coordinato le
indagini, nei confronti di 18 persone ritenute, a vario titolo,
responsabili di aver fatto parte di una associazione dedita al
traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare
eroina, cocaina e marijuana. Il sodalizio criminale individuato è
operante lungo il litorale jonico-lucano, principalmente nei comuni
di Tursi (Matera) e Policoro (Matera), e si approvvigionava
principalmente attraverso fornitori albanesi, in collegamento con il
proprio paese d’origine, da dove giungeva la droga.
L’operazione,
per la quale sono stati impegnati 100 Carabinieri collaborati da
unità cinofile del Nucleo CC di Tito Scalo (PZ) e con il supporto di
un elicottero del 6° Nucleo CC Elicotteri di Bari, ha interessato le
province di Matera, Potenza, Cosenza, Lecce, Udine, Parma e Trapani.
Di seguito i particolari sull’operazione “Metalba”.
In data odierna, a
conclusione di complesse indagini coordinate dalla Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Potenza, i
Carabinieri del R.O.S. e della Compagnia di Policoro, hanno dato
esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare personale in
carcere ed agli arresti domiciliari, emessa nei confronti di 18
indagati, ritenuti responsabili di aver fatto parte, a vario titolo,
di un’associazione dedita al traffico e spaccio di sostanze
stupefacenti, in particolare eroina, cocaina e marijuana, con base a
Tursi (MT), ma operante anche sul litorale Jonico-lucano.
Il
territorio interessato è quello delle province di Matera, Potenza e
Cosenza ed il periodo temporale investigato parte dalla fine del 2017
fino ad arrivare al mese di dicembre 2019.
Le indagini, delegate
da questo Ufficio ai carabinieri del R.O.S. e della Compagnia di
Policoro, sono state sviluppate – partendo dalle dichiarazioni
raccolte da questa DDA da una collaboratrice di Giustizia di
nazionalità albanese – attraverso riscontri investigativi
complessi quali pedinamenti, intercettazioni, sequestri di sostanza
stupefacente, perquisizioni, ecc — che hanno evidenziato, ancora
una volta, come il materano, e in particolare la sua fascia ionica,
sia il territorio della Basilicata in cui la presenza del crimine
organizzato è più asfissiante.
Tra gli arrestati, 7 sono stati associati a diverse case circondariali e 11 sottoposti agli arresti domiciliari.
I DESTINATARI DEI
PROVVEDIMENTI SONO I SEGUENTI:
IN CARCERE:
RUSSO Rocco, nato a
Tursi (MT), classe 69, ivi residente (promotore in carcere), già
detenuto presso la Casa Circondariale di Tolmezzo (UD);
PELLEGRINO Vanessa, nata a Policoro (MT), classe 96, residente a Tursi;
RUSSO Pietro, nato a
Tursi, classe 79, ivi residente, domiciliato a Parma;
ARGENTINO
Antonio, nato a Marsicovetere (PZ), classe 88, residente a
Tursi;
TOFANO Pia Maddalena, nata a Policoro (MT), classe 93,
residente a Tursi;
DE SALVO Alfonso Luciano, nato a Policoro (MT), classe
94, residente a Tursi, domiciliato in provincia di Trapani;
ALLMUCA
Bledar, nato in Albania, classe 84, residente a Scanzano Jonico (MT),
già detenuto presso la Casa Circondariale di Matera;
AGLI ARRESTI
DOMICILIARI:
FITTIPALDI Donato, nato a Policoro (MT), classe 83,
residente a Tursi (MT);
GALLO Antonio, nato a Stigliano (MT),
classe 93, residente a Tursi (MT);
CALVELLO Angelo Rocco,
nato a Stigliano (MT), classe 84, ivi residente, già detenuto presso
la Casa Circondariale di Lecce;
SCAZZARRIELLO Annamaria, nata a
Stigliano (MT), classe 95, ivi residente, già detenuta agli arresti
domiciliari;
STIGLIANO Cosimo Damiano, nato a Policoro (MT),
classe 90, residente a Nova Siri (MT);
CUOMO Federica, nata a
Lagonegro (PZ), classe 84, residente a Latronico (PZ);
FAZIO
Tommaso, nato a Castrovillari (CS), classe 84, residente ad
Alessandria del Carretto (CS);
RESTAINO VOTTA Massimo, nato a
Polla (SA), classe 79, residente a Marsicovetere (PZ);
TALI Hasan,
nato in Albania, classe 88, domiciliato a Tursi, già detenuto agli
arresti domiciliari;
Allo stato ci sono altri indagati irreperibili.
I reati contestati, sono quelli di associazione
finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e spaccio
(artt. 73 e 74 D.P.R. 309/1990).
Il provvedimento restrittivo è
scaturito da una complessa indagine, in cui risultano indagati, oltre
a quelli sopra indicati, anche ulteriori 17 soggetti per il solo
reato di spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73 D.P.R. 309/1990),
che ha coinvolto il gruppo “RUSSO”, già parzialmente decimato
dall’operazione “RUSCA” conclusa, sempre dagli stessi organi
investigativi coordinati da questa Procura Distrettuale, con gli
arresti del 4 ottobre 201 8, che interessarono anche altri sodalizi
operanti nel metapontino (SCHETTINO e DONADIO).
L’odierna
attività investigativa – che è solo la conclusione di una più
ampia attività d’indagine che nel corso del tempo ha consentito di
effettuare numerosi arresti in flagranza di reato e sequestri di
stupefacente (eroina, cocaina, marijuana ed hashish), solo
apparentemente casuali – ha portato alla luce un solido e diffuso
traffico di sostanze stupefacenti che si era instaurato sull’asse
Albania — Metapontino, per il tramite di soggetti stranieri
“fornitori” (insediatosi nella provincia Matera) in contatto
diretto con la nazione d’origine per l’approvvigionamento della
droga; di seguito lo stupefacente giunto nei nostri territori veniva
capillarmente spacciato anche in concorrenza con alri gruppi
criminali.
In data odierna, a conferma degli elementi già
raccolti durante le indagini, nel corso dell’esecuzione delle
misure cautelari, non solo, presso gli indagati, è stata trovata
sostanza stupefacente, ma pure uno scanner utilizzato per segnalare
la presenza di microspie, a dimostrazione del sofisticato livello
organizzativo del sodalizio che aveva costante necessità di
proteggere le sue attività illecite dalle indagini in corso.
Nessun commento:
Posta un commento