LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1 LUGLIO 2021
IL
MIO ARTICOLO SU LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO. CONFINDUSTRIA,
CONFCOMMERCIO, LEGA COOP, CONFARTIGIANATO, COLDIRETTI, CIA,
CONFARTIGIANATO ED ALTRE ORGANIZZAZIONI IMPRENDITORIALI E
PROFESSIONALI SCENDANO IN CAMPO IN MANIERA CONCRETA CONTRO LE MAFIE.
CONVOCHINO I PROPRI ORGANISMI PER INDICARE AI LORO ASSOCIATI IL
DOVERE DI DENUNCIARE A FORZE DELL'ORDINE E MAGISTRATURA I CLAN SE DA
ESSI TAGLIEGGIATI, MINACCIATI, "PROTETTI", PENA ESPULSIONE,
E DI COSTITUIRSI PARTI CIVILI NEI PROCESSI CONTRO LE COSCHE IN CUI
SONO PARTI LESE. DI SEGUITO L'ARTICOLO SU LA GAZZETTA DI IERI, 1.7.21, E IL
TESTO IN FORMATO WORD
DI FILIPPO MELE
MEDICO E GIORNALISTA
Confindustria, Confcommercio, Lega Coop, Confartigianato, Coltivatori diretti, Confederazione italiana agricoltori, Confartigianato ed altre organizzazioni imprenditoriali e professionali scendano in campo in maniera concreta contro le mafie anche in Basilicata. Non che sinora abbiano fatto poco. Ma è giunto il momento di fare di più e di farlo in maniera concreta. Sì ai protocolli con le istituzioni. Ma sì anche alla convocazione dei propri organismi per indicare ai loro associati il dovere di denunciare a forze dell'ordine e magistratura i clan se da essi taglieggiati, minacciati, "protetti", pena espulsione, e di costituirsi parti civili nei processi contro le cosche in cui sono parti lese. In mancanza dei loro associati si costituiscano le stesse organizzazioni a nome e tutela dei loro iscritti. Già. Oggi, ad esempio, in tribunale, a Potenza, vi sarà la prima udienza davanti al Giudice delle indagini preliminari del processo contro 25 imputati di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alla esecuzione di vari reati. L'area di interesse è il Metapontino. Con loro sono stati anche convocati quanti, in 24, sarebbero state vittime di quei reati. Ebbene, sinora, solo una delle parti lese individuate da forze dell'ordine e magistratura ha annunciato la sua costituzione come parte civile nel processo. Si tratta di chi scrive, giornalista, minacciato di morte, secondo l'accusa, da alcuni esponenti del clan egemone sulla costa jonica lucana, quello denominato "Schettino", e, con lui, anche di Gazzetta del Mezzogiorno e Federazione nazionale della stampa. E gli altri 23 minacciati, vessati, rapinati, picchiati, con le attività economiche incendiate nottetempo per danni di milioni di euro, lo faranno? Vedremo. Alla prima udienza dell'8 aprile scorso, rinviata ad oggi, nessuno ha annunciato la sua costituzione nel processo. Così, mi risulta, negli altri dibattimenti contro le "famiglie" in corso in Basilicata. Così si combatte la mafia? Bene la firma di protocolli in prefettura. Ora, però, servono atti concreti, tangibili: Confindustria, Confcommercio, Lega Coop, Confartigianato, Coltivatori diretti, Confedereazione italiana agricoltori, Confartigianato ed altre organizzazioni imprenditoriali e professionali si costituiscano, insieme ai loro associati individuati come vittime dalla magistratuta inquirente, nei processi in cui sono parti lese. La società civile ed economica della Basilicata scenda in campo per sostenere il lavoro sin qui condotto dalla Direzione distrettuale antimafia contro la criminalità organizzata attivissima in regione. Lo faccia per dare un segnale forte alla vigilia dell'arrivo del "fiume di risorse" garantite anche a noi dal Recovery plan. L'"odore" dei soldi, l'errata lettura delle vicende di cronaca, la sottovalutazione, l'inerzia di forze dell'ordine e magistraura, le connivenze a più livelli, hanno permesso solo nel recente passato alle mafie di radicarsi, ad esempio, nel Metapontino e in particolare a Scanzano Jonico. Facciamo in modo che questo non accada anche in tutta la Basilicata.
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