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lunedì 18 luglio 2022

GOVERNO IN BILICO. MA 1300 SINDACI DI TUTTA ITALIA HANNO FIRMATO PERCHE' DRAGHI RESTI A PALAZZO CHIGI

TRA LORO VI SONO 17 PRIMI CITTADINI DELLA BASILICATA (AGGIORNAMENTO ANSA DELLE ORE 16). E VITO BARDI: UNA BOTTA AL CERCHIO E UNA ALLA BOTTE. DI SEGUITO TUTTI I NOMI DEI SINDACI LUCANI PRO DRAGHI E LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA 

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA, VITO BARDI, IL PRIMO A SX, ED ALTRI PRESIDENTI DI REGIONE CON IL PREMIER MARIO DRAGHI, A PALAZZO CHIGI, L'8 GIUGNO SCORSO

FONTE ANSA.IT

ELENCO DEI SINDACI LUCANI CHE HANNO FIRMATO L'APPELLO PRO DRAGHI ESTRAPOLATO DALLA LISTA DI 1300 PRIMI CITTADINI (AGGIORNAMENTO DELLE ORE 16):

Fernando Scattone, Acerenza.

Gerardo Lucio Petruzzi, Atella.

Antonio Murano, Barile.

Leonardo Sabato, Bella.

Viola Valentina, Chiaromonte.

Ovidio Donnadio, Gallicchio.

Auletta Francesco, Garaguso.

Cervellino Viviana, Genzano di Lucania.

Gianni Pittella, Lauria.

Piero Marrese, Montalbano Jonico.

Vincenzo Zito Montescaglioso.

Giovanni Lettieri, Picerno.

Giuseppe Soranno, Salandra.

Sperduto Donato, San Fele.

Savino Nicola, San Mauro Forte.

Fiore Francesco, San Severino Lucano.

Francesco Micucci, Stigliano.



FONTE AGENZIA AGI

VITO BARDI SU CRISI GOVERNO

Non riesco a comprendere le ragioni che hanno portato un partito di maggioranza ad aprire questa crisi di governo. E credo non lo abbiano capito nemmeno gli italiani, che sono sempre più distanti dalle beghe dei palazzi romani. Noi che siamo sul territorio siamo molto preoccupati e aspettiamo cosa deciderà di fare il Presidente Mattarella e cosa ci dirà il premier Draghi.

Sappiamo bene cosa sta accadendo, in questo momento eccezionale: c’è una crisi mondiale, c’è la guerra in Europa, l’inflazione galoppa, i prezzi aumentano e i più deboli rischiano di subire le conseguenze di queste crisi, dopo due anni di pandemia, che tra l’altro non è ancora finita. Mario Draghi non è il leader di nessun partito e anche i partiti di centrodestra che lo sostengono hanno fatto le proprie battaglie, senza però mai far mancare la “fiducia”.

In un paese democratico, a ogni modo, il ricorso alle elezioni non può mai esser visto come una minaccia, un pericolo o un rischio da evitare a tutti i costi. L’Italia ha bisogno di un Governo stabile.

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