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domenica 5 maggio 2024

DOPO ANNI DI VIOLENZE, MINACCE DI MORTE E PERSECUZIONI DA PARTE DEL SUO EX FIDANZATO SI RECA DAI CARABINIERI E CHIEDE AIUTO. L’UOMO È STATO ARRESTATO

E SONO SCATTATI PER LUI IL DIVIETO DI AVVICINAMENTO ALLA VITTIMA E IL BRACCIALETTO ELETTRONICO. ACCADE IN BASILICATA. DI SEGUITO LA NOTIZIA, CON TUTTI I PARTICOLARI DELL’INTERVENTO DEGLI UOMINI DELL’ARMA 

FOTO DI REPERTORIO

FOTO DI REPERTORIO


TITO (PZ): ANNI DI PERSECUZIONI, VIOLENZE E DENIGRAZIONI PER POI MINACCIARLA DI MORTE. ARRESTATO DAI CARABINIERI

Non è mai troppo tardi per chiedere aiuto ma, a volte, servono anni per trovare il coraggio di farlo e ammettere a se stessa di aver sbagliato, vincere la paura di ritorsioni ancora peggiori e la vergogna per non averlo fatto prima, nella segreta speranza che tutto finisca così come è iniziato.

Ed è con questo coraggio, dopo l’ennesima umiliazione e un’altra esplicita minaccia di morte, che una giovane ragazza della provincia ha varcato la soglia del Comando Provinciale Carabinieri di Potenza per chiedere aiuto.

Subito accolta dai militari della locale Stazione, la ragazza, superato l’iniziale imbarazzo, ha ricostruito, nelle ore successive, gli anni passati con il suo ex fidanzato. Anni di ossessioni, minacce, aggressioni e possesso esclusivo di quella ragazza che da partner si era trasformata in qualcosa di sua proprietà. Anni di vergogna per la povera vittima che nascondeva il suo malessere interiore per pudore. Infine, messaggi di morte e la foto di una pistola mandati tramite whatsapp.

Raccolti tutti gli elementi e i gravissimi indizi a carico del ragazzo, i Carabinieri hanno attivato le procedure d’urgenza previste dal protocollo del Codice Rosso. A casa del giovane, un 20enne dello stesso paese della vittima, i Carabinieri della Stazione e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Potenza hanno trovato una pistola giocattolo. Tratto in arresto per atti persecutori, il giovane è stato dapprima ristretto al carcere di Potenza e, a seguito dell’udienza di convalida da parte del GIP del locale Tribunale, sottoposto al divieto di avvicinamento alla persona offesa con l’apposizione del braccialetto elettronico. Nei suoi confronti, si ricorda, vige la presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva di condanna. 

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