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venerdì 17 maggio 2024

CRONACA GIUDIZIARIA. INCHIESTA ALLATTAMENTO PER APPALTI PILOTATI A MATERA. IL 13 SETTEMBRE L’UDIENZA SULLA RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO PER 46 (TUTTI I NOMI SONO SUL BLOG) DEI 90 INDAGATI TRA FUNZIONARI PUBBLICI DI PROVINCIA E COMUNE, IMPRENDITORI, PROFESSIONISTI, CONSIGLIERI COMUNALI E REGIONALI

TRA LE ACCUSE, A VARIO TITOLO, ANCHE ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, TRUFFA AGGRAVATA, ABUSO D’UFFICIO, CORRUZIONE PER L’ESERCIZIO DELLA FUNZIONE E PER ATTI CONTRARI AI DOVERI D’UFFICIO, CONCUSSIONE. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE 

IL TRIBUNALE DI MATERA

IL MUNICIPIO


FONTE LA GAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT

MATERA. APPALTI PILOTATI AL COMUNE DI MATERA: CHIESTO IL PROCESSO PER 46 INDAGATI

TRA LE OPERE PUBBLICHE MATERANE ATTORNO ALLE QUALI SI SAREBBERO MOSSI GLI INTERESSI DEGLI INDAGATI, LA TANGENZIALE OVEST E LA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA DELLA VISITAZIONE

REDAZIONE BASILICATA

MATERA - Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Matera, Roberto Scillitani, ha fissato il prossimo 13 settembre l’udienza per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio, presentata dal pubblico ministero Maria Christina De Tommasi, per 46 dei 90 indagati tra funzionari pubblici di Provincia e Comune (nessun amministratore in carica), oltre a imprenditori, professionisti consiglieri comunali e regionali, nell’ambito dell’inchiesta denominata «Allattamento» su appalti e lavori pubblici a Matera. Tutti sono accusati a vario titolo di: associazione a delinquere, truffa aggravata, abuso d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite e falso ideologico.

Secondo l’accusa, il perno del presunto giro illecito con associazione a delinquere sarebbe stato l’ex dirigente ai Lavori pubblici del Comune di Matera ed ex amministratore unico dell’Agenzia territoriale per l’edilizia residenziale (Ater), l’architetto Francesco Paolo Gravina, che avrebbe costruito un sistema a cui avrebbero attinto soprattutto imprese e professionisti. Con lui sono sotto accusa: l’ex consigliere comunale Pasquale Lionetti, l’ex direttore dell’Ater Vito Lupo, l’ingegnere Tommaso Di Bari, il dirigente ai Lavori pubblici della Provincia di Matera Domenico Pietrocola, Pierluigi Piselli, il funzionario comunale Giuseppe Francesco Maria Gandi, il dipendente dell’ufficio tecnico comunale Antonio Vammacigno, Bruna Di Cecca, l’ex consigliere comunale Angelo Bianco con l’ex dirigente comunale, poi assessore e consigliere comunale Giovanni Scarola, Maria Edwige Paola De Leo, Teresa Perrone, Mario Brancale, gli imprenditori Antonio Montemurro e Claudio Fernando Nuzzaci, il funzionario comunale Eustacchio Lunalbi, Antonio Mazzeo, Filippo Venditti, Fabrizio Palmiotti, Biagio Ferrara, Gianluca Esposito, Roberto Tommaselli, Vincenzo Dottorini, Giovanni Giorgialongo, Giovanni Porcari, Nicola Calculli, l’ex assessore e consigliere comunale Angelo Montemurro, Giuseppe Enrico Rosario Demetrio, Vito Matteo Barozzi, Angelo Domenichiello, Vincenzo Eustachio Amerigo Colucci, Emanuele Lamacchia Acito, Giuseppe Tristano, l’ex assessore Graziella Corti, il vice comandante della Polizia locale Giacomo Patierno, l’ex consigliere regionale di Fdi Piergiorgio Quarto, Eleonora Curci, Giuseppe Capolupo, l’ex segretario cittadino del Pd Cosimo Muscaridola, Biagio Disisto, Maria Angela Ettorre, Antonio Piro, Giuseppe Gravela, l’ex dirigente della Provincia Ignazio Antonio Oliveri e Francesco Paolo Casamassima.

Diverse le opere pubbliche materane attorno alle quali si sarebbero mossi gli interessi degli indagati, tra cui la tangenziale ovest, la riqualificazione di piazza della Visitazione con annesso parcheggio interrato, la costruzione della nuova scuola «Torraca» e la realizzazione della «Casa e Giardino delle Tecnologie emergenti». E poi ancora la realizzazione del nuovo tratto stradale delle cave; la riqualificazione del teatro «Duni» e la realizzazione di una nuova sala consiliare contigua al Palazzo di città.

I militari della Guardia di finanza hanno ricostruito il funzionamento di un sistema in cui Di Bari avrebbe materialmente redatto i progetti preliminari, poi sottoscritti dai funzionari del Comune. Lo stesso Di Bari, con la complicità di Gravina e Pietrocola, avrebbe pilotato l’affidamento di incarichi collegati agli interventi in questione a studi professionali esterni, da lui stesso individuati, che lo avrebbero ricompensato per l’attività di intermediazione svolta. «Allattamento» è l’espressione utilizzata in un’intercettazione che vedrebbe destinatari una serie di esponenti politici, «al fine di comprare il loro consenso in consiglio comunale e in commissione, affinché fossero approvate le progettualità, mediante l’affidamento o la promessa di incarichi pubblici a soggetti segnalati dai consiglieri stessi».

Poi c’è la posizione dell’ex segretario cittadino del Pd, Cosimo Muscaridola, con l’ex vice segretario regionale del Pd, Vito Lupo, accusati di aver esercitato pressioni politiche per l’assunzione di persone di loro fiducia nell’Ater Matera.

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