LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.5.16.
SCANZANO JONICO – La Corte di appello di Potenza ha confermato i sei anni di carcere comminati dal tribunale di primo grado a Donatello Nuzzo, agricoltore trentaseienne, per l'accusa di tentato omicidio. Il fatto di cronaca di cui l'uomo, difeso dall'avvocato Pietro Damiano Mazzoccoli, è stato ritenuto responsabile, avvenne alle ore 22.30 circa del 24 dicembre 2014, la notte di Natale, in un’area di servizio per rifornimento carburanti sulla complanare Sud della Statale 106. I carabinieri della Compagnia di Policoro dovettero lavorare molto per scoprire che dietro a quello che sembrava un investimento si celava un tentato omicidio. Tutto partì da un intervento del 118 chiamato dopo che un uomo, 40 anni, di Scanzano Jonico, era stato investito. Per le ferite riportate i sanitari del Pronto soccorso dell'ospedale di Policoro gli assegnarono una prognosi di 30 giorni. Del fatto furono avvisate le forze dell'ordine. Furono gli uomini dell'Arma ad intervenire per occuparsi della storia. Già alle 4 della notte di Natale gli investigatori effettuarono i primi rilievi sul luogo dell'investimento ed ascoltarono il quarantenne investito. Importanti per chiarire il “giallo” sarebbero state anche le immagini delle telecamere in dotazione alla stazione di servizio. La svolta il 10 gennaio 2015 con l'arresto di Nuzzo, con precedenti di polizia, avvisato orale di pubblica sicurezza. I militari, al termine della loro inchiesta, riuscirono a ricostruire i fatti. Dopo un litigio per futili motivi, Nuzzo, a bordo di un’auto, investì il suo rivale, anch’egli gravato da precedenti ed avvisato orale di pubblica sicurezza. L’investitore e l'uomo poi rimasto ferito, dopo una discussione in un bar annesso alla stazione di rifornimento di carburanti, si portarono all’esterno dove l’arrestato, alla guida di una Renault Megane, nell’arco di appena 20 secondi, volontariamente e ripetutamente, secondo gli investigatori, investì con brusche manovre la vittima mentre questa era per terra. L'investito ebbe salva la vita solo per la posizione fortuita assunta dal corpo rispetto alla carrozzeria e alle ruote dell’auto investitrice. Ed ora per Nuzzo ecco anche la condanna in appello. Per l'avv. Mazzoccoli, però, il suo assistito avrebbe “agito in stato di necessità per sottrarsi all'aggressione di chi lo minacciava anche con un'arma”. Per questo ha preannunciato ricorso in Cassazione.
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