Don Antonio nella riunione in municipio col Comitato Terzo Cavone |
SCANZANO JONICO - “Di fronte a frequenti episodi incresciosi di contestazione e di intolleranza verificatasi da parte di un gruppo di abitanti di Terzo Cavone contrari all’accoglienza di tre donne e di nove bambini rifugiati non si può rimanere in silenzio. Sosteniamo con forza l'azione di don Antonio Polidoro”. Lo ha scritto in un comunicato stampa il Consiglio pastorale delle due parrocchie del centro del Metapontino, quella del centro, Maria Santissima Annunziata, e quella della frazione di Terzo Cavone, San Giulio. Così, il Consiglio, organo consultivo del parroco per assumere ogni decisione poiché composto dalle rappresentanze di tutti gli organismi attivi nelle due realtà religiose (Caritas, Gruppo famiglia, Gruppo coro, catechisti, Azione cattolica, Donami un sorriso) hanno fatto arrivare la loro vicinanza ed il loro sostegno al loro reverendo. Ed ancora: “Vogliamo soprattutto far sentire la nostra voce in difesa di un progetto diocesano che si basa sulle linee guida diramate da Papa Francesco e sulle fondamenta di una comunità come quella di Scanzano Jonico laboriosa, con valori cristiani ed umani radicati, e che ha alle spalle una bellissima storia di integrazione”. Questa la conclusione del documento diffuso nella giornata di ieri prima che si tenesse l'incontro tra l'amministrazione comunale ed il Comitato di protesta contro l'uso della chiesa di San Giulio per dare ospitalità ai rifugiati: “Ci piace riportare come segno di speranza le parole di una giovane della nostra comunità: nessuno vi vuole togliere la vostra chiesa, nessuno vuole rubare spazi ai vostri nipoti, nessuno vi vuole privare di nulla. Si tratta solo di condividere. Gesù spezzò il pane...”.
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