“LE MULTE
ERANO ANTECEDENTI ALLA NOSTRA ELEZIONE MA AVEVAMO GIA’ DECISO DI PAGARE E
PAGATO. RICORREMO IN APPELLO PER VEDERE SOCCOMBENTE LA CORTE ALLE SPESE DI
GIUDIZIO”
ROBERTO CIFARELLI |
VITO GIUZIO |
FONTE ROBERTO CIFARELLI E VITO GIUZIO
SENTENZA CORTE DEI CONTI, CIFARELLI E GIUZIO: “NOI DOPPIAMENTE VITTIME”. DI SEGUITO LA NOTA INVIATA DAL CONSIGLIERE REGIONALE ROBERTO CIFARELLI (PD) E DALL’EX CONSIGLIERE REGIONALE DEL PD, VITO GIUZIO.
Con
sentenza n.71/2023 del 15 dicembre la Corte dei Conti per la Regione Basilicata
ha condannato in via solidale i sottoscritti al pagamento in favore della
Regione Basilicata della somma di euro 3.104,73 oltre a 518,94 euro per spese
di giudizio.
Ci sentiamo doppiamente vittime di un palese quanto inutile accanimento nei
confronti di chi non aveva alcuna responsabilità rispetto a quanto accaduto ma
aveva già deciso di rimborsare la Regione.
Le contestazioni afferiscono a multe e mancati pagamenti del Gruppo Pd contestati
in un periodo antecedente alla nostra elezione a Consiglieri regionali (2014).
A seguito dei solleciti di pagamento sia da parte del Consiglio regionale che
da parte della stessa Equitalia, i sottoscritti si attivavano, senza esito, per
recuperare le somme contestate dai reali responsabili delle multe e dei mancati
pagamenti. Ad un certo punto il conto corrente del Gruppo PD è stato pignorato
per le corrispondenti somme. Di conseguenza, in totale autonomia, il Consiglio
regionale ha deciso di trattenere le stesse somme dalle quote dovute al Gruppo
per le spese di funzionamento creando un danno allo stesso Gruppo Pd. Di tanto
fu correttamente edotta da noi stessi la Corte dei Conti in sede di rendiconto
delle spese del Gruppo.
A seguito di ciò la Corte dei Conti invitava i sottoscritti a dedurre.
Riconoscendo subito che tali somme andavano recuperate dai Consiglieri del
tempo (dal 2006 al 2013), ci facevamo carico di sottoscrivere con il Consiglio
regionale un accordo attraverso il quale Cifarelli e Giuzio si facevano carico
di rimborsare alla Regione gli oltre 7.000 euro (circa 3.500 euro a testa) con
l’intento di evitare ulteriori spese legali a nostro carico per resistere nel
giudizio cui, inevitabilmente, la Corte dei Conti ci avrebbe chiamato.
Ma, nonostante la nostra decisione di pagare somme per le quali non avevamo
nessuna responsabilità e l’accordo sottoscritto con il Consiglio regionale,
inopinatamente la Corte dei Conti ha ritenuto di chiamarci in giudizio per
condannarci a pagare somme che già avevamo dichiarato di voler pagare e che già
per la parte di Cifarelli erano state pagate e, ad oggi, sono state pagate
anche quelle di Giuzio.
Come si vede la realtà è che siamo vittime due volte: la prima, perché chiamati
a pagare somme per le quali non avevamo alcuna responsabilità; la seconda, perché
i nostri nomi appaiono oggi sulla stampa cartacea e digitale quasi a doverci
vergognare di chissà cosa.
Senza voler scomodare il compianto Erminio Restaino, a suo tempo autore di una
forte offensiva nei confronti della Corte dei Conti di Basilicata, anche noi ci
domandiamo qual è il senso di una istituzione che agisce con superficialità con
l’intento di far sentire la propria esistenza in vita se non ha altro di più
importante e serio di cui occuparsi.
Stiamo valutando ricorso in appello contro la sentenza, non già per farci
rimborsare le somme versate, ma per vedere soccombente la Corte dei Conti di
Basilicata alle spese per un giudizio che non doveva neanche iniziare.
Nessun commento:
Posta un commento