E’ LA N. 45 DEL 14 DICEMBRE SCORSO, “MISURE DIRETTE A GARANTIRE LE PRESTAZIONI SANITARIE DI DIAGNOSI PRE-IMPIANTO (PGT)”. DI COSA SI TRATTA? LA RISPOSTA E’ NELLA SEGUENTE NOSTRA NOTIZIA ESCLUSIVA
RIPRODUZIONE RISERVATA © COPYRIGHT FILIPPO MELE
FRANCESCO FANELLI |
Quando le leggi di Stato e Regioni sono in odor di… mancetta. Già. E’ risaputo che in fase di approvazione di leggi di spesa c’è chi ne approfitta per far passare norme… straordinarie. Così si potrebbe evincere da due delibere, una di Giunta, una di Consiglio, inviateci via Wathsapp da un nostro follower.
Cominciamo dalla seconda. Si tratta della n. 45 del 14 dicembre scorso, “Misure dirette a garantire le prestazioni sanitarie di diagnosi pre-impianto (PGT)”, con cui si stanziano 60mila euro per l’anno 2024 ed altrettanti per il 2025 per l’esecuzione di tali metodiche diagnostiche specialistiche. Sin qui tutto okay. Anzi ci verrebbe da fare un plauso al Consiglio presieduto da Carmine Cicala. Solo che… Solo che tale metodica, utile per diagnosticare potenziali malattie genetiche negli embrioni di coppie a rischio, con relativa spesa a carico della Regione, era stata già prevista in una delibera della Giunta regionale, la n. 202300718 del 7 novembre precedente, “Procreazione medicalmente assistita (PMA) e definizione dei pacchetti ambulatoriali complessi (PAC)”. Tra questi PAC, appunto, la Diagnosi preimpianto (PGT). Tanto che l’assessore Francesco Fanelli, l’8 novembre successivo, comunicò coram populi alla gens lucana: “PMA, Giunta approva documento di governance. Fanelli: importante sostegno alle famiglie nel loro progetto genitoriale”. Ed ancora: “Da oggi anche la Basilicata possiede uno strumento in linea con tutte le altre regioni d’Italia e aggiornato secondo i criteri stabiliti dai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza”. Allegato alla legge vi è anche un corposo documento tecnico-programmatico in cui si stabilisce, tra l’altro, che, nel caso di Diagnosi preimpianto il Centro per la procreazione assistita dell’ospedale San Carlo si sarebbe occupato dei relativi prelievi embrionali mentre gli esami genetici sarebbero stati eseguiti dal Laboratorio di Genetica medica del Madonna delle Grazie di Matera. Allora? Se tutto era stato già deliberato quale bisogno c’era della legge da 120mila euro? Una legge inutile ed incomprensibile. A meno che… A meno che non si vogliano spendere quei soldi per le stesse prestazioni diagnostiche ma effettuate fuori dalla Basilicata. Anche questa ipotesi, però, non regge molto. Trattandosi di esami previsti dai Lea dovrebbero essere a carico del Sistema sanitario nazionale in ogni Regione d’Italia. E se una Regione non ha deliberato in tal senso come ha fatto la Basilicata? E se ad eseguire la PGT fosse un centro specialistico privato convenzionato extraregionale? Solo in questo senso, magari, la Regione o il centro erogante potrebbero chiedere il rimborso della prestazione alla Basilicata. Insomma, si tratta, forse, di una legge-mancetta? Chissà!
Nel caso, invece, di una “dissonanza” Giunta-Consiglio allora auspichiamo che quei soldi vengano spesi per finanziare l’acquisto di attrezzature e servizi da erogare agli assistiti sia del Centro di procreazione del San Carlo sia del Laboratorio di genetica medica del Madonna delle Grazie.
Il buon presidente del Consiglio regionale Cicala ci onorerà mai di un chiarimento – risposta?
Nessun commento:
Posta un commento