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sabato 15 novembre 2025

AFFIDOPOLI LUCANA. LA MAGISTRATURA INDAGA, LA POLITICA SI… ACCAPIGLIA! SCONTRO AL CALOR BIANCO TRA CHIORAZZO E BARDI. ATTACCA IL PRIMO, REPLICA IL SECONDO, CONTRATTACCA IL PRIMO. SARÀ FINITA? TUTTO QUELLO CHE SI SONO DETTI IL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE E IL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA


Duro scontro politico su Affidopoli lucana dopo che la magistratura ha cominciato ad indagare. In particolare, tra ieri ed oggi, sono intervenuto sull’argomento il vicepresidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, ed il presidente Vito Bardi. Qui per completezza dell’informazione e perché ognuno di voi faccia le sue deduzioni in merito vi diamo il primo comunicato di Chiorazzo, la replica di Bardi, la controreplica del primo. Sperando che sia finita.

ANGELO CHIORAZZO (BCC), 14 NOVEMBRE 2025

A𝒄𝒄𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒔𝒖 𝑨𝒇𝒇𝒊𝒅𝒐𝒑𝒐𝒍𝒊 𝑳𝒖𝒄𝒂𝒏𝒂. 𝑵𝒐𝒏 𝒃𝒂𝒔𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒊 𝒇𝒐𝒓𝒎𝒂𝒍𝒊𝒔𝒎𝒊. 𝑳𝒂 𝒑𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒇𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂 𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆

Il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Angelo Chiorazzo, ha presentato una richiesta formale di accesso agli atti per ottenere la relazione del Direttore Generale del Dipartimento Presidenza della Giunta, il dottor Donato Del Corso e tutta la documentazione relativa agli affidamenti finiti nell’inchiesta giornalistica - e ora anche giudiziaria - Affidopoli lucana.

Dopo giorni di silenzi, il Presidente Bardi ha dichiarato che dalle verifiche interne risulterebbe “tutto regolare”. Una rassicurazione che potrebbe avere un senso se non fosse che, il giorno dopo, la Guardia di Finanza è entrata in Regione per acquisire gli atti sugli stessi affidamenti.

Ma non bastano le verifiche formali. Serve trasparenza piena. Serve andare fino in fondo.

Delegare solo ai magistrati il compito di fare chiarezza sarebbe una sconfitta della politica. Perché la giustizia interviene per sanzionare eventuali illeciti.
La politica, invece, ha il dovere di prevenire il malcostume, le connivenze, le scorciatoie, le “relazioni corte”.

La relazione citata da Bardi va resa pubblica. Così come tutti gli atti sugli affidamenti contestati. I lucani hanno il diritto di sapere se si è scavato sul serio o se ci si è limitati a guardare la superficie. Perché parliamo di affidamenti che riguardano Dipartimento Ambiente, Arpab e Acquedotto Lucano, uffici e società che rispondono direttamente alla Regione.

Bardi ama richiamare l’estetica e l’etica pubblica. Ecco, l’etica pubblica non si difende con gli slogan. Si difende con la verità e con la trasparenza.

Chi ha ruoli pubblici deve rendere conto delle proprie scelte, non farsi scudo dei formalismi.
La Basilicata ha bisogno di verità, non di rassicurazioni che durano meno di un giorno.

VITO BARDI, 15 NOVEMBRE 2025

REPLICA A CHIORAZZO SU “AFFIDOPOLI”

 “In merito alle dichiarazioni diffuse dal consigliere regionale Angelo Chiorazzo sul presunto caso “Affidopoli”, ribadisco un principio fondamentale: se il consigliere Chiorazzo è in possesso di elementi concreti riguardanti ipotesi di comportamento illegittimo in vari ambiti, dalla sanità all’ambiente, dalla comunicazione ai servizi, ha il dovere di riferirli alle autorità competenti. La legalità non si persegue attraverso insinuazioni, ma con atti formali e verificabili.
Le risultanze del rapporto che ho personalmente richiesto e ricevuto sugli affidamenti relativi ad alcune iniziative di comunicazione sono già state puntualmente comunicate alla stampa. Esse riguardano esclusivamente il perimetro delle mie responsabilità che continuo a esercitare con rigore e trasparenza.
L’iniziativa che ho assunto sollecita dirigenti e funzionari competenti a verificare nel merito tutti i rilievi emersi dalla recente campagna di stampa e ad adottare, laddove necessario, le decisioni conseguenti. È un atto dovuto, che conferma l’attenzione costante della Regione Basilicata a ogni profilo di correttezza amministrativa.
Dispiace constatare che il consigliere Chiorazzo scelga di cavalcare questa campagna costruendo illazioni e insinuazioni. Esistono leggi, regolamenti e responsabilità precise che garantiscono legalità e trasparenza, indipendentemente dal rumore della polemica politica. Comprendo che ciò possa non soddisfare chi è abituato ad agitarla sempre e a qualunque costo, ma per quanto mi riguarda continuerò a lavorare nel pieno rispetto delle istituzioni e nell’interesse esclusivo dei cittadini lucani”.

ANGELO CHIORAZZO, 15 NOVEMBRE 2025

𝑺𝑬𝑮𝑵𝑨𝑳𝑰 𝑫𝑰 𝑵𝑬𝑹𝑽𝑶𝑺𝑰𝑺𝑴𝑶 𝑷𝑬𝑹 𝑼𝑵𝑨 𝑵𝑶𝑹𝑴𝑨𝑳𝑬 𝑹𝑰𝑪𝑯𝑰𝑬𝑺𝑻𝑨 𝑫𝑰 𝑻𝑹𝑨𝑺𝑷𝑨𝑹𝑬𝑵𝒁𝑨. 𝑩𝑨𝑹𝑫𝑰 𝑹𝑰𝑺𝑷𝑬𝑻𝑻𝑰 𝑰 𝑪𝑶𝑴𝑷𝑰𝑻𝑰 𝑫𝑰 𝑪𝑶𝑵𝑻𝑹𝑶𝑳𝑳𝑶 𝑫𝑬𝑳𝑳𝑬 𝑰𝑺𝑻𝑰𝑻𝑼𝒁𝑰𝑶𝑵𝑰 𝑫𝑬𝑴𝑶𝑪𝑹𝑨𝑻𝑰𝑪𝑯𝑬

Al presidente Bardi - incomprensibilmente - sfugge che il Consiglio Regionale ha compiti di controllo. Nel ribadirgli che non rinuncio ad esercitarli, voglio rassicurarlo sul fatto che appena dovessero emergere elementi di illecito, in questo caso o in altri, che vadano dalla Sanità all'Ambiente o altro ancora, non esiterei - contemporaneamente alla segnalazione agli organi regionali - a formalizzarne la denuncia nelle sedi competenti. Anche se, a quanto emerge dalle notizie di questi giorni, sembra proprio che non ne abbiano bisogno e stiano procedendo autonomamente a fare chiarezza. Ma anche per questo è necessario che siano forniti tutti gli elementi e non solo auspici e rassicurazioni.

La logica paternalistica del “tranquilli ci penso io” nelle Istituzioni Democratiche, è una colpa grave per chi la predica e per chi l’accetta.

Allo stesso modo, ribadisco, la Politica non può fermarsi ad attendere i tempi spesso fisiologicamente non brevi della Giustizia per capire se qualcosa non ha funzionato perché ha la necessità di garantire continuità l’azione e di andare avanti. Per questo il controllo sull’azione della Regione degli enti sottoposti e in generale su tutto ciò che utilizza risorse frutto del lavoro dei cittadini deve essere stringente immediato e puntuale con l'obiettivo di arrivare prima delle pronunce dei tribunali ed esserne autonoma. La richiesta di rendere trasparenti iter e documentazione va proprio in questo senso. Per me che sono sempre stato un garantista e sempre lo sarò, è anche chiaro che ci possono essere azioni e comportamenti che, pur non configurando violazioni penali, siano censurabili per una pubblica amministrazione e vadano corrette.

Se c’è qualcosa di anomalo, è l’insofferenza che si registra intorno a questa iniziativa. A iniziare dalla novità nella procedura di presentazione degli accessi agli atti che, per la prima volta, non ha consentito di protocollare la richiesta a mano, cosa prevista dai regolamenti, imponendo l’invio di una PEC. Uno zelo mai visto e sintomatico.

Il “generale” Bardi deve convincersi che nella funzione di Presidente di questa Regione e’ egualmente a capo di una catena di comando e come tale ne è il responsabile, con l’obbligo di seguirne ed osservarne le regole democratiche a fondamento delle istituzioni Repubblicane, senza tentazioni a delegare o scaricare responsabilità su ufficiali di complemento o (cosa ancor più grave) su qualche sottufficiale.

ANGELO CHIORAZZO

VITO BARDI

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