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mercoledì 21 novembre 2018

METAPONTO. SCROCCAVANO TICKET ED ALTRI BONUS. LA GUARDIA DI FINANZA “PIZZICA” ALTRI 23 FURBETTI DELLA POVERTÀ. COSI', DOPO I 23 DI POLICORO ED I 23 DI MATERA, SIAMO A 69. NUMERO DESTINATO A SALIRE

METAPONTO. LA BRIGATA DELLA GUARDIA DI FINANZA

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 21.11.18

METAPONTOCaccia aperta ai furbetti della povertà. La Guardia di finanza della Brigata della frazione di Bernalda ne ha “pizzicati” altri 23. Così, dopo i 23 di Policoro, il 7 novembre scorso, ed i 23 di Matera, il giorno 12 dello stesso mese, siamo arrivati a 69. Curiosa la circostanza che le “Fiamme gialle” individuino chi specula sulle provvidenze a favore degli indigenti a 23 per volta. Al momento, tuttavia, siamo arrivati alla quota complessiva di 69. Un numero destinato sicuramente a salire in ambito provinciale. Ma andiamo con ordine. Le 23 persone denunciate dai finanzieri di stanza sullo Jonio attestando dati falsi o incompleti sono riuscite ad ottenere indebitamente l’esenzione dai ticket sanitari e prestazioni sociali agevolate. Nel caso, in particolare, si tratta di bonus per gli asili nido e altri servizi per l’infanzia; prestazioni scolastiche come la mensa, il trasporto, i libri di testo, le borse di studio; agevolazioni sulle tasse universitarie; gratuito patrocinio; servizi socio-sanitari domiciliari; contributi per gli affitti; agevolazioni per servizi di pubblica utilità; bonus bebè a partire dal 2015; social card. Così come accaduto a Policoro e Matera i militari, nell’ambito delle attività volte alla tutela della spesa pubblica, hanno effettuato numerosi controlli specifici elaborando le informazioni contenute nelle banche dati in uso alla Guardia di finanza. L’approfondimento di ciascun contesto, calibrato sull’esame del contenuto delle dichiarazioni Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), ha consentito di scoprire i 23 soggetti che hanno richiesto e ottenuto “erogazioni o agevolazioni” attestando stati di indigenza non veritieri omettendo di indicare parte dei redditi conseguiti o del patrimonio familiare. Per i 23 finti poveri, oltre all'ovvia denuncia alla competente autorità giudiziaria per falso o indebita percezione di benefici concessi o erogati dallo Stato o da altri enti pubblici, è scattata anche la segnalazione agli enti erogatori per la revoca del beneficio e il recupero delle somme già percepite illecitamente. 

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