LE PAURE POSSONO DIVENTARE PANICO. COME PROTEGGERSI CON COMPORTAMENTI ADEGUATI, CON PENSIERI CORRETTI ED EMOZIONI FONDATE
Questo breve vademecum è un contributo per riflettere ed orientare al meglio i nostri pensieri, emozioni e comportamenti – individuali e collettivi – di fronte al problema Covid-19. Pochi minuti del vostro tempo per una lettura che ci auguriamo possa esservi utile.
DAVID LAZZARI – Presidente CNOP (CONSIGLIO NAZIONALE ORDINE PSICOLOGI).
LA PAURA È UN’EMOZIONE POTENTE E UTILE. E’ stata selezionata dall’evoluzione della specie umana per permettere di prevenire i pericoli ed è quindi funzionale a evitarli.
La paura funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Così è stato fino a quando gli uomini avevano esperienza diretta dei pericoli e decidevano volontariamente se affrontarli oppure no.
Oggi molti pericoli non dipendono dalle nostre esperienze. Ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e sono ingigantiti dai messaggi che circolano sulla rete. Succede così che la paura diventi eccessiva rispetto ai rischi oggettivi derivanti dalla frequenza dei pericoli. In questi casi la paura si trasforma in panico e finisce per danneggiarci.
Facciamo un esempio: dopo l’11 settembre il panico degli statunitensi per il volo in aereo fu tale che molti decisero di spostarsi in macchina. Nel periodo successivo sulle strade morì il doppio delle persone rispetto a quelle che viaggiavano sugli aerei catturati e abbattuti dai terroristi. Il panico si era tradotto in scelte individuali controproducenti che, aggregate, divennero un danno collettivo.
Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha proprio queste caratteristiche.
A tutt’oggi, i decessi per influenza non da Coronavirus sono molto più frequenti. Di questi però non si ha paura perché ci siamo abituati a tal punto che molti italiani ignorano addirittura i benefici, in chiave preventiva, dei vaccini. Si ripete la differenza tra la paura dei voli in aereo e la scelta volontaria e sotto il nostro controllo di guidare un’automobile.
Per evitare che le paure siano sproporzionate e creino forme di ansia individuale e di panico collettivo proponiamo di condividere un “decalogo antipanico”. Alcune “chiavi di lettura” che possono aiutarci ad evitare due errori possibili: sopravvalutare o sottovalutare (negare) il problema.
DECALOGO ANTI-PANICO
1.
ATTENERSI AI FATTI, CIOÈ AL PERICOLO OGGETTIVO.
Il
Coronavirus è un virus contagioso ma come ha sottolineato una fonte
OMS su 100 persone che si ammalano 80 guariscono spontaneamente, 15
hanno problemi gestibili in ambiente sanitario, solo il 5 hanno
problemi più gravi e tra questi i decessi sono circa la metà ed in
genere in soggetti portatori di altre importanti patologie.
2.
NON CONFONDERE UNA CAUSA UNICA CON UN DANNO COLLATERALE.
Molti
decessi non sono causati solo dall’azione del coronavirus, così
come è successo e succede nelle forme influenzali che registrano
decessi ben più numerosi. Finora i decessi legati al coronavirus
sono stimati nel mondo sono cento volte inferiori a quelli che si
stima causi ogni anno la comune influenza. E tuttavia questo 1% si
aggiunge ed è percepito in modo diverso dai “decessi normali”.
Finora nessuno si preoccupava di una forte variabilità annuale
perché tutti i decessi venivano attribuiti all’influenza
“normale”: nell’ultima stagione influenzale sono scomparsi
34.200 statunitensi e, l’anno prima, 61.099.
3.
SE IL PANICO DIVENTA COLLETTIVO molti individui provano ansia e
desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia, e questo
può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi.
4.
FARSI PRENDERE DAL CONTAGIO COLLETTIVO DEL PANICO ci porta a
ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può
affievolirsi.
5.
PUR DI FARE QUALCOSA, SPESSO SI FINISCE PER FARE DELLE COSE SBAGLIATE
e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma
molto efficaci (cfr. elenco sotto al decalogo).
6.
IN LINEA GENERALE TROPPE EMOZIONI IMPEDISCONO IL RAGIONAMENTO
CORRETTO e frenano la capacità di vedere le cose in una
prospettiva giusta e più ampia, allargando cioè lo spazio-tempo con
cui esaminiamo i fenomeni.
7.
E’ DIFFICILE CONTROBATTERE LE EMOZIONI CON I RAGIONAMENTI, però
è bene cercare di basarsi sui dati oggettivi. La regola fondamentale
è l’equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo.
8.
QUESTA SEMPLICE FIGURA PERMETTE DI VEDERE LA PAURA DEL CORONAVIRUS IN
PROSPETTIVA.
La
figura mostra nella parte superiore i pericoli di cui si ha più
paura di quanta se ne dovrebbe avere. In questi casi l’indignazione
pubblica può suscitare panico e, di conseguenza, ansie
sproporzionate e dannose. Nella parte inferiore, al contrario, ci
sono i pericoli a cui siamo abituati e che non provocano paure.
La
sproporzione tra le aree dei due cerchi mostra quanta differenza c’è
tra paure soggettive e pericoli oggettivi.
(Fonte:
Paolo Legrenzi, A tu per tu con le nostre paure. Convivere con la
vulnerabilità, Il Mulino, 2019).
9. LA
FIGURA MOSTRA IL FENOMENO DELLE PAURE NEL LORO COMPLESSO:
l’indignazione pubblica sui media accentua alcune paure, come
quelle per gli attacchi terroristici e i criminali armati, e induce
a sottovalutare altri pericoli oggettivi a cui siamo abituati. Le
caratteristiche del panico per coronavirus lo avvicinano ai fenomeni
improvvisi e impressionanti che inducono panico perché sollevano
l’indignazione pubblica.
10. SIAMO
PREOCCUPATI DELLA VULNERABILITÀ NOSTRA E DEI NOSTRI CARI E
CERCHIAMO DI RENDERLI INVULNERABILI. Ma la ricerca ossessiva
dell’invulnerabilità è contro-producente perché ci rende
eccessivamente paurosi, incapaci di affrontare il futuro perché
troppo rinchiusi in noi stessi.
L'ISTITUTO
SUPERIORE DI SANITÀ INDICA SEMPLICI AZIONI DI PREVENZIONE
INDIVIDUALE (HTTPS://WWW.EPICENTRO.ISS.IT/CORONAVIRUS/).
Eccole
qui riassunte:
Dopo
i pensieri e le emozioni, i comportamenti
-
Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni
respiratorie acute.
-
Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire
l’infezione.
-
Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per
almeno 20 secondi, fino ai polsi. Se acqua e sapone non sono a
portata di mano, è possibile utilizzare anche un disinfettante per
mani a base di alcol con almeno il 60% di alcol.
-
Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca,
quindi evita di toccarli con le mani non lavate.
-
Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci; usa fazzoletti monouso.
Usa
la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone
malate.
-
Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano
prescritti dal medico.
-
Contatta il numero verde 1500 se sei tornato dalla Cina da meno di 14
giorni e hai febbre o tosse.
- Se
stai male e hai sintomi compatibili con il Coronavirus, contatta
telefonicamente il tuo medico di base o il 118, senza recarti
direttamente in ambulatorio o in Pronto Soccorso (per ridurre
eventuali rischi di contagio a terzi o al personale sanitario).
Rispetta
rigorosamente solo i provvedimenti e indicazioni ufficiali delle
Autorità di Sanità Pubblica: sono una tutela preziosa per te e per
tutti.
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