L'OSPEDALE ANGELINA LODICO DI TINCHI |
"RIAPERTURA DI TINCHI E STIGLIANO? IL PRIMO HA L'HOSPICE E NON POSSONO CONVIVERE MALATI ONCOLOGICI ED INFETTIVI. IL SECONDO HA LAVORI IN CORSO E CI VORREBBERO MESI PER RENDERLO AGIBILE"
La Regione Basilicata si prepara al peggio per l'epidemia da Coronavirus. Tanto che ha predisposto un ospedale ad hoc, quello di Venosa, con 100 posti letto per il ricovero di pazienti affetti da Covid-19 che non presentano ulteriori complicazioni. Una scelta che ha contraddetto le richieste, pressanti, arrivate nei giorni scorsi per la riapertura degli ospedali di Stigliano e di Tinchi. A chiedere a gran voce la “riabilitazione” delle due strutture erano stati i sindaci dell'Ambito Metapontino - Collina materana (Pisticci, Policoro, Montalbano, Nova Siri, Rotondella, Craco, Accettura, Stigliano, Tursi, Colobraro, Aliano, Gorgoglione, San Mauro Forte, Valsinni, Cirigliano) e l'ex primo cittadino di Pisticci, Vito Di Trani. Così, ha risposto in merito l’assessore regionale alla Salute e politiche sociali, Rocco Leone, nel suo videomessaggio pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook: “Sulla scelta di Venosa, c’è da chiarire che occorreva individuare strutture senza altri ammalati, per evitare il rischio contaminazione. In questa logica, quella era la più idonea, tanto che gli ammalati presenti sono già stati tutti trasferiti, in totale sicurezza, in altre sedi. Non era idonea la struttura di Stigliano, dove si trova l’Hospice e dove non possono convivere malati oncologici con pazienti affetti da patologie infettive. Così come non era idonea Tinchi, perché ci sono i lavori in corso e passerebbero mesi prima di rendere agibile la struttura, dotandola anche di impianti per la respirazione artificiale: sarebbe più facile attrezzare un ospedale da campo”. Leone si è poi soffermato sulle sollecitazioni giunte da primi cittadini: “Molti sindaci hanno proposto alcuni ospedali dei loro territori, altri invece hanno contestato le scelte fatte sui loro territori. A tutti loro ricordo che l’ammalato è un individuo a cui vanno garantiti il massimo rispetto, la necessaria competenza e cure adeguate. E, a proposito di rispetto e cure adeguate, occorre sottolineare che la rianimazione non può essere estesa altrove perché in Basilicata abbiamo carenza di anestesisti, nonostante i tanti avvisi emanati dalle aziende sanitarie. Questa figura professionale, indispensabile per il reparto di rianimazione, è merce rara”.
Nessun commento:
Posta un commento