IL PRESIDENTE REGIONALE DELL’ANED: “CONTINUERÒ A NON SOTTOPORMI AI CONTROLLI OSPEDALIERI PER LA VALUTAZIONE DELLA FUNZIONALITÀ DELL’ORGANO TRAPIANTATO E DEL DOSAGGIO DEI FARMACI IMMUNOSOPPRESSORI E ALLA VISITA NEFROLOGICA, GIÀ PROGRAMMATI NELL’OSPEDALE DI MATERA, FINO A QUANDO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, VITO BARDI, NON CONVOCHERA’ UN TAVOLO DI CONFRONTO”. COSÌ, GIOVEDÌ PROSSIMO SIT IN DI PROTESTA DEI PAZIENTI TRAPIANTATI, DIALIZZATI E DEI LORO FAMILIARI A POTENZA, DAVANTI AL PALAZZO DELLA PRESIDENZA DELLA GIUNTA REGIONALE. DI SEGUITO IL COMUNICATO STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE EMODIALIZZATI, DIALISI E TRAPIANTO DI BASILICATA
C O M U N I C A T O S T A M P A ANED
“RIPRENDE LA PROTESTA DEI TRAPIANTATI E DIALIZZATI”
GIOVEDÌ 17 MARZO 2022, A POTENZA, DALLE 10 ALLE 12, DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE.
ANED, con i pazienti trapiantati, dializzati e i loro familiari, organizzerà un SIT-IN di PROTESTA a Potenza, dalle ore 10,00 alle ore 12,00, in Viale Verrastro, davanti al palazzo della presidenza della giunta regionale.
Lo scrivente continuerà a non sottoporsi ai consueti controlli ospedalieri per la valutazione della funzionalità dell’organo trapiantato e del dosaggio dei farmaci immunosoppressori e alla visita nefrologica, già programmati da tempo presso il Centro Regionale Trapianti dell’ospedale di Matera, fino a quando il Presidente Bardi non convocherà un tavolo di confronto.
Per dissentire contro le carenze di organico dovute ad una inadeguata programmazione, a difesa del diritto alle cure e alla sicurezza per tutti, per chiedere chiarezza al governo regionale e a coloro che gestiscono la sanità pubblica lucana sulle soluzioni immediate e di lungo termine.
La gravissima carenza di personale medico e infermieristico nel settore della nefrologia coincide spesso con una espansione della prevalenza della malattia renale cronica, che rappresenta un gravoso impegno dei nefrologi nella prevenzione. Allo stesso tempo la contrazione della nefrologia è difficile da immaginare per le competenze necessarie alla dialisi e al trapianto. Se è impensabile che alcuni centri dialisi vengano gestiti per anni da un solo medico, ancor più è inaccettabile, ingiustificabile e intollerabile che gli stessi centri non abbiamo più specialisti nefrologi. In queste condizioni i dializzati sono in pericolo di vita. E’ quanto sta accadendo in Basilicata!
Il centro dialisi dell’ospedale di Villa d’Agri, a cui è aggregato anche il centro di Muro Lucano, dal 1 marzo scorso non ha in dotazione nessun medico. Nel lagonegrese, nei tre centri di Chiaromonte, Lauria e Maratea sono rimasti complessivamente solo 2 nefrologi. La dialisi di Venosa, attualmente inserita in un unico punto dialitico a Rionero in Vulture, ha in organico 2 medici, di cui uno prossimo alla pensione. L’azienda ospedaliera “San Carlo” ha provveduto ad assumere 1 nefrologo, forse ne arriveranno altri due, la dotazione complessiva è di 7 nefrologi. Nel materano è stato assunto un solo medico destinato alla unità operativa di nefrologia, dialisi e trapianto dell’ospedale “Madonna delle Grazie”: è previsto l’arrivo di altri due medici. La dotazione complessiva attuale è costituita da 7 medici di cui uno in congedo ed un altro prossimo alla pensione.
L’azienda sanitaria di Potenza sottoscrive una convenzione con l’azienda sanitaria di Matera nella quale è stato concordato che i nefrologi di Matera dovranno coprire i turni dialisi dei centri di Villa d’Agri, Muro Lucano, Chiaromonte, Lauria, Maratea e Venosa, quest’ultimo quando sarà riaperto.
Quale panorama attende coloro che giungono all’insufficienza renale e devono entrare in dialisi, gli oltre 400 dializzati lucani, i pazienti trapiantati o in attesa di trapianto?
Quali servizi sanitari e sociali offre loro il sistema perché sia garantita la loro sopravvivenza, la loro futura esistenza sia accettabile e la qualità della vita degna di essere vissuta?
Quali condizioni di sicurezza sono loro garantite?
Quali obbiettivi sono stati raggiunti in Basilicata tra quelli indicati dal Documento di Indirizzo per la Malattia Renale Cronica del 2014, dal Piano Nazionale della Cronicità del 2016 e dal Piano Diagnostica Terapeutico Assistenziale regionale del 2019?
Quali terapie domiciliari (teledialisi, dialisi peritoneale, emodialisi domiciliare) vengono offerte ai pazienti già in dialisi o prossimi alla terapia salvavita?
Quali “reti” sono state realizzate per favorire la presa in carico precoce del paziente nefropatico e per rallentare la progressione delle malattie renali?
Questi ed altri interrogativi abbiamo più volte rivolto al Presidente Bardi e a coloro che amministrano e gestiscono la sanità pubblica lucana. Costoro hanno sempre preferito rivolgere lo sguardo dall’altra parte, nel più completo disinteresse e privi di un progetto e una visione sul futuro della nefrologia, dialisi e trapianto.
Non abbiamo altra scelta che protestare!
Matera, 15/03/2022
Il Segretario Regionale
Donato Andrisani
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