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lunedì 26 settembre 2022

BASILICATA. ELEZIONI POLITICHE 2022. HANNO PERSO TUTTI. A VINCERE E’ STATO SOLO L’ASTENSIONISMO RECORD DI OLTRE IL 41% SENZA CONTARE LE 10.978 SCHEDE NULLE E LE 7.087 BIANCHE. MA QUESTI DATI SONO GIA’ SPARITI DAI COMMENTI DI TUTTI I POLITICI

HA VINTO MA NON STRAVINTO (NONOSTANTE IL BATTAGE SUL GAS GRATIS) IL CENTRODESTRA CON FDI, FI, LEGA, NOI MODERATI. HA VINTO RISPETTO ALLE PREVISIONI PRE-ELEZIONI IL M5S MA HA PERSO TANTISSIMO SUL RISULTATO, 44,36%, DEL 2018. HANNO PERSO, DI BRUTTO, PD E LEGA. HANNO VINTO CALENDA-RENZI (ALLA LORO PRIMA USCITA ELETTORALE) MA NON HANNO ELETTO CHI GLI HA FATTO FARE LO SCATTO IN AVANTI, MARCELLO PITTELLA. CHE HA PERSO ANCHE LUI. E SI SONO SMARRITI TUTTI QUELLI (PARAGONE, DE MAGISTRIS, INGROIA, ED ALTRI VELLEITARI OUTSIDER) CHE NON HANNO RAGGIUNTO IL 3%. DI SEGUITO LA MIA ANALISI DEL VOTO IN BASILICATA 


Hanno perso tutti. Ha vinto l’astensionismo record del 41,23% a fronte (dati Camera Uninominale, fonte Eligendo) dei 262,520 (58,77%) votanti su 446.685 elettori. Senza contare le schede nulle, 10.978, e quelle bianche, 7.087. Ci sono stati, cioè, altri 18.065 lucani che pur recandosi ai seggi hanno espresso tutta la loro sfiducia in questo sistema di partiti onnivori e onnipotenti. TAnto che questi dati, che dovrebbero far riflettere, sono già spariti dai commenti di tutti i vari leader veri o presunti. Già, tutti a giustificare, pontificare, aspettare, analizzare. Ma perché, a mio giudizio, hanno perso tutti?

A cominciare dal centrodestra al potere regionale, con FdI, FI, Lega, Noi moderati, che ha vinto ma non stravinto nonostante il battage pubblicitario sul gas gratis ai lucani. Ma con la percentuale ottenuta alla Camera, plurinominale, 38, 31%, le prossime regionali sono a… rischio. Ed il governatore Vito Bardi ne ha consapevolezza. Tanto da scrivere: “Adesso dobbiamo dare continuità e stabilità all’azione di governo”. Già, troppo turbolenta è la coalizione che lo appoggia. Ora con il grave vulnus della disfatta, quasi, della Lega, divisa in fazioni-correnti come la vecchia DC. E per fortuna che ha tenuto Forza Italia, con la presidente del senato, Elisabetta Casellati, che ha promesso di non lasciare mai più la nostra regione. Sarà così? Franco Cupparo vigila.

Ed ha vinto rispetto alle previsioni pre-campagna elettorale il M5s, con il suo 25%, primo partito in Basilicata, ma ha perso tantissimo rispetto al risultato strabiliante, 44,36%, del 2018. Così, i pentastellati possono godersi il mancato pericolo, con due eletti inimmaginabili alla vigilia, ma sono destinati a marciare sempre da soli collocandosi, volenti e non volenti, all’opposizione. Il Governo, infatti, non fa per chi non ritiene giusto che nelle coalizioni la virtù più decente-indecente è la mediazione sui diversi capitoli dei programmi.

Detto della Lega, eccoci all’altro grande sconfitto, il Pd. Nonostante l’elezione di Enzo Amendola, che ha addolcito la… pillola. Qui parliamo dei Dem di Basilicata, un partito che praticamente non esiste come tale. Gli errori nella formazione delle liste (fuori Marcello Pittella, dentro il giovane segretario Raffaele La Regina poi spazzato via da ritorni “interessati” al suo passato) hanno pesato. E tanto. Metti i Pittella (Gianni e Marcello) nel Pd e vedi come il risultato sarebbe stato diverso. Forse, anche per lo stesso Marcello ex presidente della Regione. Ed ora? La parola d’ordine per i Dem lucani dovrebbe essere rifondazione. Che farà La Regina? Non si sente, purtroppo, bruciato definitivamente? Ed il segretario provinciale di Matera, Claudio Scarnato, cosa farà? Le sconfitte pesano. E si pagano.

E Calenda-Renzi, alla loro prima uscita elettorale, hanno vinto o perso? Hanno vinto qui da noi ma non hanno eletto nessuno. Neanche chi gli fatto fare lo scatto importante verso l’alto, Marcello Pittella. Che ha perso lui stesso fallendo l’elezione e pregiudicandosi, irrimediabilmente, ogni futuro “contatto” con il suo ex partito. Anche se in questa politica del giorno per giorno e dei cambi di casacca ad horas non si può mai dare nulla per scontato.

Ed hanno perso tutti quelli (Gianluigi Paragone, Luigi De Magistris, Antonio Ingroia ed altri velleitari outsider) che non hanno, credo, ben compreso il sistema elettorale. Rimasti sotto al fatidico 3% hanno smarrito tutti i voti a loro affidati.

Tutti perdenti, perciò, nessuno escluso.  

E c’è chi continua a sognare un sistema elettorale che, come in Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna, è fondato su 4-5 grossi partiti con diverse “anime” al loro interno. Qui da noi, invece, soprattutto nel campo, largo o stretto che sia, della sinistra e del centrosinistra, vi sono tanti generali ma pochi ufficiali e sottufficiali e, soprattutto, militari-militanti.

Perciò vince Giorgia Meloni, alla guida di un centrodestra che si coalizza per le elezioni ma che si divide (accadrà anche in questa legislatura?) appena dopo.

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