MARIO MILIONE |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 20.10.18
POLICORO – Il delitto irrisolto e dimenticato. E' quello di Mario Milione, un 37enne del centro jonico trovato senza vita, carbonizzato, in una Lancia Dedra data alle fiamme tra il 15 ed il 19 ottobre del 2004. Forse l'uomo era ancora vivo quando l'auto nel cui bagagliaio era stato nascosto fu data alle fiamme. Una morte violentissima che grida giustizia contro carnefici senza nomi e volti. Invece, solo la famiglia ricorda quest'uomo così orridamente trucidato. E La gazzetta, con i suoi articoli in occasione della ricorrenza della scomparsa. Nella comunità del centro jonico tutto sembra essere stato rimosso. Come a voler dimenticare una pagina nera della propria storia. Ma non siamo tutti componenti di quella società in cui siamo nati e cresciuti ed abbiamo vissuto? Chi vorrà riprendere tra le mani il fascicolo del “cold case Milione”? Chi vorrà far riaprire le indagini, magari con una dichiarazione alle forze dell'ordine od ai magistrati, liberandosi la coscienza da un peso insopportabile? Ed il Comune non potrebbe assumere l'iniziativa di ricordare con un manifesto, una manifestazione, un incontro coi familiari, la ricorrenza per tener viva la memoria, quanto meno, di un uomo così barbaramente ucciso? Come fece, per anni, la civica amministrazione di Potenza in occasione della scomparsa di Elisa Claps. Il “caso Milione” è terribile. L’auto con i resti dell’uomo, marito e padre di due figli allora minori, fu rinvenuta in contrada Pantano, a Ginosa (TA), poco dopo il confine tra Basilicata e Puglia. Un depistaggio. Sul posto intervennero i carabinieri di Castellaneta ed il pm Ida Perrone, della Procura di Taranto. Il prof. Luigi Strada eseguì l’autopsia all’Istituto di medicina legale di Bari e scattò radiografie sulle ossa annerite. L’unico dato certo è che non furono riscontrate lesioni da arma da fuoco. Solo l’analisi del dna confermò che quei resti erano di Milione. Gli inquirenti indagarono sulla via della droga tra Taranto ed il Metapontino. Ma Mario non era mai stato invischiato in storie di spaccio. Ed il padre, Salvatore, dichiarò a più riprese “di avere sospetti su persone come responsabili dell’omicidio. Sono disponibile a fornire il loro nomi alle forze dell’ordine ed ai magistrati”. Ma nessuno, negli anni scorsi, tra inquirenti ed investigatori, ritenne di acquisire la sua testimonianza. E l'assassinio di Mario grida ancora verità giustizia.
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