MINISTRO
SPERANZA, PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA BARDI ED ASSESSORE
LEONE, PER FAVORE, PONETE FINE A QUESTA VERGOGNA INQUALIFICABILE! LA
STORIA CHE RACCONTIAMO RIGUARDA UN RISARCIMENTO DANNI PER UNA EPATITE
C CONTRATTA NEL LONTANISSIMO 1991 CON EMOTRASFUSIONI INFETTE. LA
PERSONA INTERESSATA, CON MORBO DI COOLEY, ALLORA MINORE, E LA MADRE
HANNO DOVUTO AFFRONTARE TUTTI I GRADI DI GIUDIZIO MA DEBBONO
RICORRERE AL TAR PER INTIMARE AL MINISTERO DELLA SALUTE ED ALLA
GESTIONE LIQUIDATORIA DELLA USL 6 DI MATERA, LE CUI RISORSE
FINANZIARIE SONO MESSE A DISPOSIZIONE DALLA REGIONE, A PAGARE. E CIO'
A DISTANZA DI 31 ANNI DA QUANTO SUBITO. UNA COLOSSALE INGIUSTIZIA
Ministro della salute Roberto Speranza, Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi ed assessore regionale alla sanità, Rocco Leone, per favore, pensateci voi a metter fine ad una vergogna inqualificabile! Non è possibile che lo Stato, nelle sue articolazioni, nel caso il Ministero citato, la Regione Basilicata e la Gestione liquidatoria della Usl 6 di Matera, sia, nei confronti dei cittadini, così cattivo pagatore. Quando deve incassare tasse e oneri vari, però, è più celere che mai! Ma andiamo con ordine nel raccontare la storia di una ragazzina, allora minorenne, con Morbo di Cooley o Talassemia maior. Per la sua patologia la bambina si sottoponeva a numerose emotrasfusioni. Fu nel corso di quelle procedure che le fu trasfusa una sacca di sangue infettato col virus dell'epatite C. Un “illecito”, così è stato definito l'accaduto dal giudice, diagnosticato nel lontanissimo 1991. La paziente, cioè, a causa di quella trasfusione, si ammalò di Epatite cronica C. Da qui il ricorso all'autorità giudiziaria della parte offesa e della madre di lei con la richiesta del doveroso risarcimento. Anche se i danni alla salute non potevano più essere recuperati. Si aprì un durissimo contenzioso legale che approdò, il 18 settembre del 2014, davanti al giudice unico del Tribunale di Matera, Giuseppe Disabato, che condannò la Asl territoriale, la Regione Basilicata ed il Ministero della sanità, in solido, a risarcire dei danni subiti la ricorrente per 130mila euro oltre alla rivalutazione ed interessi, al pagamento delle spese di giudizio e generali. Tutto finito dopo 14 anni dal verificarsi del fatto doloso? Macchè! La Regione Basilicata impugnò la sentenza. Seguirono ulteriori 5 anni prima che la Corte di appello di Potenza, il 14 febbraio 2020, pronunciasse la sentenza definitiva firmata dal presidente Rocco Pavese. Sentenza con cui venne confermata quella di primo grado nei riguardi del Ministero della salute e della Gestione liquidatoria della Usl 6 di Matera, che fa capo alla Regione, con il pagamento alla vittima dell'emostrasfuzione infetta di quanto stabilito dal giudice Disabato e, in piu, alla madre di lei, a carico della Gestione liquidatoria, di 25mila euro più interessi legali. Tutto finito? Finalmente dopo 31 anni l'attuale signora, allora minore, potrà vedersi risarcita della “sua” epatite C? E la madre potrà vedersi riconosciuto quanto a lei spettante per i danni subiti nel vedere la figlia ammalarsi gravemente in un luogo e durante procedure che avrebbero dovuto essere garantite al 100%? Macchè! Al Ministero, alla Gestione liquidatoria della ex Usl n. 6 di Matera ed alla Regione, che dovrebbe fornirle le risorse necessarie, fanno, come suol dirsi, orecchie da mercante. Da qui una nuova azione legale: procedimento di ottemperanza davanti al Tar di Basilicata. Insomma per pagare Ministero e Gestione liquidatoria dovranno essere “costretti” dal Tribunale amministrativo. Con aggravio di costi legali e, quindi, per la collettività, per enti già soccombenti nelle diverse sentenze sinora elencate e passate in giudicato. Nel contempo, però, il difensore delle due donne ha chiesto alla Regione “se fosse psossibile una definizione della controversia senza attendere l'esito del giudizio di ottemperanza innanzi al Tar”. Anche a questa richiesta, però, sinora, nessuna risposta. Presidente Bardi ed assessore Leone pensateci voi!
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