FRANCO MARTINA, AUTORE DELL'ARTICOLO: “FILIPPO MELE SCRIVE, DESCRIVE, ANALIZZA A COSTO DI ESSERE DESTINATARIO
DI PRESSIONI O INTIMIDAZIONI. MA NON MOLLA RICEVENDO LA SOLIDARIETA’ DELL’ANPI
PROVINCIALE, DI CUI FA PARTE. DIRITTO DI CRONACA E ATTACCAMENTO ALLA LIBERTÀ
DELLA SUA TERRA SONO LA SUA BANDIERA E RAGIONE DI VITA”. DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE
DE ILGIORNALEMIO.IT
FILIPPO MELE |
FONTE ILGIORNALEMIO.IT
SEMPRE IN TRINCEA IL GIORNALISTA PARTIGIANO FILIPPO
FRANCO MARTINA – 27 MAGGIO 2022
E’ in pensione ma non si volta dall’altra parte quando c’è qualcosa che non va o attenta alle ”libertà” di chiunque, nella comunità scanzanese e del Metapontino in generale, ed è oggetto di azioni intimidatorie. E così Filippo Mele scrive, descrive, analizza perchè gli è naturale farlo, a costo di essere destinatario egli stesso di pressioni o intimidazioni, come già gli è accaduto in passato, tanto da sentire il dovere di costituirsi parte civile in un procedimento contro una organizzazione malavitosa. Impegnarsi e con coerenza ha un prezzo, dopo aver raccontato sulle sue pagine social cosa sta accadendo in zona. I toni allarmistici, le preoccupazioni dopo gli attentati incendiari in danno di stabilimenti balneari, depositi ortofrutticoli ci sono, gli inquirenti serrano le fila, e questo non è gradito da alcuni. Situazione che Filippo Mele, da quanto riportato nella lettera inviata al Prefetto di Matera (e per conoscenza alle associazioni Libera e Anpi) denuncia, ricevendo la solidarietà del coordinamento dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi) del quale fa parte. Filippo non molla. Diritto di cronaca e attaccamento alla libertà della sua terra sono la sua bandiera e ragione di vita.
LA NOTA DEL COORDINAMENTO ANPI
Al
Prefetto di Matera
e p. c. alla Segreteria Nazionale Anpi
Il
Coordinamento Provinciale Anpi di Matera assume i contenuti dell’allegata nota
inoltrata da Filippo Mele, medico, giornalista e componente del nostro
Coordinamento, gia’ oggetto in passato di più episodi intimidatori,
esprimendogli solidarietà e vicinanza.
Il Coordinamento esprime, inoltre, solidarietà e sostegno alla Magistratura,
alle Forze dell’Ordine e a tutte le Istituzioni, Organizzazioni Professionali,
Associazioni, Imprese e singoli cittadini che si adoperano quotidianamente in
difesa della Costituzione, per affermare la legalità e per garantire sicurezza
al territorio, e resta in attesa di ogni utile azione promossa dalle preposte
Autorità tesa ad accertare i fatti, individuare eventuali responsabilità e perseguirle
in ogni sede in stretta attuazione delle vigenti normative in materia.
Il Coordinamento Provinciale Anpi di Matera
IL PREFETTO DI MATERA, SANTE COPPONI |
Di seguito la lettera di Filippo Mele
AL SIGNOR
PREFETTO
SANTE COPPONI
MATERA
E PC.
LIBERA BASILICATA
ANPI BASILICATA
CHI
INFANGA SCANZANO JONICO
Gentilissimo sig. prefetto Sante Copponi,
le scrivo da ormai “vecchio” cronista di 69 anni, iscritto all’Ordine dei
giornalisti della Basilicata dal lontano 2 novembre del 1985, e che ha lavorato
con molte testate, tra cui La gazzetta del mezzogiorno dal luglio 1998 al 1
aprile 2019, data del mio pensionamento. Ora curo un blog personale,
filippomele.blogspot.com, ed una pagina Facebook, Filippo Mele giornalista.
Nella mia attività per la Gazzetta, e successivamente, mi sono occupato dei più
importanti fatti di cronaca del Metapontino e dintorni. Con soddisfazioni
personali e giornalistiche ma con molti… problemi esistenziali. Ho dovuto
denunciare una persona che mi minacciò di morte, un’altra che aveva pronta la
purga per me e che mi avrebbe fatto licenziare. Sino alla notte del 10 ottobre
2018 quando mi fu recapitata una busta contenente un foglio A 4 bianco, una
penna Bic rossa, e un proiettile di pistola inesploso. Così scrisse nella sua
informativa alla stampa il procuratore Curcio: “La particolare capacità
d’intimidazione del sodalizio e la sua volontà di imporsi sul territorio era
pure dimostrata dalle minacce ad un giornalista del posto, Filippo Mele della
Gazzetta del Mezzogiorno, che si era occupato ed aveva riferito, nel corso
della sua attività professionale, delle infiltrazioni, ma sarebbe meglio dire,
dell’occupazione mafiosa del territorio da parte della medesima
organizzazione”. Per quanto accadutomi sono parte civile nel processo in corso
contro coloro che la magistratura inquirente ha individuato come i responsabili
dell’attacco nei miei confronti nell’ambito dell’inchiesta denominata 101 bis.
In quella inchiesta, gentilissimo sig. prefetto, sono citate 23 parti lese ma
solo una, chi le scrive, si è costituita nel giudizio. Lascio a lei le
considerazioni del caso. Con me, nel processo, sono parti civili anche la
Federazione nazionale della Stampa, l’Assostampa di Basilicata, e la Gazzetta
del mezzogiorno.
Ma perché le ho scritto del mio curriculum?
LA KICCA
Per arrivare ai giorni nostri in cui ho avuto l’onore di intervistare anche lei
proprio qui a Scanzano Jonico dopo l’incendio dei due stabilimenti balneari La
Kicca e Baia delle scimmie. Incendi che proprio lei, nella intervista, ha
attribuito a clan mafiosi. Sono accaduti, inoltre, altri due fatti: la porta
della chiesa sfondata, il 20 maggio scorso, e una aggressione a colpi di
bottiglia di birra sul cranio, con un uomo rimasto a terra per minuti prima
dell’arrivo del 118, nella tarda serata di domenica scorsa. Episodi di cui ho
trattato chiamato nel primo caso dal parroco e nel secondo da persone che erano
sul posto.
Ebbene alcuni miei concittadini proprio in queste ora hanno imbastito una
campagna sui social denigratoria e diffamatoria nei miei confronti. Io
infangherei con i miei articoli il buon nome, la storia, la vita di Scanzano
Jonico.
Le invio, virgolettato, il post in questione pubblicato sul profilo Facebook da
tal…: “A TUTTI I MIEI CONTATTI RESIDENTI IN TUTTA ITALIA. Sono residente (ed
orgoglioso di esserlo!!!!) nel comune di Scanzano jonico della provincia di
Matera.
Splendida cittadina della Basilicata, bagnata dal Mar Jonio, a forte vocazione
turistica ed agricola.
Abitata da gente splendida e laboriosa.
Ma purtroppo infangata, a torto, con l’appellativo di “mafiosa” e “violenta”.
Quando leggete articoli o vedete video che asseriscono tali cose, non credete
ad alcuna sola parola!!!
È tutto frutto di una vera e propria azione denigratoria, di pseudo
giornalismo, da parte di alcuni soggetti che hanno seri disturbi della
personalità (e non solo….!!!!).
Tra l’altro mai stati splendidi esempi vita (chi è del posto, li conosce molto
bene!!!!).
Per cui vi invito a visitare le nostre spiagge meravigliose, i nostri siti archeologici,
a degustare la nostra cucina e tanta, tanta, tanta calorosa accoglienza”. Tale
post è stato condiviso da altre persone ed è stato commentato con numerosi
giudizi di adesione.
A prescindere dal contenuto denigratorio e diffamatorio del post in questione
dal quale si evince chiaramente il suo indirizzo alla mia persona ritengo che
esso rappresenti un ulteriore esempio di quella cultura fiancheggiatrice se non
addirittura omertosa che, nel tentativo di negare anche l’evidenza, cerca di
addebitare ad altri le miserie in cui, purtroppo, un Comune abbandonato a sè
stesso versa ormai da anni.
E tanto non certo per colpa dei cittadini, delle imprese, dei lavoratori, che
con impegno, consapevolezza ed elevate capacità raggiungono l’eccellenza in
molti settori dell’agricoltura, dei servizi e del turismo, ma, purtroppo, per
quel sistema nascosto di violenza, malaffare, e soprusi, che i miei denigratori
cercano di negare.
Proprio per evitare che il fenomeno venga ancora oggi sottovalutato, mi rivolgo
a Lei affinchè possa mettere in atto tutte le iniziative che sono in suo potere
per assicurare che anche a Scanzano Jonico si possa vivere serenamente nel
rispetto della legalità.
FILIPPO MELE
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