QUANDO A DISCRIMINARE E’ UN ENTE PUBBLICO. L’AZIENDA OSPEDALIERA SAN CARLO CONDANNATA IN UNA VERTENZA DI UNA DIPENDENTE. LA CONSIGLIERA REGIONALE DI PARITA’, IVANA PIPPONZI: “RICONOSCIUTI TUTTI I DIRITTI DELLA LAVORATRICE”. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
POTRENZA. OSPEDALE SAN CARLO |
IVANA PIPPONZI (FOTO ORIFILO FACEBOOK) |
FONTE UFFICIO STAMPA REGIONE BASILICATA
PIPPONZI: RICONOSCIUTI I DIRITTI DI UNA LAVORATRICE DISCRIMINATA
AGR - Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Potenza ha riconosciuto i
diritti di una lavoratrice dell’Ospedale San Carlo alla quale non era stato
rinnovato il contratto di lavoro, adducendo l’incompatibilità tra lo stato di
gravidanza e le prestazioni nei reparti Covid.
“Si è dovuti arrivare a chiedere l’intervento del magistrato – ha commentato la
consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi - perché accertasse la condotta
discriminatoria tenuta dall’Azienda ospedaliera nei confronti di una
lavoratrice in maternità. La sentenza appena emessa segna una linea molto
importante sul contrasto alle discriminazioni di genere sul posto di lavoro”.
La Consigliera, che ha seguito e sostenuto fin dal principio il procedimento
della lavoratrice discriminata, ha affidato le ragioni del suo intervento in
giudizio all’avvocato giuslavorista Salvatore Paolo Guarino. Nel giudizio è
stato rilevato che altri lavoratori ai quali era stato prorogato il contratto a
termine per prestare servizio nel reparto Covid erano stati invece assegnati ad
altri reparti nei quali non sussisteva alcuna condizione di rischio, anche per
la lavoratrice che, dunque, “risultava palesemente discriminata rispetto ai
colleghi solo in ragione del suo stato di maternità”.
“Accertata la condotta discriminatoria – ha evidenziato Pipponzi - il Giudice
del Lavoro ha duramente sanzionato l'Ospedale San Carlo, condannandolo al
risarcimento del danno in favore della lavoratrice, alla ricostruzione della
sua posizione lavorativa e alla condanna alle spese di giudizio. Sempre
maggiori sono i casi di lavoratrici discriminate sul posto di lavoro che si
rivolgono al mio Ufficio per chiedere tutele – conclude la Consigliera - segno
tangibile della acquisita consapevolezza di far valere i propri diritti”.
Nessun commento:
Posta un commento