SAN
CHIRICO NUOVO. LA DECISIONE DELLA CORTE DEI CONTI DOPO LE INDAGINI
DEI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI ACERENZA
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 3.1.15
Capita
a chi incappa nei “rigori” della giustizia. Nel caso, di quella
contabile. Due dipendenti del Comune di San Chirico Nuovo, Michele
Maggio, responsabile dell'Ufficio lavori pubblici, e Vito Nicola
Amati, tecnico, sono stati condannati dalla Corte dei conti, Sezione
della Basilicata,
a risarcire il danno prodotto alla Regione di 776 euro ciascuno. Le
spese di giustizia sono quasi simili alla “condanna”: 574,25
euro. Quale il “fatto” al centro del giudizio di responsabilità
aperto dopo una denuncia – querela e le indagini dei carabinieri
della Compagnia di Acerenza? Si tratta di due appalti relativi ai
lavori
per la “Valorizzazione della villa comunale e centro multimediale
per la conoscenza del patrimonio culturale del castello in piazza
Europa”, deliberati il 13 marzo 2006, con riferimento
all’illuminazione scenografica ed alle voci audio – immagine -
video. Lavori progettati da Amati per 132.000 euro e finanziati dalla
Regione nel programma “Ospitalità nei borghi” . Per entrambi gli
appalti, valore complessivo di 55.564,46 euro, Maggio indisse la
trattativa privata e Amati, responsabile del procedimento e
presidente di gara, invitò 5 ditte ma solo una, per ognuno dei due
lavori, rispose offrendo un ribasso dell'1,5%. Lavori eseguiti e
pagati. Ma i carabinieri rilevarono “che le apparecchiature erano
in stato di abbandono e non funzionanti”. Per la Procura contabile
“i due tecnici avevano fatto illegittimo ricorso alla trattativa
privata ed erano responsabili della mancata attivazione degli
impianti e del loro deterioramento” chiedendone la condanna a
pagare alla Regione 55.564,46 euro. Di parere contrario il difensore
Salvatore Paolo Guarino per cui la richiesta della Procura andava
rigettata. Per la Sezione giudicante i due tecnici non sono
responsabili per la mancata attivazione degli impianti, dovuta a
carenza di personale, che è attribuibile agli organi politici
(Giunta comunale) cui compete l'azione di programmazione. Maggio ed
Amati, però, sono corresponsabili della indizione della trattativa
privata indetta su disposizione della stessa Giunta comunale. Da qui,
calcolando il massimo ribasso, 9,45%,
ottenuto
per altri lavori dello stesso progetto, il danno calcolato è stato
pari per entrambe
le forniture a 3.879,98 euro. “Poiché
– si legge nel dispositivo – ai due convenuti va addebitata la
corresponsabilità con la Giunta comunale per non aver esercitato,
con grave colpa, il “dovere di rimostranza” nei confronti della
disposizione palesemente illegittima, ma ne hanno dato esecuzione, il
Collegio reputa di imputare ad essi il 40% del danno complessivo,
pari a 1.551,99 euro. Danno che va diviso in parti uguali tra i due
tecnici che, pertanto, vanno condannati al pagamento di 776 euro
ciascuno”. Maggio e Amati faranno ricorso in appello?

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