SCANZANO
JONICO. LO AFFERMA UNA FONTE ISTITUZIONALE. CONCORDANO, CON RISERVE,
GLI ANTINUCLEARI “STORICI”
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 5.1.15
SCANZANO JONICO – “Scanzano,
già individuato nel 2003 come deposito geologico delle scorie
nucleari d'Italia, è fuori dalla Carta nazionale delle aree
potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il nuovo deposito
ingegneristico”. Lo ha dichiarato alla Gazzetta una fonte
istituzionale che al momento ha voluto mantenere l'anonimato. La
dichiarazione ha fatto seguito a quanto sostenuto dagli
antinuclearisti di ScanZiamo le scorie che, pur non conoscendo il
contenuto della Carta, hanno “drizzato le antenne”. Qui nessuno
ha dimenticato la battaglia, vinta, contro il Governo Berlusconi
“reo” di aver decretato l'ubicazione del deposito, il 13 novembre
2003, nel salgemma di Terzo Cavone. Ma perchè Scanzano sarebbe fuori
dalla Cnapi? “Perchè uno dei criteri di esclusione individuati
dall'Ispra (l'Istituto di protezione e ricerca ambientale, ndr) è
quello della distanza di 5 km dalla linea di costa. E Scanzano è
molto più vicino di 5 km allo Jonio”. Ma ScanZiamo le scorie ha
sollevato i timori di un ritorno al salgemma del Cavone per le scorie
di terza categoria che solo temporaneamente saranno stoccate nel
deposito di superficie. Il direttore del costruendo deposito, Fabio
Chiaravalle, ha asserito che tali rifiuti saranno poi trasferiti in
un sito geologico da realizzare in un Paese europeo. E l'Italia è un
Paese europeo. “Ma – ha obiettato il nostro interlocutore – noi
stiamo lavorando con l'UE per un deposito unico da realizzare fuori
dall'Italia. Certo, il nostro Paese dovrà mettere la sua quota di
oneri ma la scelta di realizzare un sito per un quantitativo di
scorie minimo di quella categoria non è economicamente sostenibile”.
Insomma, anche per il deposito geologico Scanzano sarebbe fuori. Cosa
ne pensano gli antinuclearisti del Metapontino ed il sindaco
Salvatore Iacobellis? Pasquale Stigliano (ScanZiamo le scorie): “Si,
i criteri Ispra tagliano fuori Scanzano. Tutta la Basilicata, però,
sia fuori dalla Cnapi. Le scorie di terza categoria in Europa? Va
bene. Al momento, dunque, noi saremmo fuori salvo incoscienze”.
Felice Santarcangelo (Noscorie Trisaia): “I criteri Ispra escludono
gran parte della regione. Resterebbe solo la dorsale di confine con
la Puglia. Ma il presidente Marcello Pittella dica no a priori. Le
scorie di terza categoria via dall'Italia? Ok. A patto che vadano via
anche le barre di Elk River da Rotondella”. Iacobellis: “Le
dichiarazioni della vostra fonte mi sembrano attendibili. Anche se,
al mondo, tutto è possibile”.
SOGIN: BOCCHE CUCITE
GRANDE RISERVATEZZA SULLA MAPPA
DEI SITI
La
Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare
il deposito delle scorie nucleari d'Italia redatta dalla Sogin (la
spa pubblica incaricata dal Governo di realizzare la struttura) è
top secret. Anche se si attendono “fughe di notizie”. Ci saranno
anche aree della Basilicata? Probabilmente, si. Anzi. Fu la Gazzetta
del mezzogiorno a pubblicare il 24 settembre del 2010 i sei comuni
lucani, Matera, Montescaglioso, e Montalbano Jonico, in provincia di
Matera, più Banzi, Palazzo San Gervasio, e Genzano di Lucania, in
provincia di Potenza, in cui una parte del loro territorio era
ritenuta idonea per la realizzazione del deposito unico delle scorie
nucleari d’Italia. Allora. Sarà cambiato qualcosa, adesso, nella
Cnapi? Non resta che attendere.
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