LA TUTELA DEI
NOSTRI FIGLI DA ORCHI & C.
LE TESTIMONIANZE
DI RESPONSABILI DI STRUTTURE DI ACCOGLIENZA
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 23.7.15
Come
evitare che i giovanissimi possano rimanere vittima di abusi sessuali
o di violenze nei luoghi deputati ad accoglierli, come centri estivi,
colonie, istituti, centri marini? Abbiamo posto la domanda a tre
responsabili di strutture dove i minori vengono accolti. Abbiamo
cominciato con padre Alessandro, direttore da due anni della Comunità
alloggio “Villaggio del fanciullo Sant'Antonio”, dei padri
Rogazionisti, in via Carlo Levi 2, a Matera. La comunità sino a poco
tempo fa ha accolto bambini e bambine, ragazzi e ragazze e
preadolescenti in situazione
di disagio
evolutivo e psicosociale (abbandono, maltrattamenti, abusi, carenze
affettive, trascuratezza, a rischio di devianza e d’ingresso in
circuiti di microcriminalità o nei canali della dipendenza da alcool
e / o stupefacenti ma non ancora compromessi dalle relative
patologie), di età
fra i 13 e i 18 anni,
in numero massimo di 12. Una comunità con 50 anni di vita in cui non
sono mai successi episodi di cronaca. “Perchè – ha spiegato
padre Alessandro – abbiamo sempre lavorato coi ragazzi nella nostra
sede spiegando loro i pericoli cui potevano andare incontro e
rafforzando la loro consapevolezza. Ci mancava, però, il rapporto
con l'esterno quando stavano in famiglia o a scuola. Ovvio che anche
gli operatori avevano avere una formazione specifica in merito”.
Ora, però, il Villaggio del fanciullo è in ristrutturazione e
cambierà tipologia di attività: “Da ottobre diventerà sede del
progetto “Casa famiglia Mamma con bambino (0 - 12 anni)”. Daremo
un servizio che non c'è in Basilicata. I tribunali spesso hanno
allontanato la mamma dal bambino. Ora accade il contrario. Questo
tipo di casa famiglia, però, non può vivere con altre tipologie. Le
mamme che verranno da noi spesso lo faranno in incognito poiché
sottoposte a violenze o minacce. Non si deve sapere dove vivranno”.
Sigismondo Mangialardi è il presidente del Circolo velico lucano di
Policoro, attivo dal 1980: “Contro abusi sessuali e violenze sui
minori occorre prima di tutto la prevenzione. Ci vogliono
professionalità formate a riconoscere se si stanno scatenando
dinamiche di violenza nei confronti di ragazzi. Da noi attualmente ci
sono 250 giovani provenienti da tutta Italia che vivono in un
ambiente che esprime la sua massima intensità sociale ed in cui si
svolgono progetti, stage sportivi. Da noi l'impegno fisico - etico fa
sviluppare la personalità. In qualche caso, come la colonia in corso
dell'Aeronautica militare, i bambini sono seguiti da adulti che li
accompagnano ma spesso da noi, d'estate, tornano, da decenni, ragazzi
che si sono fidelizzati al nostro Circolo. Prevenzione,
professionalità dello staff, formazione. Sono i cardini per
prevenire abusi sessuali sui minori”. Infine, ecco i consigli
forniti da Giuseppe De Ruggieri, presidente provinciale della Uisp
(Unione italiana sport per tutti) di Matera che da 5 anni gestisce un
centro estivo nella città dei Sassi. “Ogni estate – ha spiegato
De Ruggieri – per sette settimane accogliamo, dalle 8 alle 14,
centotrenta bambini tra cui anche diversamente abili, richiedenti
asilo, ospiti in case alloggio. Noi facciamo il campo su giochi di
ruolo. I ragazzi interpretano le parti in collaborazione con chi
gestisce laboratori artistici, di espressione corporea, danza,
musica. Una storia a settimana. Così, cerchiamo di agevolare
intercultura, interscambio ed integrazione. Tra minori e tra questi
ultimi e gli adulti. E' la nostra formula per evitare fatti
spiacevoli. Noi, poi, il nucleo storico di operatori e dirigenti
Uisp, non stiamo dietro le quinte ma gestiamo direttamente le
attività. In genere, ogni due ore, vi sono, insieme ai ragazzi, due
operatori e due assistenti, laureati in scienze motorie o scienze
educative motorie o scienze educative. Ogni gruppo è controllato al
massimo. Siamo noi in scambio continuo coi ragazzi e ci mettiamo in
gioco con loro”.
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