LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 17.1.18
Influenza da record 2017-2018 in Italia ed anche in Basilicata. I dati diffusi da Influnet, la rete di sorveglianza della malattia, relativi alla settimana dal 1 al 7 gennaio scorsi, parlano di una incidenza nazionale del 13 per mille assistiti e di una regionale del 12,63. Ma il sistema sanitario lucano, almeno a sentire i suoi protagonisti, sta reggendo bene l'onda d'urto. Negli ospedali del Materano, ad esempio, ed al San Carlo di Potenza le uniche disposizioni per far fronte all'emergenza sono state quelle relative al differimento dei ricoveri programmati per “liberare” posti letto per i casi acuti da complicanze influenzali. Niente a che vedere con il blocco di interventi chirurgici recentemente disposto a Pordenone o con i sei morti sinora registrati in Puglia. Ovviamente, sotto pressione sono gli ambulatori dei pediatri di libera scelta, nei centri della regione dove esistono, e dei medici di medicina generale oltre che i pronto soccorso dei nosocomi. Ma ecco, nello specifico, i dati nazionali più aggiornati (10 gennaio 2018) diffusi da Influnet, la rete coordinata dall’Istituto Superiore di sanità con il sostegno del Ministero della salute. Rete che si avvale del contributo dei medici e pediatri del territorio e dei referenti di Asl e Regioni. Ebbene, nella prima settimana del 2018 è stato registrato un aumento del numero di casi alimentato dai giovani adulti e dagli anziani. Ma, per gli esperti, non siamo al picco epidemico anche se esso è vicino. Il livello di incidenza, così, è stato di 13,11 casi per mille assistiti. La fascia di età più colpita è stata quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si è osservata un’incidenza del 28,5 e quella tra 5 e 14 anni, 15,1. Ancora in aumento il numero di colpiti tra i giovani adulti in cui l’incidenza è stata pari al 13,4 e negli anziani con 8,1 casi per mille assistiti. Il numero di diagnosi stimate dall'1 al 7 gennaio è stato di 802.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 2.997.000 . Ed in Basilicata come stanno le cose? In regione, l'incidenza nello stesso periodo di riferimento, 1-7 gennaio, è stata del 12,63 per mille. Un dato che in classifica generale è quello della seconda fascia, considerata di “intensità alta”, in cui vi sono anche Campania, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Valle d'Aosta, in diminuzione rispetto a quella “di intensità molto alta”, con una incidenza superiore al 13,5 per mille, della settimana precedente. La fascia di età più colpita è stata quella dei giovani, dai 15 ai 64 anni, con il 16,13 di incidenza, seguita da quella dei bambini, 0-4 anni, 10,3; da quella tra i 5 ed i 14 anni, 9,05; e da quella degli anziani, 65 anni in su, con il 5,77. Forse proprio quest'ultima cifra, quella dei colpiti nella terza età, la popolazione più a rischio ma anche la più vaccinata e quindi la più protetta, spiega il minor “impatto”, almeno al momento, del virus influenzale in Basilicata. Un viatico positivo in attesa del “picco” che verrà.
ROCCO MAGLIETTA |
POTENZA. MAGLIETTA
(DG SAN CARLO): “I RICOVERI AUMENTANO CON LA CARENZA DI POSTI LETTO
MA NON SIAMO IN CRISI”
“L'ospedale San Carlo di
Potenza, sinora, ha retto bene l'urto dell'influenza e delle sue
pericolose complicanze. Sicuramente l'impatto sulla struttura c'è
stato e c'è ancora. I ricoveri aumentano e le patologie associate a
questa malattia virale diventato sempre più importanti e temibili.
Senza dimenticare, poi, che abbiamo una crisi di posti letto. In
generale, però, il nostro nosocomio ha fronteggiato bene l'assalto
del virus”. Lo ha assicurato il direttore generale dell'Azienda
ospedaliera regionale San Carlo, Rocco Maglietta, a commento della
“bufera influenza” abbattutasi sul Belpaese. Qui, pare, non ci
sono state le criticità segnalate in altre realtà italiane con
molti servizi sanitari andati in tilt. Ma ecco ancora il nostro
interlocutore: “Abbiamo dovuto solo predisporre il differimento nel
tempo dei ricoveri programmati, stabiliti a livello di reparto,
magari per accertamenti. E ciò per avere a disposizione più posti
letto per i ricoveri urgenti disposti dal pronto soccorso. La misura
ha funzionato abbastanza bene”. Insomma, i percorsi assistenziali
stabiliti per fronteggiare l'emergenza si sono dimostrati, almeno
sino al momento, efficaci. Come efficace è la profilassi vaccinale.
Contro l'influenza occorre la vaccinazione. Il dg del San Carlo si
vaccina? “Si – è stata la risposta -. Da sempre. Lo può
scrivere”. E cosa pensa delle regioni che vogliono rendere
obbligatoria la vaccinazione per chi esercita le attività sanitarie,
come medici, infermieri, tecnici, operatori socio sanitari, nelle
strutture assistenziali pubbliche? Maglietta: “Non si dovrebbe fare
una legge per imporre cose ovvie. La vaccinazione è stata una delle
più grandi scoperte della sanità”.
PIETRO QUINTO |
AZIENDA SANITARIA DI
MATERA. IL DG QUINTO: “PERCORSI ASSISTENZIALI OSPEDALIERI TUTTO OK.
ED I VACCINI CI HANNO AIUTATO”
“Il nostro sistema
assistenziale ha retto bene l'attacco del virus influenzale. Da noi
non c'è stata, sinora, alcuna criticità. Frutto della bontà dei
nostri percorsi assistenziali ospedalieri e della vaccinazione delle
categorie a rischio che è arrivata oltre il target minimo
consigliato dalla Organizzazione mondiale della sanità”. Lo ha
detto il direttore generale dell'Azienda sanitaria di Matera, Pietro
Quinto, parlando della “bufera influenza” che si è abbattuta
sull'Italia e sulla Basilicata. Milioni i colpiti dal virus e
temibili le sue complicanze tanto che in alcune regioni, e non solo
del Sud, si è dovuti ricorrere al “prestito” di posti letto in
ospedali di regioni confinanti e si sono registrati decessi.
“Situazioni – ha confermato il nostro interlocutore – che nel
Materano non si sono verificate. La nostra organizzazione ha
funzionato. L'unico accorgimento adottato dai direttori sanitari
Domenico Adduci e Gaetano Annese è stato quello del differimento per
un determinato periodo dei ricoveri non urgenti, programmati,
ordinari. E ciò per evitare lo stazionamento dei pazienti sulle
barelle nei pronto soccorso attivi di Policoro e Matera e per
“liberare” posti letto nei reparti a favore dei colpiti
dall'influenza e, soprattutto, dalle sue complicanze. Sottolineo che
gli organici dei medici delle due strutture sono al completo”. Ma
contro questa malattia servono solo l'assistenza e la cura agli
ammalati o serve anche altro? Quinto:” Serve raggiungere il target
minimo, il 75%, di vaccinazione della popolazione a rischio. Nella
realtà della Asm, con gli uffici sanitari ed i medici del territorio
in campo, siamo addirittura oltre la percentuale raccomandata”.
ERASMO BITETTI |
MEDICI DI FAMIGLIA.
BITETTI (FIMMG): “SIAMO SOTTO PRESSIONE. LAVORO TRIPLICATO”
CONTROMISURE.
LA PREVENZIONE STA FUNZIONANDO. CRESCIUTE LE ADESIONI ALLA
VACCINAZIONE. MA RESTA IL “TALLONE DI ACHILLE” DEL PERSONALE
MEDICO E PARAMEDICO... “RESTIO”
Il mondo scientifico
internazionale ha centrato l'attenzione nella lotta contro
l'influenza e complicanze sull'importanza della vaccinazione. Non
solo per gli anziani e per i soggetti con malattie croniche ma anche
per alcune categorie come, ad esempio, i dipendenti dei sistemi
sanitari. Che sembrano “riottosi” a sottoporsi alla profilassi.
Così, alcune regioni, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia, si
apprestano a legiferare sull'obbligatorietà della vaccinazione per i
dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche. Ma ecco quanto ha
dichiarato Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione
italiana dei medici di famiglia: “L'influenza non sta colpendo allo
stesso modo in tutte le regioni italiane. I risultati migliori si
stanno registrando nelle realtà in cui si punta sull'organizzazione
complessa della medicina generale e dove si agisce d'anticipo,
facendo leva sulla prevenzione”. Vaccinazione, dunque, “chiave di
volta” contro la malattia. Quando, invece, il virus attacca sono
importanti le cure a domicilio dei pazienti o, nei casi complicati,
in ospedale. Vaccinarsi, dunque, è il primo strumento per
proteggersi e la sanità nazionale ripete l'invito a farlo, tra
ottobre e dicembre di ogni anno. Ma sino al 2016-2017, in attesa dei
dati 2017-2018, tutta Italia, Basilicata compresa, era lontana dalle
coperture consigliate dall'Organizzazione mondiale della sanità per
gli over 65enni e per i gruppi a rischio: 75% minimo. Quest'anno,
però, sembrano essere cresciute le adesioni soprattutto tra la
popolazione anziana anche se permane uno dei “talloni di Achille”
contro la pratica vaccinale quale la scarsa adesione del personale
sanitario. Obbligare per legge medici, infermieri, ausiliari, a
vaccinarsi? “Sì – ha risposto Piero Quinto, manager della Asm -.
E per due motivi: bloccare la diffusione del virus in ambienti da
proteggere come quelli ospedalieri o distrettuali; prevenire assenze
per malattia del personale proprio in un periodo di emergenza
sanitaria”.
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