L'UVA DA TAVOLA DEL METAPONTINO |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 12.9.18
POLICORO – Non c'è reddito per i produttori agricoli. E' di ieri l'ennesimo allarme dei prezzi bassi dei prodotti agricoli in campagna lanciato dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Basilicata. Prezzicje, come per magia, vengono addirittura decuplicati al dettaglio. “Con il ritorno da alcuni giorni dell’uva sulle tavole dei consumatori – ha sostenuto la Cia - per i viticoltori si ripresenta il problema dei prezzi bassi spuntati ai mercati all’ingrosso. Quelli contrattualizzati nel Metapontino (rilevazione Ismea del 7 settembre scorso) vanno da una quotazione minima di 0,55 euro al kg ed una massima di 0,80. La tendenza è identica ai mercati ortofrutticoli di Bari, Foggia e Taranto con quotazioni minori di quelle del 2017. Siamo molto lontani, cioè, dai 3-4 euro al kg di vendita sugli scaffali dei supermercati del Nord. Uno scostamento che accentua il divario tra spesa del consumatore e guadagno del produttore senza tenere conto che la qualità dell’uva da tavola metapontina è considerata eccellente al punto da penetrare nei mercati delle grandi città del Centro-Nord ed in alcune capitali europee ma a tutto vantaggio dei grossisti-esportatori”. Una situazione confermata, ovviamente, da Giuseppe Stasi, presidente provinciale materano della organizzazione sindacale: “Si, la storia dei prezzi bassi sul campo ed alti sui banchi dei fruttivendoli e della Grande distribuzione organizzata si ripete per l'uva da tavola. I motivi: produttori non associati in cooperative ed altre macroaggregazioni di lavorazione e commercializzazione; surplus di produzione rispetto alle richieste del mercato; eccesso di intermediazioni lungo la filiera; importazioni dall'estero”. E Francesco Paolo Battifarano, di Confagricoltura Basilicata, dal canto suo, ha aggiunto un altro motivo: “La sperequazione esistente tra il numero di produttori, quello delle Organizzazioni di produttori, e quello dei marchi della Grande distribuzione organizzata. Questi ultimi, a volerli contare, arrivano si e no ad una decina. Da qui il sospetto che facciano un po', come dire, di cartello”. Ed ecco la fatidica domanda: che fare? Stasi: “Programmare tipologia e quantità di produzioni, accorciare la filiera con l'aggregazione, vigilare sulle importazioni estere concorrenti con quelle italiane”. Battifarano: “Lo Stato non può imporre i prezzi ma può vigilare affinchè sia giusto quello pagato ai produttori e non siano sproporzionati i rincari dalla campagna alla vendita al dettaglio”.
BASILICATA
AL TERZO POSTO DELLA PRODUZIONE DI UVA DA TAVOLA IN ITALIA
POLICORO
– Quanto è consistente la produzione di uva da tavola in
Basilicata? La risposta e arrivata dalla Confederazione italiana
agricoltori (Cia): “La nostra regione, con 170mila quintali di
produzione ogni anno (complessivamente l’1,4% della produzione
complessiva italiana) si contende con le Marche lo scettro di terzo
polo produttivo in Italia. Al primo ed al secondo posto vi sono
Puglia e Sicilia. Una produzione complessiva, tuttavia, molto lontana
dal picco dei 230mila quintali raggiunto nell'anno 2012. Non stanno
subendo, comunque, significative variazioni le superfici di
coltivazione che si mantengono da tempo intorno agli 800 ettari.
Superfici, occorre ribadirlo, concentrate quasi esclusivamente in
provincia di Matera con una superficie di produzione, appunto, di
circa 800 ettari. Numeri di ettari molto inferiori rispetto a quelli
utilizzati per la produzione di uva da vino che ammontano in
Basilicata a quasi 6mila”. Insomma, a leggere le cifre diffuse
dalla Cia, si evince che l'uva da tavola rappresenta ancora una
produzione importante per la provincia di Matera ed in particolare
per il Metapontino. Si tratta, altresì, secondo i tecnici, di un
prodotto di eccellente qualità.
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