OGGI SECONDO GIORNO DI PRESIDIO DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE DOPO LA PRIMA NOTTE AL FREDDO E ALLA PIOGGIA IN TENDA. SI TRATTA DI “LAVORATORI” POVERI: 580 EURO A MESE, MENO DEL REDDITO DI CITTADINANZA, SENZA MALATTIA, FERIE, DIRITTI. E TRA GIUGNO E SETTEMBRE TUTTI A CASA. DOMANI CORTEO DALLA REGIONE ALLA PREFETTURA. APPELLO AL SOSTEGNO AI SINDACI. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
SELFIE DI LOTTA E DI SPERANZA |
FONTE USB COMUNICAZIONE
Secondo giorno di protesta dei lavoratori ex TIS e RMI sotto la sede regionale della Basilicata, con corteo dalle ore 10 sino alla sede ARLAB in via Pretoria.
Nel breve incontro tenutosi ieri, dopo quasi due mesi dall'inizio della mobilitazione, il Capo di Gabinetto a nome del Presidente si è prestato a ripetere alcune amenità e a riferire a dimostrazione dell'ancora persistente impegno del presidente che si sta lavorando alla individuazione di figure necessarie nell'ambito delle nuove dotazioni organiche di alcuni enti sub regionali che potrebbe interessare anche parte della platea ex TIS e RMI, dopo opportuna formazione.
D'altra parte Galella con un intervento sul suo canale social in piena sintonia col ministro degli interni non ci ha lesinato la sua visione da bottegaio e evitato ancora una volta l'occasione di tacere.
Non ci siamo mai sognati di chiedere assunzioni senza concorsi e fuori da normative, abbiamo semmai ricordato che le norme nascono come risposte ad interessi che non sempre hanno la stessa legittimità di chi chiede il riconoscimento del proprio lavoro. La legge Madia non avrebbe visto la luce senza il movimento dei lavoratori precari, né ci sarebbero state le norme di stabilizzazione che hanno consentito l'assunzione di decine di migliaia di lavoratori socialmente utili.
La nostra richiesta parte dalla denuncia dei tanti lavori che vengono da anni forniti gratuitamente dai percettori di sostegno al reddito e la cui spesa è sparita dai bilanci comunali e dalle piante organiche degli stessi.
Abbiamo esaminato i servizi su cui sono impegnati, 663 di loro su servizi riconducibili a lavori di messa in sicurezza del territorio e manutenzione del verde, 113 su raccolta e gestione dei rifiuti, 351 su servizi a carattere sociale, 169 su gestione musei e biblioteche ,217 su servizi di custodia e sorveglianza, altri 356 impegnati in mansioni amministrative dei comuni.
È su questi elementi che vogliamo discutere un piano di assunzioni, le poste economiche necessarie e gli enti che devono essere coinvolti.
Ieri non siamo riusciti ad avere nemmeno risposta su riconoscimento a malattia e riposo previsi dalla normativa sui lavori di pubblica utilità richiamata nelle determine di prosecuzione dei progetti e sulla mancata neutralizzazione dell'importo percepito dall'ARLAB come sussidio, neutralizzazione prevista dalla legge di riforma ISEE e normalmente applicata dall'Inps sul reddito di cittadinanza.
La superficialità con cui la regione pensa di affrontare questa situazione che lascia 1200 nuclei familiari da giugno senza alcun sussidio e altri 600 da ottobre, pensando che il meglio a cui si possa giungere, sia la solita politica dei pannicelli caldi, è l'ultimo irricevibile schiaffo alla dignità di questi lavoratori.
Rosalba Guglielmi
USB COMUNICAZIONE
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