LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 4.3.15
SCANZANO JONICO – Avvisi di garanzia della Procura della Repubblica al primario, Vincenzo Sassone, ed ai medici Antonio Salerno, Antonio Gallo, Vincenzo Viola, Cosimo Paolo Cuscito, Domenica Lardo, Milena Fiorini, e Pasquale Vena, tutti della struttura complessa di chirurgia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Policoro, e sequestro delle cartelle cliniche di Policoro e Matera. Sono gli sviluppi dell'inchiesta sulla morte di Marcello Mele, il marmista 46enne deceduto il 24 febbraio scorso nel Madonna delle Grazie di Matera dove era stato trasferito nel pomeriggio precedente dal nosocomio jonico. Sviluppi di cui si è avuta notizia in queste ore ma che sono precedenti all'effettuazione dell'autopsia giudiziaria sulla salma dell'artigiano di Scanzano Jonico di sabato scorso. Gli avvisi di garanzia, infatti, firmati dal pm Alessandra Susca, servono a segnalare ad una persona, in questo caso ai professionisti che ne sono stati raggiunti, che c'è una indagine in corso in cui potrebbero essere coinvolti. Risulta alla Gazzetta che il dottor Sassone abbia nominato come suo perito il medico legale Aldo Di Fazio. Specialista che ha preso parte all'indagine autoptica svoltasi nell'ospedale di Matera. Allo stesso esame ha preso parte, oltre al perito della Procura, Alessandro Dell'Erba, anche il medico legale della famiglia, Vito Romano. Saranno necessari 90 giorni per avere le risultanze dell'autopsia. Al momento pare che nessun altro medico dell'ospedale di Policoro o di Matera sia stato raggiunto da avviso di garanzia. Sarebbero stati oltre venti i sanitari che sarebbero venuti a contatto, nel corso della degenza, con il paziente ricoveratosi il 10 gennaio scorso a Policoro per operarsi di colecisti. Invece, gli esami strumentali, stabilirono che si trattava di appendicite con peritonite. Appendicite sottoposta ad intervento chirurgico il 14 gennaio successivo. Il decorso clinico, però, fu gravato da complicanze soprattutto respiratorie tanto da provocare il trasferimento del paziente in rianimazione. Da qui fu ritrasferito in reparto pochi giorni prima del trasferimento a Matera nel pomeriggio del 23 febbraio per il nuovo insorgere di febbre. Al Madonna delle grazie, in malattie infettive, la morte alle ore 6 del giorno successivo. Ed ora sulle cause del decesso dovrà fare luce l'inchiesta aperta dopo la denuncia della moglie di Mele, Antonella Locaso.
LE DUE TESI
A CONFRONTO
COSA DICONO L'AVVOCATO DELLA FAMIGLIA E
L'OSPEDALE
SCANZANO JONICO - “La famiglia vuole
che siano accertate le cause della morte e di agire verso eventuali
responsabili”. Lo ha detto Vincenzo Rago, legale di Antonella
Locaso, moglie di Marcello Mele, deceduto il 24 febbraio
nell'ospedale di Matera dove era stato trasferito da quello Policoro.
“La signora – ha aggiunto Rago - ritiene immotivato il decesso
dopo 44 giorni di degenza per una appendicectomia”. E Francesco
Dimona, direttore sanitario dell'ospedale di Policoro, ha dichiarato:
“Da noi sono state condotte tutte le procedure del caso. Mele è
stato operato per appendicite gangrenosa e peritonite diffusa. Poi è
stato in rianimazione per complicanze respiratorie dovute anche alla
sua obesità. Al ritorno in reparto, per la ricomparsa della febbre
la decisione di trasferirlo a Matera”.
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