“HO PAGATO IL MO
IMPEGNO CONTRO LA CRIMINALITÀ” DICE L''EX SINDACO IACOBELLIS
CLIMA PESANTE IN CITTA'
CON PAURA E OMERTA'
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 1.11.16
SCANZANO JONICO - “Avevo messo in preventivo un
attacco contro di me. Non pensavo, però, che l'avessero attuato in
maniera così violenta. Oltre alla mia auto hanno bruciato quelle di
altri tre cittadini danneggiandone altre e potendo mandare in fiamme
anche gli edifici vicini. E' stata una notte di inferno.
Allucinante”. Sono le parole con cui Salvatore Iacobellis, ex
sindaco Pd del centro del Metapontino per otto anni e sempre con
“nome e cognome” in prima fila contro la criminalità che
assediava e sta assediando la sua città, ha descritto il suo stato
d'animo dopo l'ennesima pagina di cronaca nera interessante il più
giovane Comune del Materano. Il “fatto” è accaduto attorno alle
3.08 della notte tra domenica e lunedì. I residenti di via Rocco
Scotellaro, la strada antistante al municipio, nella zona di nuova
espansione Scanzano Due, sono stati svegliati da forti botti.
Affacciatisi ai balconi, l'inferno. Fumo e fiamme in quantità, con
forti botti. Una residente ci ha riferito di aver visto l'auto
dell'ex amministratore comunale muoversi come una miccia appiccando
le fiamme alle altre vetture parcheggiate vicino. Poi, l'arrivo dei
Vigili del fuoco del Distaccamento di Policoro ha messo fine al rogo.
Lo stesso Iacobellis, Premio Mimmo Beneventano 2009 per
la sua attività contro i tentativi di infiltrazione di 'ndrangheta,
camorra e sacra corona unita nel tessuto economico e sociale della
città jonica assegnatogli dall'Associazione antimafia Libera, ci
ha descritto la scena: “Stavo a casa di mio padre, ammalato, per
assisterlo. Mi ha chiamato mia moglie attorno alle 3.15. Quando sono
arrivato ho visto una scena apocalittica: la mia auto era un rottame
irriconoscibile. La Panda parcheggiata vicino, ormai senza freni, era
finita contro il cancello di casa. Una casa dove abitano altre
famiglie. Come nello stabile vicino. Io non sono potuto entrare
perchè il cancello era stato interessato dalle fiamme. L'inferno.
Allucinante”. Ovviamente, tutta al gente è scesa in strada. Poi,
le carcasse di quattro automobili sono state portare via. Sul posto
sono rimasti il nero del fumo, l'asfalto danneggiato dal fortissimo
calore, e la gente. Attonita. Con tanta paura addosso. Paura diffusa
che genera omertà. Del resto, sinora, quanti hanno acceso roghi
notturni, da anni, al 99%, l'hanno fatta franca. Ancora l'ex primo
cittadino: “In tanti me lo hanno sempre detto di farmi i fatti
miei. Chi te lo fa fare, è stato il consiglio che ho sempre
ricevuto. Ma non possiamo essere tutti omertosi. Camorra?
'Ndrangheta? Sacra corona unita? Chissà. Non credo che si tratti di
roba da ragazzi. La verità è che me l'hanno fatta pagare. Mi
aspettavano al varco. E si sono presi la loro vendetta”.
Ovviamente, l'ex sindaco è stato sentito dai carabinieri della
Compagnia di Policoro che coordinano le indagini sul caso. Le auto
distrutte, il Suv Crv Honda di Iacobellis più una Fiat Panda, una
Seat, ed una Peugeot 305, sono state tutte sottoposte ai dovuti
controlli. Gli uomini agli ordini della capitano Chiara Crupi
indagano a tutto campo. E con molto impegno. Il “Caso Scanzano” è
all'ordine del giorno dell'Arma. Allo studio anche gli altri atti
intimidatori consumati contro l'ex primo cittadino: nel 2007, una
busta contenente un proiettile; nell'estate 2014, una busta con una
testa di agnello appesa al cancello della pizzeria gestita dalla
sorella dove lui, architetto, spesso lavora. Gli investigatori non
disperano di dare un volto ed un nome agli incendiari. Ovviamente,
l'ennesimo fatto di cronaca ha fatto riemergere il “disco rotto”
di Scanzano Jonico lasciata in balia della delinquenza, organizzata o
meno che sia, unico Comune del Metapontino privo di un presidio fisso
delle forze dell'ordine, dopo l'abbandono del Commissariato della
Polizia di Stato.
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