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martedì 20 marzo 2018

MATERA. OPERAZIONE “SOGNI D'ORO”. MAXI EVASIONE DI IVA PER 10 MILIONI. LA GUARDIA DI FINANZA HA SPULCIATO I CONTI DI UN'AZIENDA CHE COMMERCIA LINGOTTI E PREZIOSI ALL'INGROSSO

UNA DECINA LE AZIENDE DEL COMPARTO DI BASILICATA, LAZIO E VENETO DENUNCIATE

LA SEDE DELLA COMPAGNA DELLA GUARDIA DI FINANZA DI MATERA
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 20.3.18

L'hanno chiamata “Operazione sogni d'oro”. Ed in effetti il metallo più prezioso e ricercato del mondo era alla base della maxi evasione dell'Iva per 10 milioni di euro scoperta dalla Guardia di finanza di Matera. Un'azienda di commercio all'ingrosso di lingotti ed affini con sede sociale anche nella città dei Sassi, infatti, aveva messo su una cosiddetta “frode carosello interna”. Così, una decina, oltre a quella di partenza del raggiro alle casse dello Stato ed alla concorrenza, le imprese del comparto preziosi di Basilicata, Lazio e Veneto, alcune completamente fantasma, altre reali, denunciate. Ma andiamo con ordine. La frode è stata scoperta dagli agenti del Comando provinciale agli ordini del colonnello Domenico Tatulli nel corso dell'esecuzione di una verifica fiscale nei confronti di una impresa operante a Matera nella commercializzazione di oro e preziosi. Verifica che ha consentito agli investigatori dello specifico Nucleo di Polizia economico-finanziaria di constatare che la predetta ditta, nell’arco di tre periodi d’imposta, aveva utilizzato fatture false per 43 milioni di euro, ne aveva emesse per complessivi 49 milioni di euro e, di conseguenza, aveva evaso Imposta sul valore aggiunto per un’importo complessivo pari a quasi 10 milioni di euro. Il sistema di frode scoperto dalle Fiamme gialle era quello delle fatture false e della “frode carosello interna” così definita poiché riguardante solo imprese italiane e non, come accade spesso, comunitarie. La dizione “carosello” deriva dal fatto che i soggetti fiscali coinvolti, definiti in gergo “società cartiere”, sono più di uno, da quella da cui parte la frode a quella finale. Ma ecco il meccanismo fraudolento in sintesi. L'azienda fornitrice, nel caso, ad esempio, quella di lingotti di Matera, aveva fatturato la merce ad una o più società di carta sparse sul territorio nazionale in regime di non imponibilità Iva. Le “cartiere” avevano acquistato il bene e lo avevano rivenduto applicando l’Iva ordinaria con aliquota 22%. Senza versare, però, la relativa imposta come da fattura e senza presentare la relativa dichiarazione. Unico scopo quello di creare atti per operazioni inesistenti da parte di aziende fantasma i cui titolari erano spesso prestanomi. Sino all'ultimo anello della catena, l'acquirente finale che, a questo punto, portava in detrazione l’Iva pagata e assolta sull’acquisto creandosi un indebito credito di imposta e acquisendo l'oro ed i preziosi a costi inferiori. Da qui anche la concorrenza sleale tra ditte dello stesso settore. L’attività svolta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Matera ha messo, pertanto, in evidenzia la “trasversalità” delle investigazioni condotte e la circostanza che la selezione dei contribuenti connotati da alto rischio di evasione non possa prescindere da un’adeguata valorizzazione delle attività svolte dal Corpo in altri settori della sua mission istituzionale fra i quali spicca quella delle attività di polizia giudiziaria. 

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