INDAGINI
DEI CARABINIERI ANCHE SU UNA ALFA ROMEO USCITA DI STRADA A RECOLETA
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 11.4.18
SCANZANO
JONICO – La
malavita organizzata, sia essa locale sia essa con addentellati
extraregionali, ha alzato il tiro. lunedì scorso, attorno alle 22,
un ordigno incendiario è stato lanciato da via Tagliamento, a Nord
dell'abitato, vicino alla frazione rurale di Parisi, nella parte
terminale del piazzale dello stabilimento di lavorazione di
ortofrutticoli della megacooperativa Apofruit, sede centrale a
Pievesestina di Cesena, la più grande a livello nazionale,
provocando un fortissimo boato e fiamme altissime. L'esplosione è
stata udita a grande distanza. E l'incendio era visibile da tutta la
città. Città ferita da un altro grave attacco alla sua laboriosità
e dignità. Sul posto, come ormai qui si è abituati, sono
prontamente arrivate due squadre dei vigili del fuoco ed i
carabinieri della Compagnia di Policoro. I primi hanno tentato di
spegnere il rogo. Ma il materiale plastico con cui sono costruiti i
bins, i cassoni utilizzati per la raccolta ed il trasporto dalle
campagne al magazzino della frutta, hanno fatto da facile esca. Così
anche alcune pedane in legno. L'incendio, oltretutto, ha sparso in
tutta la zona un fumo acre. I pompieri hanno dovuto lavorare per
circa due ore per mettere in sicurezza l'area e per evitare che le
fiamme si propagassero allo stabilimento. Sul posto sono arrivati
anche i dirigenti della cooperativa guidati al consigliere delegato
del Metapontino, Nicola Serio. Nessuna dichiarazione da parte loro
anche se pare che non ci siano state richieste estorsive o minacce
varie. Ma c'era voglia di continuare. Ieri le circa 200 maestranze
erano al lavoro sia nella struttura di via Parisi sia in quella lungo
la Statale 106. Strutture che fanno da piattaforma per il Sud Italia
raccogliendo ortofrutta sin dalla Sicilia. E la scena del crimine era
cambiata. Sul piazzale la plastica nera liquefatta dei bins. Un
nastro catarifrangente impediva a chiunque l'accesso. Si spera di
dare un volto ed un nome ai responsabili. Gli stessi uomini dell'Arma
indagano anche su un altro episodio che potrebbe, ma il condizionale
è d'obbligo, essere collegato al rogo ad Apofruit. Poco dopo
l'esplosione è arrivata la notizia di un'Alfa Romeo uscita di strada
in contrada Recoleta. C'erano altri uomini a bordo dell'auto
incidentata oltre a quello trasportato al San Carlo di Potenza?
C'entra l'Alfa Romeo con le fiamme di Parisi? Le risposte ai
carabinieri.
IL RECUPERO DELL'ALFA ROMEO INCIDENTATA |
LE
REAZIONI. IL SINDACO RIPOLI CHIEDE AIUTO A PITTELLA PER CASERMA DEI
CARABINIERI E LA VIDEOSORVEGLIANZA. IL PARROCO DON POLIDORO INVITA LA
COMUNITA' A RIALZARE LA TESTA. SOLIDARIETA' DI LEGACOOP
SCANZANO
JONICO - “La comunità deve rialzare la testa. Do solidarietà agli
imprenditori colpiti invitandoli a non cedere ed a denunciare. Quanto
accade da noi è grave e non va sottovalutato”. Lo ha detto il
parroco, don Antonio Polidoro, dopo l'ordigno incendiario che ha
fatto ripiombare il comune del Materano nell'incubo racket. Così,
ancora, il nostro interlocutore: “Scanzano è bella, ha tante
opportunità di sviluppo, non può rassegnarsi. Giovedì verrà
l'arcivescovo Giuseppe Caiazzo per parlarci della situazione anche
dall'alto della sua esperienza in Calabria, regione in cui questi
fatti sono anche lì importanti. Il 2 maggio, poi, nell'ambito della
festa patronale dell'Annunziata daremo un'altra testimonianza di
impegno forte alla cittadinanza”. Ed ecco il sindaco Raffaello
Ripoli (Movimento civico scanzanese): “E' un bruttissimo momento.
C'è sconforto. Tutti i nostri sforzi per dare sviluppo alla città
vengono vanificati da questi atti criminosi. Ho chiamato il prefetto
di Matera, Antonella Bellomo, per parlare della situazione. E mi ha
telefonato l'assessore regionale Luca Braia. A lui ed al presidente
Marcello Pittella ho chiesto il massimo impegno per risolvere la
questione della caserma dei carabinieri. Ci sono i finanziamenti
statali e regionali ma non si riescono a spendere. Almeno daremmo un
segnale di controllo del territorio. Ed abbiamo chiesto fondi per la
videosorveglianza. Noi in bilancio abbiamo messo qualcosa ma non
basta. Io sto diventando come uno stalker su questi due argomenti. Ho
dato massima solidarietà al delegato Apofruit nel Metapontino,
Nicola Serio”. Sulla vicenda è intervenuto anche Paolo Laguardia,
presidente di Legacoop Basilicata esprimendo “la più ferma e dura
condanna del vile atto intimidatorio ai danni di Apofruit, vittima
nel corso della serata del 9 aprile di un’esplosione dolosa. Siamo
al fianco del consigliere delegato Serio, dei soci e dei lavoratori
della cooperativa, ai quali va tutta la nostra vicinanza e la nostra
solidarietà”.
LO STABILIMENTO APOFRUIT |
E' IN CORSO
UNA ESCALATION DELLA CRIMINALITA'? ORDIGNO LANCIATO FORSE DA UN'AUTO
IN CORSA
SCANZANO
JONICO – C'è una escalation criminale in corso nel centro del
Metapontino? La domanda è divenuta d'obbligo dopo l'attacco
incendiario contro il colosso della cooperazione dell'ortofrutta
italiana, Apofruit. Nel modus operandi sin qui registrato nella
decina di fatti di cronaca similari verificatisi in questo centro dal
2004 in poi, infatti, mai erano comparse bombe od ordigni incendiari.
Come quello presumibilmente usato nella tarda serata di lunedì
scorso. Un ordigno lanciato, con tutta probabilità, da una
automobile in corsa dato che il tratto terminale del piazzale
dell'azienda di commercializzazione di ortofrutticoli è “protetto”
da un fossato a Est e da una scarpata alta circa otto metri a Sud. E'
comparsa, dunque, nella vicenda malavitosa del Comune più giovane, e
martoriato, della provincia di Matera, la bomba. Bomba che ha
spaventato, con il suo fragore, la cittadinanza.
L'INCENDIO ALL'APOFRUIT DEL 2004 |
SCANZANO JONICO – I precedenti. Risultano dall'archivio della Gazzetta altri due attacchi incendiari contro il colosso del settore ortofrutticolo Apofruit. Sempre contro lo stabilimenti di Parisi. Il primo si verificò nel 2004, il secondo nel 2008. Nel primo caso furono dati alle fiamme, anche allora, i cassoni di plastica custoditi nel piazzale, allora più piccolo, dell'azienda. Il secondo fu di più ridotta portata con un tentativo di fuoco ad uno degli accessi alle celle frigo del magazzino. Nel 2004, però, altre due centrali di lavorazione di ortofrutta furono attaccate con lo stesso sistema degli incendi notturni: Terremerse e Granfrutta Zani. Nel 2008, invece, le fiamme distrussero la Op Verardi e bins al magazzino Piraccini. Quello fu un anno orribile per Scanzano Jonico con ordigni ad un supermercato in costruzione ed uno inesploso al villaggio Torre del faro. Tutti attacchi impuniti.
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