IL VICESINDACO GIANLUCA MARRESE, FRONTE DEL SI' |
CINQUE DOMANDE IDENTICHE RIVOLTE A CHI SI BATTE A FAVORE O CONTRO LA STRUTTURA NEL CENTRO JONICO. DAI MOTIVI DEL NO O DEL SI'; ALLA INTERPRETAZIONE DELLE RAGIONI DEGLI ALTRI; ALLA MANCANZA DI PROTESTE A POTENZA, CHE AVRÀ 300 POSTI LETTO CONTRO I 200 DEL METAPONTINO; AL PERCHÈ NO O SI' ALLA CURA DI MALATI IN AMBIENTE PROTETTO; SINO A COME FINIRÀ. SEGUE VIDEOINTERVISTA
- PERCHÈ SI'?
GIANLUCA MARRESE: Le ragioni sono molteplici. Io credo che sfugga a molti che siamo in una vera e propria emergenza. Si tratta di una chiamata di responsabilità da parte di chi è tenuto a guidare questa fase. Non potevano tirarci indietro. Anche perchè ci siamo fatti una idea chiara: un ospedale da campo per pazienti paucisintomatici o per quelli che si apprestano ad uscire dalla positività va bene per un territorio che ha un nosocomio che va tutelato e reso sterile. Oggi il grande problema è che la gente, presa da timore, non va al Pronto soccorso. Avere una struttura alternativa per trattare quei casi Covid-19 ci consentirebbe di dare la fruizione totale del nostro Giovanni Paolo II°. Oggi non si muore solo di Coronavirus ma di tante altre malattie.
- COME INTERPRETARE LE RAGIONI DEL NO?
Le comprendo e le rispetto. Siamo in democrazia. Credo che tutto dipende dal fatto che noi stiamo chiedendo ai cittadini grandi sacrifici e grandi responsabilità. E' più di un mese che stiamo chiusi in casa adempiendo alle prescrizioni delle istituzioni. E questo ingenera ansie e paure. Vorrei rispondere, però, a chi soffia su queste ansie e paure che è un grande errore. Significa far vivere male i cittadini nelle proprie case dando l'idea che noi amministriamo irresponsabilmente come se non avessimo figli e genitori. Vorrei ricordare l'omelia di Papa Francesco quando ha chiesto a tutti di aver fiducia nei governanti e di pregare per loro perchè molte volte ci troviamo nelle condizioni di fare scelte anche antipopolari.
- PERCHÈ A POTENZA, CHE AVRÀ 300 POSTI LETTO
CONTRO I 200 DI POLICORO, NESSUNO PROTESTA?
Ho appreso nella videoconferenza col presidente Vito Bardi di venerdì scorso che il sindaco, Mario Guarente, si è dimostrato subito disponibile e che lì non c'è gente che si lamenta. Credo che a Potenza abbiamo toccato con mano il significato della pandemia con il loro più alto numero di casi ed i decessi che ci sono stati. Tutto ciò che porta più sicurezza, più garanzie, dev'essere salutato positivamente. Sono opportunità che non si possono perdere.
- COME SPIEGARE IL NO ALLA CURA DI MALATI? SEMBRA
UN NO ALLA SOLIDARIETÀ.
Il concetto che ci ha guidato con sindaco Enrico Mascia e me è questo: siamo in una situazione emergenziale, non esistono campanili né territori. Esiste il problema che va affrontato e risolto. La solidarietà deve essere di questo tempo. Tutte le manifestazioni fatte dalla gente dai balconi ed altro confliggono profondamente con chi non comprende, fomenta e forse strumentalizza politicamente una vicenda così seria. Non si può dire no alla cura di ammalati.
5. COME FINIRÀ?
MARRESE: Finirà che noi, che siamo gente responsabile, abbiamo detto come la pensiamo. Se questo ospedale serve per il territorio, per far sentire più tranquilli i cittadini e per mantenere sterile il nostro ospedale, siamo per il sì. La decisione finale spetta alla Regione. Se la Regione rivedrà la sua posizione mi verrà naturale dire che non è questo il modo di affrontare una emergenza. Non è il tempo di gettare la pietra e nascondere il braccio. Ci è stata chiesta una disponibilità per una opportunità per il territorio. Non si comprende ora perchè non dovrebbe essere più così e cambiare indirizzo. Invito la Regione ad avere posizioni responsabili e ferme evitando di creare confusione tra la gente. Noi abbiamo bisogno di chiarezza, corresponsabilità, serietà.
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