GIULIANO SAVI AL MARE DI SCANZANO JONICO CON IL SUO AMATO ULI |
UN ALTRO PERICOLO SCAMPATO PER IL PROFESSORE ARRIVATO NEL CENTRO DEL METAPONTINO NEL 2006 PER NON ANDARE PIÙ VIA. UN'INTERVISTA SUL FILO DEI RICORDI PER LO “SCANZANESE” ORA IN ISOLAMENTO DOMICILIARE: “VENNI DA PESCARA PER DIFENDERE BLU TV DOPO LE DENUNCE DI FILIPPO MELE. E MARIO ALTIERI, PATRON DELL'EMITTENTE, QUALCHE MESE DOPO, MI SALVÒ LA VITA”
Giuliano Savi è negativo al Coronavirus. Scanzano J., perciò, mantiene ancora lo zero contagi nella tabella del Bollettino epidemiologico regionale. Ma chi è Savi? L'abbiamo raggiunto telefonicamente per presentarlo ai tanti che non conoscono il professore, come è chiamato qui. “Sono arrivato da Pescara nel 2006. Mi chiamò Mario Altieri, patron di Blu tv, emittente con problemi. Io sono un sociologo del diritto nella comunicazione”. E da allora non è andato più via... “No, è da qualche anno che mi sono stabilito qui definitivamente”. Ma se l'ho incontrata dopo 5 giorni dal suo arrivo a Matera, in una conferenza stampa dei carabinieri. Mi chiesi: chi sarà stò Savi? “Allora io ricucivo i tessuti istituzionali della televisione. All'epoca ero un esperto, membro della Commissione del ministero delle telecomunicazioni per l'assetto radiotelevisivo. Quando arrivai mi dissero: Altieri è di destra. E io: chi se ne frega. Se le carte le avete ok, va bene, altrimenti... Mi adoperai per il dissequestro di Blu tv accusata di diffamazione di stampo mafioso nei confronti del giornalista della Gazzetta del mezzogiorno, Filippo Mele”. Giornalista, però, che sotto sotto, ti risultò simpatico... “Certo”. Oggi, tuttavia, hai superato un bel test al coronavirus... “Ma ce n'è stato un altro difficile. Dopo che venni a Scanzano, nel 2007, pensai che non sarei arrivato al 2008. Avevo un aneurisma dell'aorta sottorenale. Accusai dolori fortissimi. A Bari andai al pronto soccorso. Mi dissero che se mi fossi mosso sarei morto improvvisamente per la rottura dell'arteria. Chiamai Altieri. Lo confusero con un medico. Egli, invece, aveva chiamato Piergiorgio Spaggiari, degli ospedali di Lodi. Che gli disse: Vai a prendere Giuliano e portalo subito qua. Alle 16 partimmo da Bari per arrivare a Lodi all'1.30. Alle 8.30 entrai in sala operatoria da dove uscii alle 18. A Mario dissero che era stato un incosciente: un salto del pneumatico su una buca mi avrebbe ucciso. Ma egli mi salvò la vita”. Insomma, un'esistenza spericolata... “Mi sono fatto da solo. Dal 1986 al 1990 ero l'executive officiers del Reserch committ armed forces and society and conflict resolution eletto a New Delhi. Dopo la Legge Bassanini ho avuto incarichi di consulenza dal Dipartimento funzione pubblica”. Ora, però, sei a Scanzano per rimanerci... “Si, ho buoni amici in un buon ambiente. Sono attivo col Centro sociale anziani. Ed ancora mi chiamano per problemi di telecomunicazioni, come il mio amico Eugenio Stigliano, sindaco di Nova Siri”. Cosa ti ha colpito per farti stabilire qui? “Voi lucani avete dimenticato i vostri trascorsi storici. Questa prima era New York. I Sassi di Matera, con Metaponto e la Magna Grecia, sono la culla della civiltà”. Ora, però, a 76 anni, vivi solo e sei in isolamento domiciliare. Chi ti aiuta? “Un pò tutti, dalla protezione civile; al mio medico Antonio Sarandria, conosciuto all'epoca dell'università di Padova dove lui era studente ed io avevo un seminario nel corso di Sociologia; ai vicini di casa”. Che ti aspetti dal futuro? “Aspetto il grande sonno. Mi addormenterò e non mi sveglierò più. Quando quel giorno arriverà spero di essere ricordato come una persona modesta, non malvagia. Se a qualcuno ho fatto del male involontariamente gli chiedo scusa”.
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