I CARABINIERI NON HANNO ANCORA RINTRACCIATO L'OTTAVO INDAGATO. E' UN EXTRACOMUNITARIO
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1.5.15
Operazione “Logout” contro il giro di pedofilia scoperto dai carabinieri della Compagnia di Policoro a Nova Siri. Ci sono sviluppi dopo gli interrogatori di garanzia a cui sono stati sottoposti i tre uomini agli arresti domiciliari e quattro dei cinque raggiunti da obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Gli avvocati Giuseppe Labriola, del foro di Matera, e Gennaro Lavitola, di Potenza, difensori del parroco di San Costantino di Rivello, don Antonio Calderaro, 49 anni, ai domiciliari dal 21 aprile scorso, starebbero studiando la possibilità di chiedere per il loro assistito il rito abbreviato. I carabinieri, invece, sono ancora sulle tracce dell'ottavo uomo del gruppo di pedofili, sconosciuti fra loro, che, all'epoca dei fatti, 2012 – 2013, era residente a Policoro ma che poi ha trasferito la sua abitazione. Si tratta di un cittadino extracomunitario. Ma torniamo ai legali di don Antonio. “Stiamo verificando col collega Lavitola – ha detto Labriola – le accuse rivolte contro il nostro patrocinato. Stiamo anche attuando nostre indagini per quanto queste possano avere, per la nostra strategia difensiva, un valore limitato. Stiamo, inoltre, pensando all'ipotesi di chiedere al giudice delle indagini preliminari riti alternativi. Di quale rito si tratta? Di quello abbreviato in quanto il patteggiamento per questo tipo di reato non è previsto dal codice”. A questo punto abbiamo incalzato: la richiesta di rito abbreviato significa che don Antonio ha ammesso le sue responsabilità? E qui bocca cucita da parte del noto avvocato già presidente della Camera penale di Matera ed attuale compomente del Consiglio nazionale forense. Se la strada che stanno pensando di seguire i suoi legali è questa, però, significa sul piano giuridico che il parroco di San Costantino, sospeso “a divinis” dal vescovo di Tursi e Lagonegro Francesco Nolè appena esploso il caso, affronterà l'udienza in camera di consiglio davanti al gup sulla base delle sole prove raccolte dagli inquirenti a suo carico. Prove che hanno legittimato il provvedimento cautelare nei suoi confronti. Sul fronte delle indagini condotte dagli investigatori, invece, siamo alla fase del “rintraccio” dell'ottavo uomo finito nella “Logout”, un extracomunitario che ha fatto perdere le sue tracce. Per lui c'è l'obbligo di firma. Gli uomini del capitano Michelangelo Lobuono, tuttavia, non disperano di rintracciarlo a breve. Dalle sue dichiarazioni, oltretutto, potrebbero venire nuovi impulsi all'inchiesta.
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