SCANZANO JONICO. VUOLE CERTEZZE PER UN
LAVORO O CONTINUERÀ AD OLTRANZA LA PROTESTA. “NON HO PAURA”
VINCENZO SANTARCANGELO SI È INCATENATO
IN MUNICIPIO E CHIEDE AIUTO
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 13.5.15
SCANZANO JONICO - “Voglio decidere io
quando morire. Non deve deciderlo lo Stato italiano al posto mio.
Voglio certezze per un lavoro non più canzonate altrimenti
continuerò ad oltranza nello sciopero della fame, della sete e dei
farmaci. Non ho paura di morire”. Lo ha detto Vincenzo
Santarcangelo, 41 anni, divorziato con due figli minori, operato al
cuore, incatenatosi da ieri mattina ad una poltrona nell'atrio del
municipio annunciando il suo gesto estremo. Un'altra storia di
disperazione nel “ricco” Metapontino. Ma ecco il racconto fatto
da Vincenzo alla Gazzetta: “La mia vita è stata sempre turbolenta
tra orfanotrofio, collegio, colonia. Da venti anni vivo a Scanzano
Jonico. Voglio un lavoro per non tornare a fare la vita di prima, una
vita disgraziata, di malaffare, di tutto. E' un anno che sto
chiedendo aiuto in municipio ma invano. Promesse a destra, promesse a
sinistra. Passa fra una settimana. Ed io sono passato qui per due
settimane consecutive. Mai ho trovato un assessore, anche per parlare
a livello morale. Qui gli assessori non esistono. Ho incontrato il
sindaco Salvatore Iacobellis più volte. Mi ha sempre detto di non
preoccuparmi, che avrebbe visto lui. In realtà, non c'è stato mai
niente”. Eppure a Scanzano Jonico ci sono una florida agricoltura
ed un fiorente comparto turistico. Il lavoro non dovrebbe mancare:
“Ma io sono stato operato al cuore. Determinati tipi di lavoro non
li posso più fare. Un'operazione durata 12 ore che mi ha colpito
molto a livello psicologico. E mi hanno dato una invalidità del 35%.
Altrimenti non sarei venuto a chiedere aiuto al Comune. Sono muratore
completo, anche se, purtroppo, non posso più fare questa attività.
Dopo 3 mesi dall'intervento avevo ricominciato ma mi si sono gonfiate
le gambe. Posso lavorare nel turismo, magari”. E questo è
l'appello finale di Santarcangelo: “Sto chiedendo aiuto. Non voglio
esser tirato indietro nella vita che facevo prima, un tunnel scuro,
tristezza, malinconia. Ho due figli, uno di 15 anni, una di 10. Cosa
posso dare ai miei figli? Per me venire qui è stata una vergogna. Mi
sento a disagio. La mia bambina viene alle scuole qui. Adesso che
scenderà dal piano di sopra e mi vedrà sarà un'altra pugnalata per
me. Voglio darle il sogno di credere nella dignità e nell'onestà.
Dignità e onestà. Tutti abbiamo diritto. Continuerò sino a quando
non avrò certezze per il futur
IL COMUNE CERCA UN IMPRENDITORE CHE LO
ASSUMA
IL SINDACO IACOBELLIS: “STIAMO
SEGUENDO IL SUO CASO”
SCANZANO JONICO - “Stiamo seguendo
Vincenzo Santarcangelo. Un storia travagliata, la sua. Sino a tre
mesi fa non aveva neanche la carta di identità”. Lo ha detto il
sindaco Salvatore Iacobellis (Pd) quando gli abbiamo chiesto “lumi”
sullo sciopero della fame, della sete e dei farmaci attuato da ieri
nell'atrio del suo Comune dal padre di due figli minori, disperato.
“Quando non aveva la carta di identità, perchè al censimento non
era stato trovato né a Policoro nè a Scanzano, l'ho aiutato per
dargli un indirizzo e, quindi, il documento. Stiamo cercando di
trovargli un lavoro. Ha lavorato per tre mesi a Montalbano Jonico ma
non l'hanno pagato. Due giorni fa è venuto qui e mi ha chiesto
un'occupazione altrimenti si sarebbe incatenato in municipio. Sarei
stato disonesto a dirgli che gli avrei dato subito un lavoro. Stiamo
creando un percorso perchè qualche imprenditore lo assuma”.
Nessun commento:
Posta un commento