TEMPI
LUNGHISSIMI PER LIBERARE LA BASILICATA DAL SUO “BUBBONE”
RADIOATTIVO
Lavori di messa in sicurezza alla fossa irreversibile ora bloccati |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 20.3.17
ROTONDELLA – I
lavori di messa in sicurezza della “fossa irreversibile” (un
blocco in cemento armato
contenente rifiuti nucleari di seconda categoria) sono
bloccati. Come sono bloccati i progetti per la costruzione dei cask,
i due contenitori necessari al trasporto delle barre del ciclo
uranio-torio di Elk River. E si tratta di due dei più importanti
processi di smantellamento dell'Itrec della Trisaia, il “bubbone”
nucleare della Basilicata. Lavori in corso solo per la costruzione
dell'ICPF (Impianto di Cementazione del Prodotto Finito). Questa la
situazione del “decommissioning”, o smantellamento, del sito
radioattivo di cui è incaricata la spa di proprietà del ministero
del Tesoro, Sogin. Situazione di cui la Gazzetta è venuta a
conoscenza dopo aver cercato informazioni sul “destino” della
fossa irreversibile. Fossa che fu interessata, come riportò il 31
agosto 2014 proprio il nostro giornale, da quella che Sogin e Ispra,
l'Istituto superiore per la protezione e la sicurezza ambientali che
agisce da autorità di controllo,
definirono “una anomalia nei lavori di sicurezza del blocco che non
ha prodotto alcuna conseguenza radiologica su lavoratori ed
ambiente”. Il monolite avrebbe dovuto essere messo in sicurezza,
secondo la tabella del cantiere, entro il 16 gennaio 2015, dopo
essere iniziati il 25 giugno 2012, con una spesa di circa 5 milioni e
200mila euro. Esecutrice dell'intervento l'Associazione temporanea di
imprese Onectra-Nucleco con subappaltatrice le società cooperativa
Bollita costruzioni. Invece? Invece risulta alla Gazzetta che Sogin
sia ancora in attesa da Ispra delle autorizzazioni ai progetti di
smantellamento del monolite. Progetti che hanno subito variazioni da
quelli originari proprio dopo il percolamento di liquido dall'interno
della struttura di contenimento di rifiuti nucleari, che si
consideravano, evidentemente, solo solidi, avvenuto nell'agosto 2014.
Quanto occorrerà attendere ancora? Chissà. Come non si sa quando
arriverà l'approvazione, sempre di Ispra, attesa addirittura dal
2011, del
Rapporto di progetto particolareggiato della
costruzione dei cask, i due speciali contenitori che dovrebbero
servire per il trasporto per cielo, terra o mare, delle 64 barre
radioattive del ciclo uranio-torio custodite nella piscina
dell'Itrec. Tempi lunghissimi, dunque, per liberare la Basilicata ed
il Metapontino dal loro “bubbone” nucleare.
ESEGUE
LA SOGIN SPA. LAVORI IN CORSO ALL'IMPIANTO “ICFP”
ROTONDELLA
– Lavori in corso al centro atomico dismesso Itrec della Trisaia da
parte dell'incaricata Sogin spa, secondo le informazioni assunte
dalla Gazzetta, all'Impianto
per il condizionamento del prodotto finito, indicato con l'acronimo
ICPF. Si tratta della struttura di cementazione finalizzata alla
messa in sicurezza dei rifiuti nucleari liquidi stoccati nel sito
lucano mediante neutralizzazione e solidificazione e successivo
inglobamento della corrente radioattiva nella matrice cementizia. La
nuova struttura è in fase di realizzazione nella zona del Centro
Enea data in concessione alla Sogin, la società interamente pubblica
a cui il Governo ha affidato l'esecuzione delle operazioni di
bonifica ambientale e del riporto a “prato verde” dell'area.
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