NUCLEARE. SCANZIAMO LE SCORIE BATTE TUTTI SUL TEMPO. ECCO LE SUE OSSERVAZIONI SU PROGRAMMA NAZIONALE PRESENTATO DAL GOVERNO: “NO A RIFIUTI RADIOATTIVI IN BASILICATA”
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 24.8.17
SCANZANO JONICO - “Ecco le nostre osservazioni al
Programma nazionale delle scorie nucleari elaborate dal Governo.
Osservazioni che tutti, cittadini, enti, associazioni, possono
presentare entro il 13 settembre prossimo. No ai rifiuti radioattivi
in Basilicata”. Lo ha comunicato l'associazione ScanZiamo le scorie
nata poche ore dopo la notizia, 13 novembre 2003, con cui il
Consiglio dei ministri, premier allora Silvio Berlusconi, aveva reso
noto che i giacimenti di salgemma di Terzo Cavone, sulla riva dello
Jonio, sarebbero diventati il Deposito unico delle scorie atomiche
d'Italia. Uno “spauracchio” contro cui continua a battersi il
movimento nato nel Metapontino che, sulla presentazione delle citate
osservazioni, ha battuto tutti sul tempo. “Ci sono aree della
nostra regione - ha sostenuto il portavoce dell'associazione Pasquale
Stigliani - ancora interessate dalla costruzione del Deposito.
Un’opera che distruggerebbe la storia e l’economia del nostro
territorio. Per questo è necessario che i lucani si oppongano, come
nelle 15 giornate di Scanzano Jonico del 2003, per dire no alle
scorie in Basilicata. Tutti possono far sentire la propria voce
partecipando alla consultazione sulla Valutazione del Programma
nazionale. Così, noi abbiamo elaborato le nostre osservazioni
validate per gli aspetti tecnici dalla “Commissione scientifica sul
decommissioning nucleare” presieduta dal professor Massimo Scalia e
da Giorgio Parisi. Osservazioni che condivideremo con la Regione e le
altre associazioni in un incontro che si terrà il 1 settembre
prossimo. Auspichiamo che il nostro lavoro possa essere utilizzato
integralmente”. Ma su cosa sono incentrate le “note” di
Scanziamo le scorie? Stigliani: “Sono incentrate su diversi aspetti
del Programma. Non si comprende, ad esempio, quale sia la strategia
per il Deposito dei rifiuti ad alta attività per cui si ripropone la
soluzione geologica, quella che nel 2003 si voleva realizzare proprio
a Scanzano, e che non ha trovato ancora nel mondo una collocazione
definitiva. E quella scellerata idea venne respinta per motivi
tecnici e per la forte protesta di 15 giorni che costrinse il Governo
a cancellare dal decreto il nome di Scanzano Jonico. Altro aspetto
riguarda la messa in sicurezza del centro Itrec di Rotondella per i
quali non sono tollerabili gli slittamenti dei crono-programmi per la
conclusione dell’attività di smantellamento dal 2021 al 2026 con
l’incremento dei pericoli per la salute e la sicurezza dei
cittadini e anche dei costi”.
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