SCANZANO J. – Il Comune
del centro del Metapontino verso la costituzione di parte civile nei
procedimenti intentati dalla magistratura verso quanti sono stati
coinvolti nelle due operazioni antimafia Crusca e Centouno dei mesi
scorsi. Tanto si evince dopo l'interrogazione presentata dalla
consigliera di opposizione, Maria Giovanna Merlo (Scanzano Libera), e
dalla risposta indiretta, tramite la Gazzetta, del sindaco Ripoli.
Merlo: “Dopo due Consigli comunali aperti ed una fiaccolata in
occasione dell'incendio doloso che distrusse l'auto del dirigente
dell'ufficio tecnico, Marcello Iannuzziello, ho ritenuto opportuno
chiedere al primo cittadino di trasformare la solidarietà espressa
con parole alle persone che hanno subito danni anche con un atto
formale della Giunta comunale. E ciò a tutela del nostro territorio.
E' vero che occorre aspettare i tre gradi di giudizio per affermare
la colpevolezza di chi è accusato ma io ritengo che
l'amministrazione debba far capire che sta dalla parte della
legalità. Quale modo migliore che non la costituzione in giudizio?”
Ed ecco la risposta di Ripoli: “Stabiliremo sotto il profilo
strettamente tecnico la possibilità della nostra costituzione nei
processi. Credo, però, che la risposta sarà positiva tanto che
delibereremo in merito nel prossimo Consiglio. Stante anche la
richiesta della minoranza. Non essendo noi parte lesa nei
procedimenti in corso, tuttavia, non sappiamo, al momento, a quando
sono state fissate le udienze. Ferma restando la presunzione di
innocenza per quanti sono indagati preciso che è stata l'immagine
collettiva di Scanzano Jonico che ha subito sicuramente dei danni.
Valuteremo sotto il profilo tecnico, ripeto, la nostra costituzione
in giudizio e se sarà possibile, come credo, decideremo di
conseguenza”.
IL MAXIBLITZ RUSCA DEL 4.10.18 |
SCANZANO JONICO – Le due lunghe notti dei blitz condotti dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Potenza contro clan considerati mafiosi scattarono nel centro del Metapontino e dintorni alle 3.30 del 4 ottobre e del 4 febbraio scorsi. Si trattava delle Operazioni denominate Rusca la prima e Centouno la seconda. In entrambe il centro urbano venne “invaso” da forze dell'ordine. Si trattò di vaste operazioni anticrimine. Il 4 ottobre furono eseguite tra Scanzano Jonico, Tursi, Nova Siri, Policoro e Montalbano Jonico, decine di perquisizioni domiciliari. Imponente lo schieramento in campo: 170 carabinieri, 70 poliziotti, 70 finanzieri. Con loro un nucleo guastatori ed unità cinofile. In ausilio alle forze di “terra” anche allora un elicottero. Al centro dell'indagine traffici di droga, estorsioni, attentati incendiari dolosi notturni, reati che sarebbero stati commessi negli ultimi otto anni nell'intero Metapontino ma, in particolare, a Scanzano Jonico. Le perquisizioni erano finalizzate, in 25 casi, anche alla notifica di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Potenza, Lucio Setola, su richiesta del procuratore distrettuale della Repubblica, Francesco Curcio. Il 4 febbraio una sorta di continuazione con l'operazione Centouno. Alle 5.45 un comunicato della Procura della repubblica di Potenza-Direzione distrettuale antimafia informò che 21 arresti erano in corso tra Scanzano Jonico e Policoro a carico di altrettanti affiliati ad un clan mafioso attivo nei due centri del Metapontino. Ad eseguire le misure cautelari emesse dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Potenza, su richiesta della Dda, erano i carabinieri del Comando provinciale di Matera e del Ros, della Compagnia e del Nucleo operativo e radiomobile di Policoro.
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