LA LOTTA ALLA OMOTRANSFOBIA:
“SITUAZIONE PEGGIORATA, PIU’ DISCRIMINAZIONI”. IL DIRITTO AD ESSERE SE'
STESSI. DI SEGUITO IL “FOCUS” DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
SERVIZIO FOTOGRAFICO DI ANTONIO GENOVESE |
FONTE LAGAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT
IL NOSTRO FOCUS
«MATERA PRIDE», SFILA IL DIRITTO ALL’IDENTITÀ: OLTRE MILLE IN CORTEO
LA LOTTA ALL’OMOTRANSFOBIA. SIGILLINO: «LA SITUAZIONE È PEGGIORATA, PIÙ DISCRIMINAZIONI»
CARMELA COSENTINO
22 LUGLIO 2023
MATERA - «I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, sennò chiamateli privilegi!». Questa frase di Gino Strada sintetizza in poco battute un problema atavico che oggi sta facendo esplodere proteste e richieste di tutele legali, dalla Lombardia alla Basilicata. Potenza e Matera sono due microcosmi se paragonati alle grandi metropoli italiane, ma anche qui l’omofobia è alta, e non sono mancati negli anni atti di violenza fisica e verbale, bullismo, mobbing e discriminazione sui posti di lavoro. Le associazioni ne parlano. Sostengono con forza i diritti della comunità Lgbtqia+, e non perché diventi una casta privilegiata, ma perché gli individui che la compongono siano riconosciuti cittadini alla pari, con gli stessi diritti garantiti dalla Costituzione. Il percorso è lungo ma in costruzione.
Oggi per il «Matera Pride», la terza edizione dal 2019, scenderanno in piazza gli organizzatori – attivisti di Agedo Matera (associazione dei genitori parenti e amici di persone Lgbtqia+), Risvolta e Matera Rumore sostenuti dalle associazioni partners e da privati, dall’Amministrazione comunale, dalla Crpo (Commissione regionale per le pari opportunità). Attesi all’evento migliaia di partecipanti. Si spera però nei grandi numeri, dopo l’avvio con il botto durante l’anno di Matera Capitale europea della cultura che ha fatto registrare 7mila presenze e la discesa a 4mila partecipanti lo scorso anno.
Oggi l’obiettivo è risalire coinvolgendo tutti i cittadini in una festa collettiva che accende i riflettori non sulla diversità ma sul diritto di tutti di essere se stessi. Ragioni che hanno spinto gli organizzatori a redigere il Manifesto politico della comunità Lgbtqia+. Una fotografia accurata di vuoti normativi e carenze di servizi, con proposte che, se attuate, migliorerebbero di gran lunga il quadro attuale.
A Matera «casi di discriminazione per l’orientamento sessuale sono visibili – dice il direttore artistico del Pride, Stefano Siggillino – Proprietari di appartamenti che non fittano le case alle coppie omosessuali, casi mobbing sul lavoro, insulti che travolgono in particolar modo le persone trans e ragazzi che stanno portando avanti il percorso di transizione di genere. Dal 2019 ad oggi la situazione è peggiorata. La gente si sente giustificata dal nuovo Governo a compiere atti di violenza e discriminazione nei confronti di qualsiasi tipo di minoranza. E questo perché non esiste ancora una legge contro l’omolesbobitransfobia».
A Matera ciò che manca «è la comunità, è avere dei punti di riferimento per non vanificare il lavoro fatto in questi anni. Ma soprattutto è importante ascoltare anche le esigenze dei ragazzi. Sono tanti i ragazzi del liceo che stanno richiedendo in modo autonomo di essere riconosciuti con il loro nick name. Non è una moda. La nuova generazione è molto più propensa alle scelte indipendenti. Un passo per arrivare all’istituzione del registro alias, con il pieno riconoscimento del nome di elezione, utilizzabile nelle tessere, negli abbonamenti e in altri documenti comunali».
Altro punto. Maggiore informazione e comunicazione. «Si viaggia per stereotipi che generano offese a discriminazioni. Da qui la richiesta alle amministrazioni pubbliche di istituire una Carta etica dei Servizi per tutelare le persone Lgbtqia+, rafforzare gli help center di antidiscriminazione e potenziare e sostenere finanziariamente i centri antiviolenza».
Richieste che trovano d’accordo Nadia Girardi, trans potentina, attivista dei diritti della comunità Lgbtqia+. Il suo percorso per affermare la propria identità è stato tortuoso, in famiglia e nella società. Residente a Potenza, e per quattro anni, dal 2014 al 2017, presidente dell’Arcigay Basilicata, traccia un quadro che non si discosta molto da quello materano.
«Le cose da fare sono tante – sottolinea – dal mondo del lavoro alla scuola, alla società. Siamo considerati diversi, ma per noi è la normalità. Per me è la normalità. Io sono Nadia, ho voluto sempre essere quello che sono, e con coraggio e determinazione sono sempre andata avanti».
LA CARICA DEI MILLE
Oltre
mille persone - ma altre se ne sono aggiunte durante il tragitto - stanno
partecipando a Matera al «Matera Pride 2023» per percorrere alcune delle
principali vie della città con la richiesta di riconoscimento dei diritti.
Il corteo - con musica, canzoni, bandiere arcobaleno e slogan - ha per
protagonisti in particolare i giovani. Vi partecipano anche amministratori
locali, sindacalisti, dirigenti di associazioni che operano nel sociale.
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