UNO SCEMPIO AMBIENTALE. NOSTRO REPORTAGE
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 20.12.16
SCANZANO JONICO – La spiaggia e la pineta che non
ci sono più si trovano a Terzo Madonna, sulla riva sinistra del
fiume Agri. L'erosione costiera ha divorato in pochi anni almeno 200
metri di arenile e di fascia boscata. Di fatto, uno degli
stabilimenti balneari che per decenni aveva lavorato qui, da qualche
anno non può aprire più. La particella data in concessione dalla
Regione si trova a 150 metri dalla battigia. Praticamente il
concessionario dovrebbe montare le sue strutture su palafitte. Ma,
distrutto il turismo, ora è in pericolo anche l'agricoltura a Nord
della foresta artuificiale. Domenica siamo stati in sopralluogo nella
zona. Subito, il primo “pugno nello stomaco”. L'accesso a quello
che una volta era il lido è vietato da un nastro catarifrangente:
Ionio off limits in questa spiaggia di Scanzano Jonico, cuore
geografico del Metapontino ed ora cuore del gravissimo fenomeno
dell'erosione costiera. A destra dell'area vietata quel che è stato
il primo, ed unico, intervento di contrasto attuato qui: una sorta di
grande barriera in pietra naturale, lunga circa 700 metri, a
protezione dell'arenile e della fascia boscata retrostanti. Spesa di
240mila euro a carico della Regione. E, anche se l'effetto estetico è
dirompente, pare che i tratti dietro alla “muraglia” si siano
salvati. Lo abbiamo verificato ai suoi terminali. Dirigendoci verso
la foce dell'Agri, ad esempio, distante circa 1 km, abbiamo visto
aree in cui lo Jonio, e non si trattava di una giornata di mare
mosso, era penetrato ampiamente nella pineta. Tantissimi gli alberi
abbattuti dalle onde. Tantissimi i tronchi galleggianti. Se
continuerà così tra qualche anno la fascia boscata costiera non
esisterà più. La sua funzione di protezione dei frutteti e delle
culture dai venti marini verrà meno. Ma il pericolo è anche un
altro. Il salto che le onde debbono compiere per invadere la zona
sotto al livello del mare soprastante la boscaglia, una sorta di
conca, è di pochi metri. Divorati quelli il mare si aprirà un varco
verso Nord. E le colture saranno invase dalle acque saline. Dopo il
turismo morirà anche l'agricoltura di Terzo Madonna, una delle aree
più fertili del Metapontino. Infine, l'ultimo allarme. Lateralmente
alla foce dell'Agri, c'è lo sbocco del canale dell'idrovora del
Consorzio di bonifica. La parte terminale delle briglie di
contenimento, a sinistra, sono state distrutte della furia delle
acque marine. Che sono risalite a 10 metri da un ponte realizzato
sulla struttura consortile. Se lo Jonio invaderà il canale,
l'idrovora andrà in tilt. Terzo madonna è in pericolo di vita.
CASTELLUCCIO (FI): “ORA SI CONVOCHI UN NUOVO TAVOLO TECNICO”
SCANZANO JONICO - “Per contrastare l'erosione della costa nella spiaggia di Terzo Madonna e lungo il litorale di Metaponto, ora che il governo Gentiloni ha la pienezza dei poteri, è necessario riconvocare il tavolo tecnico insediato dal ministro all’ambiente Gian Luca Galletti la scorsa estate per non perdere altro tempo e fare chiarezza sulle risorse finanziarie disponibili che il presidente Marcello Pittella, nella primavera scorsa, quantificava tra i 5 e i 7 milioni di euro”. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale, Paolo Castelluccio (Pdl-FI), intervenendo sul fenomeno dell'erosione nel Metapontino. L'esponente del partito di Berlusconi ha sottolineato che “i fondi ci sarebbero: la destinazione di una quota degli oltre 26 milioni di euro stanziati per il settore ambiente dal Cipe alla Basilicata con l'obiettivo di contrastare il fenomeno, come ci sono le cosiddette linee guida nazionali messe a punto dal ministero e da istituti di ricerca. La situazione, infatti, è sempre più grave e se non si interviene per tempo rischia di pregiudicare la stagione turistica 2017”.
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