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sabato 23 settembre 2017

POLICORO. NIPOTE CHIEDE SOCCORSO AL 112 E COSÌ SALVA LA ZIA DALLA VIOLENZA



LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 23.9.17
POLICORO – Questa volta l'aggressore è stato preso in tempo. Prima che potesse commettere violenze ancora più inaudite di quelle, che dal mese di giugno, aveva già commesso sulla sua compagna convivente. Che è stata salvata nel corso dell'ennesimo attacco grazie ad una nipote che ha telefonato al 112. L'uomo, D. R., 44 anni, di nazionalità italiana come la sua vittima, è stato arrestato in flagranza di reato di maltrattamenti in famiglia giovedì sera dai carabinieri della locale Compagnia ed accompagnato nel carcere di Matera. I militari della Stazione e dell’aliquota Radiomobile, dopo la telefonata al numero di emergenza, erano arrivati nell’abitazione seganalata, nel centro della città, dove hanno trovato e bloccato il compagno, in stato di alterazione e agitazione. Era stata la nipote della vittima che, sentendo le urla, aveva assistito a parte della scena ed aveva visto la zia fuggire di casa. La donna, impaurita, per sottrarsi all’ira e alla violenza dell'uomo che senza alcun motivo aveva iniziato a minacciarla e a colpirla, era fuggita di casa e si era nascosta all’interno di un magazzino nelle vicinanze della sua abitazione dove l’hanno effettivamente rintracciata gli uomini dell'Arma. Sono seguiti, come ovvio, gli immediati accertamenti del caso. Le indagini hanno consentito agli investigatori di verificare che l’episodio di violenza non era che l’ultimo, in ordine temporale, di una serie di offese, minacce e violenze fisiche. Episodi che duravano fin dall’inizio della relazione con l’uomo risalente a soli tre mesi fa. I carabinieri, così, hanno potuto accertare fatti, purtroppo, già “visti” in casi similari. Pochi giorni prima, ad esempio, la malcapitata donna, dopo aver subito l’ennesima aggressione in cui era stata picchiata nel corso di una lite nata per banali motivi, a causa dei persistenti e forti dolori al torace, si era recata al Pronto soccorso dell’ospedale di Policoro, riferendo di esser caduta, con i medici che le avevano riscontrato la frattura di tre costole. La vittima, che viveva da sola con il suo aguzzino, non aveva mai confidato alla sua famiglia né denunciato prima ad alcuna forza di polizia le violenze subite poiché sottomessa psicologicamente all’uomo ed intimorita al pensiero di sue ritorsioni ancora più violente sia nei suoi confronti sia nei confronti dei suoi familiari. E per D.R. sono scattate le manette.


SENZA PAURA. LE FORZE DELL'ORDINE INVITANO A DENUNCIARE
POLICORO – Le donne che subiscono violenza dai loro compagni, partner, mariti, padri, fratelli, amici, hanno il dovere di denunciare le aggressioni subite. Che sono di vario genere e di varia natura e gravità ma che sono pur sempre gravissimi reati perseguibili per legge. L'invito alla segnalazione alle forze dell'ordine, è arrivato, dopo l'operazione condotta giovedì sera dai carabinieri della Compagnia del centro jonico, dallo stesso comandante, la capitana Chiara Crupi. Il fatto che a guidare l'importante presidio delle forze dell'ordine, con giurisdizione su molti Comuni del Metapontino e dell'area del Basso Sinni, sia una donna deve spingere le vittime delle violenze a denunciare, con maggior fiducia, quanto subiscono. Senza paure.

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