MORIRE DI LAVORO. PUÒ ACCADERE AI MEDICI ITALIANI.
ERA GIÀ SUCCESSO. E’ SUCCESSO. ACCADRÀ ANCORA? PUBBLICHIAMO LA POESIA DI
GELTRUDE IN ONORE DI BARBARA E COME MONITO PER SALVAGUARDARE CHI DÀ LA SUA VITA
PER SALVARE QUELLA DEGLI ALTRI. CON LA DOTTORESSA DI POLICORO SCRIVIAMO DI
FRONTE A QUESTI FATTI ORRIBILI E ATROCI: “NON RESTIAMO IN SILENZIO”. DI SEGUITO LA POESIA “A
BARBARA”
BARBARA CAPOVANI (FOTO PISATODAY.IT) |
GELTRUDE CONSALVO AL LAVORO |
A BARBARA
I segni del tempo sono cicatrici,
su cui si riaprono ferite
che ogni volta ricuci,
ma queste ultime
ti porteranno via per sempre,
non ti daranno il tempo che ti serve…
Su di te la rabbia si è compiuta,
ingiusta, cieca,
libera ormai dalla gabbia
che l’ha contenuta.
Tutto è finito e già si sapeva,
ma in un mondo banale
anche il male così manifesto,
non serve a tutelare.
La divisa di reparto
col proprio senso di appartenenza,
per rendere uguali nella differenza,
che agli occhi degli altri esiste
e rende ora inaccettabile
la tua mancanza…
Il tuo urlo muto
non si sente,
il tuo No
nell’aria è assente,
con tutto quello che hai dato,
con tutto quello
a cui hai rinunciato
e che purtroppo non ti ha salvato…
Di te comunque faremo senza,
del tuo modo di curare
fino all’ultimo minuto
della tua presenza…
Io sono qui
dietro al tuo treno
ormai fermo sui binari,
riverso su un fianco,
immobile rimani,
dopo l’ultima corsa interrotta…
E resto ancora a guardare,
avvolta dal gelo,
avvolta dal buio,
adesso lo sento
il tuo ultimo grido di lotta,
non più muto,
ma così prepotente
per farmi sentire protetta
e che mi accompagnerà per sempre… ❤️
GELTRUDE CONSALVO, MEDICO DI MEDICINA GENERALE, MILANO
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