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sabato 2 marzo 2019

SCANZANO JONICO. RIPOLI “LA CITTA' DELLA PACE NON ACCOGLIERA' I MIGRANTI DE LA FELANDINA”. LA SMENTITA DOPO LE DICHIARAZIONI DEL PREFETTO BELLOMO

IL CANTIERE CHIUSO DELLA CITTA' DELLA PACE
 SCANZANO JONICO - “Non mi risulta che un centinaio di migranti stagionali che vivono attualmente nella baraccopoli realizzata nei capannoni de La Felandina, a Metaponto, saranno trasferiti dalla Regione nella costruenda Città della pace di Terzo Cavone. Qualche tempo fa ho parlato della questione con Pietro Simonetti, responsabile regionale della task forze sull'immigrazione, ed egli mi ha garantito che non c'è una ipotesi del genere in campo”. Lo ha detto il sindaco del centro del Metapontino, Raffaello Ripoli (Movimento civico scanzanese) quando gli abbiamo chiesto “lumi” su una dichiarazione fatta il 28 febbraio scorso dal prefetto di Matera Antonella Bellomo: “Il massimo ente locale regionale sta pensando di poter utilizzare la struttura della Città della pace in costruzione a Scanzano Jonico per dare un alloggio ad un centinaio di persone che vivono nei capannoni abbandonati dell'ex consorzio industriale alla confluenza della Basentana con la Jonica”. Ma ecco ancora il primo cittadino: “Avevo già sentito parlare di questa possibilità qualche mese fa, da qui il mio interessamento. Non si tratta, però, di una soluzione praticabile. Il progetto della Città della pace è finalizzato a fini formativi, culturali e di ricerca e non residenziali per migranti regolari. Non sarà, cioè, un centro di accoglienza o qualcosa similare. Noi escludiamo l'ipotesi paventata dal prefetto come abbiamo già esposto a Simonetti. Anche perchè Scanzano Jonico si è messo in regola coi doveri di ospitalità avendo adempiuto, con le famiglie attualmente accolte nei locali della parrocchia, proprio a Terzo Cavone, ai nostri obblighi in materia”. Intanto, nell'area che doveva servire da cimitero atomico nazionale, come è risultato da un nostro sopralluogo di due giorni fa, vi sono due cantieri chiusi: quello della Città della pace e quello dell'Abitazione della pace, la cui prima pietra fu posta dal premio Nobel Betty Williams il 23 marzo scorso. Quando saranno riaperti? Ripoli: “Il cantiere della “Città” potrebbe partire con i fondi del ribasso d'asta. C'è, però, la possibilità concreta di ricevere due milioni di euro dallo Stato, facendo delle varianti al progetto prima di riprendere i lavori. La realizzazione dell'“Abitazione”, invece, è quasi ultimata. Si tratta di tre moduli abitativi che accoglieranno altrettante famiglie di rifugiati costrette a fuggire dalle proprie case e dal proprio Paese di origine a causa di persecuzioni e guerre”. 

(ARTICOLO PROGRAMMATO PER OGGI MA RINVIATO PER ALTRE NOTIZIE URGENTI. LA DICHIARAZIONE DI SCIOPERO AD OLTRANZA DELLA GAZZETTA MI SPINGE A PUBBLICARLO SUL MIO BLOG)

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