SCANZANO JONICO. FRANCESCO IANNELLO E
FRANCESCA TRIPODI PRONTI ALLO SCIOPERO DELLA FAME SE LA SITUAZIONE
NON SI SBLOCCHERA'
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 26.2.15
SCANZANO JONICO – Possono vivere due
pensionati, malati, senza acqua potabile in casa, nel 2015, al centro
di un centro abitato? No. “Ma mio padre Francesco, di 83 anni, e
mia madre Francesca Tripodi, di 80 – ha detto Domenico Iannello –
vivono in questa condizione da più di tre anni. Tanto che hanno
dovuto intraprendere un contenzioso legale con le Ferrovie dello
Stato, proprietarie dell'ex casello di via Nenni 16, che va avanti da
anni. Mercoledì scorso, in tribunale, a Matera, c'è stata una
ennesima udienza dell'incidente di esecuzione chiesto per costringere
l'ente ad ottemperare ad una sentenza della magistratura. Le Ferrovie
hanno chiesto il preventivo dei lavori ad Acquedotto Lucano. Che lo
elaborerà in una ventina di giorni. Prossima udienza il 15 aprile
prossimo”. Qualcosa si nuove, dunque, in questa vertenza d'altri
tempi che ha fatto il giro d'Italia su stampa e tv? “Qualcosa si
muove – ha risposto il nostro interlocutore – ma occorrerà far
presto. Le Ferrovie potevano chiedere il preventivo quando 18 mesi fa
sono state condannate a ripristinare la condotta idrica potabile
fatiscente. Quanto tempo passerà per progettazione, appalto,
autorizzazioni, esecuzione, prima che i lavori si concludano?” Da
qui l'idea di una protesta estrema: “Io ed i miei genitori
metteremo in atto manifestazioni eclatanti, come lo sciopero della
fame, se la situazione dovesse andare per le lunghe”. I coniugi
Iannello vivono nel casello da 43 anni. Tre anni fa, Ferrovie dello
Stato, per le bollette elevatissime, causa perdite della condotta,
tagliò la fornitura dotando l'abitazione di un bombolone definito
“provvisorio” ma che è diventato permanente. Così, i due
pensionati, lui ex ferroviere, pagano l'acqua potabile ad 1,80 euro
al metro cubo, più 72 euro a viaggio, 2 - 3 al mese, alla ditta di
trasporto. “Non ce la facciamo più – hanno ribadito Francesco
Iannello e Francesca Tripodi. Il bombolone è sempre lì. D'estate
puzza. Per noi si tratta di un disagio notevole”.
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