LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1.5.15
Non c'è solo il parroco di San Costantino di Rivello, don Antonio Calderaro, 49 anni, tra gli insospettabili finiti nell'inchiesta Logout sul giro di pedofilia scoperto dai carabinieri della Compagnia di Policoro a Nova Siri. “Scoperta” dovuta alla sorella maggiorenne del bambino che sarebbe stato abusato dagli “orchi” accortasi che suo fratello aveva appuntamenti segreti con gente adulta conosciuti su un sito di incontri on line. Ed una volta accertati i confini della turpe vicenda ha accompagnato il bambino nella Stazione dei carabinieri. Qui il ragazzino, ascoltato dagli investigatori con l’ausilio di una psicologa infantile, avrebbe raccontato quanto gli era accaduto. Dopo di che sono scattate le indagini che hanno costruito i capi di accusa nei confronti degli otto indagati: adescamento e atti sessuali con minore, aggravati dalla continuazione. In un caso, è stato contestato anche il reato di sfruttamento della prostituzione poichè uno degli uomini avrebbe versato soldi al ragazzino dopo il rapporto sessuale. Così, il 21 aprile scorso, il blitz degli uomini dell'Arma. Arresti domiciliari per don Antonio Calderaro; un operaio di Miglionico, Attilio D’Alessandro; e per Gino Montinari, cameraman di Scanzano Jonico. Alle altre cinque persone indagate è stato disposto l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Per ora si conoscono solo i nomi di quattro di loro: Umberto Sorrentino, Vincenzo Casanova, Giancarmelo Varasano e Tommaso Tullo. Tra loro vi sono un barese ed anche un torinese. Del quinto uomo, al momento, non si conoscono le generalità ma si sa che si tratta di un cittadino extracomunitario residente all'epoca dei fatti a Policoro e poi trasferitosi. I carabinieri sono sulle sue tracce. Non si escludono sviluppi ulteriori dell'inchiesta.
LA VICENDA
MESSAGGI E INCONTRI
La “storiaccia” di pedofilia al centro dell'operazione
“Logout” condotta dalla Procura distrettuale di Potenza è
esplosa, il 21 aprile scorso, a Nova Siri. Un ragazzino, minore di 14
anni, sul finire del 2012 e nel corso del 2013, ha “chattato” su
un sito di incontri con persone che hanno nascosto la loro vera
identità. Dai messaggi agli appuntamenti dal vivo il passo è stato
breve. Secondo le accuse, quanti hanno approfittato della vittima,
otto adulti, tre lucani, due del Materano, uno del Potentino, più
cinque di altre regioni d'Italia, hanno lusingato il bambino con
promesse disparate. E si sono incontrati con lui. Cosa accadeva nelle
auto di questi uomini lungo le strade del litorale dello Jonio è
qualcosa di turpe. Gli inquirenti, sulla vicenda, hanno mantenuto e
mantengono il riserbo più assoluto al fine, importantissimo, di
proteggere il presente ed il futuro del ragazzino coinvolto ed anche
quello della sua famiglia. Più volte, in maniera disgiunta fra loro
ma reiteratamente, gli otto uomini avrebbero avuto incontro carnali
con la vittima. Una storia da far rabbrividire.
Nessun commento:
Posta un commento