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martedì 10 gennaio 2017

NOVA SIRI. IL PAESE SENZ'ACQUA SINO ALLE 8 DI OGGI PER LE TUBATURE GELATE. E IL MONDO DELL'AGRICOLTURA CHIEDE LO STATO DI CALAMITÀ

ANCHE SE C'È CHI DICE CHE IL RISTORO DEI DANNI È POSSIBILE (IL SINDACO STIGLIANO E FABBRIS, DI ALTRAGRICOLTURA) E CHI EVIDENZIA I LIMITI DELLA LEGGE IN VIGORE (CORRADO, CONFAGRICOLTURA)
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 10.1.17

NOVA SIRI – Il Comune jonico al centro delle cronache dal Metapontino dei danni derivanti dall'ondata di freddo polare che ha investito la Basilicata. Il centro collinare, infatti, e zone limitrofe, da ieri alle 11 alle 8 di stamane, salvo imprevisti, è rimasto senz'acqua potabile. Nel frattempo il sindaco Eugenio Stigliano ha diramato un comunicato in cui ha assicurato il suo impegno per il ristoro dei danni alle aziende che li segnaleranno al Comune. Un suo concittadino, Giuseppe Corrado (Confagricoltura), però, aveva già evidenziato con un post su facebook che i danni alle produzioni non sono indennizzabili. E Fabbris (Altragricoltura): “Se il Governo nazionale riconoscerà l'eccezionalità dell'evento mettendo i soldi necessari allora i danni potrebbero essere ristorati”. Ma andiamo con ordine. Il fax con cui Acquedotto lucano (Al) ha informato della sospensione dell'erogazione idrica per un “inconveniente alla condotta adduttrice al serbatoio causa gelo” era arrivato alle 10.20 di ieri. Fax subito postato sul sito dell'ente. Su Notizie dal Comune #amministrazione social, invece, attorno alle 15, il primo cittadino ha comunicato che era disponibile “dalle 16, in Piazza Plebiscito, una autobotte, messa a disposizione dall'Associazione di Protezione civile Minerva”, per tutti i cittadini che non avevano avuto la possibilità di approvvigionarsi di acqua specificando che quella distribuita non doveva essere utilizzata per uso potabile. Si spera che stamane Al abbia garantito la soluzione del problema. Lo stesso sindaco Stigliano, sempre in tema di maltempo, aveva informato che “si sta conducendo, di concerto con le organizzazioni agricole ed esperti, una rilevazione sui danni alle colture ortofrutticole. Tanto, con l’auspicio che i danni accertati, che saranno prontamente comunicati ai competenti Uffici regionali, trovino ristoro negli eventuali contributi che la Regione vorrà stanziare per fronteggiare tali emergenze. Mi impegnerò personalmente affinchè, a tutti i livelli, vi sia attenzione su questa vicenda che merita un piano straordinario di intervento”. Ma il caso ha voluto che qualche ora prima un suo concittadino, Giuseppe Corrado (Confagricoltura), titolare dell'azienda agricola Pantanello, avesse postato su facebook queste parole: “Oggi ancora -2,6 gradi. Congela tutto. Intanto aspettiamo i sopralluoghi che non porteranno a nulla poiché la legge 102/04 espressamente non prevede ristoro da danni alle produzioni, che è il più consistente, ma solo per quelli alle strutture. Con tutta la buona volontà dell'assessore regionale Luca Braia, quindi, poco si può fare. In Basilicata come nel resto d'Italia. Va riformata urgentemente la legge. Magari rivedendo quella abrogata 185/92 e successive. Così non si può stare. E' una vergogna”. Abbiamo chiesto “lumi” a Gianni Fabbris (portavoce di Altragricoltura e del movimento Riscatto) che ha spiegato: “Lo Stato deve riconoscere che si è trattato di un evento eccezionale e deve mettere i soldi sulla legge per le calamità che contiene solo briciole. Per questo si limitano le colture indennizzabili. Dovranno essere le Regioni a dimostrare, proprio tramite le segnalazioni raccolte dalle imprese danneggiate, che si è trattato di un evento fuori dal “normale”. Meglio sarà se questa azione di pressing venga condotta insieme da Molise, Campania, Basilicata, Puglia, e dalle altre del Sud. Bene faranno, dunque, gli ortofrutticoltori a presentare i moduli diramanti dalla Regione. Regione che ha un mese di tempo per dichiarare lo stato di calamità. E le assicurazioni sono proibitive per i produttori”.

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