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giovedì 16 novembre 2017

MATERA. ASSOLUZIONE PERCHÈ IL FATTO NON COSTITUISCE REATO PER GIANNI FABBRIS (ALTRAGRICOLTURA) ED ALTRI 14 IMPUTATI DI RAPINA AGGRAVATA, DELL'ESTORSIONE AGGRAVATA, DELLA VIOLENZA PRIVATA E RESISTENZA

I FATTI RISALENTI AL 2014. FABBRIS: “FINALMENTE RICONOSCIUTO CHE CONDURRE ATTIVITÀ SINDACALI NON È REATO”

Gianni Fabbris, al centro, e avv. Antonio Melidoro, col berretto, davanti all'azienda interessata
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 16.11.17
 
Assoluzione perchè “il fatto non costituisce reato” da parte del tribunale di Matera per Gianni Fabbris (portavoce nazionale di Altragricoltura) ed altri 14 imputati per rapina ed estorsione aggravate, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale. Ed il sindacalista, dopo la sentenza: “E' stato riconosciuto che condurre attività sindacali non è reato”. Ma andiamo con ordine. Dopo 2 anni e 10 udienze la corte presieduta da Giuseppe De Benedictis, a latere Danilo Staffieri e Valerio Giovanni Antonio Sasso, ha emesso sentenza di assoluzione. I fatti risalgono al 2014 quando la Procura di Matera, guidata allora da Celestina Gravina, chiese l'arresto del rappresentante sindacale per la sua attività di difesa di una delle aziende agricole del Metapontino vendute all'asta. La Procura notificò le sue accuse a Fabbris ed agli altri imputati al termine di una conferenza stampa tenuta nella sala parrocchiale di Rione Agna a Matera tramite agenti che poi perquisirono l'abitazione del dirigente sindacale e del titolare dell'azienda interessata. Fabbris fu sottoposto al provvedimento dell'obbligo di dimora. Così, nel dibattimento finale, il pubblico ministero Salvatore Colella, pur riconoscendo come insussistenti parte delle accuse, ha chiesto la condanna degli imputati per violenza privata (otto mesi per tutti, un anno per Fabbris). E' toccato agli avvocati Leonardo Pinto, difensore del portavoce di Altragricoltura, e Antonio Melidoro, del Soccorso Contadino, a difesa della maggior parte degli altri imputati, smontare le accuse dimostrando, oltre alla insussistenza delle accuse di violenza, rapina ed estorsione, come in realtà l'iniziativa svolta era una legittima attività sindacale. Nelle loro conclusioni, altresì, Pinto e Melidoro hanno sottolineato la natura sociale e sindacale dell'esperienza di Altragricoltura e della sua azione in un quadro drammatico di crisi a tutela delle aziende agricole, dei cittadini, delle comunità. Ed il collegio giudicante nell'emettere la sentenza di assoluzione per tutti gli imputati ha dato la sua motivazione: “Il fatto non costituisce reato”. Ma ecco Fabbris: “Il merito della corte è stato quello di ricondurre la questione alla sua sostanza ed ai fatti spogliandola di fantasiose ricostruzioni e pretestuosi teoremi. Dichiarando che “il fatto non costituisce reato” ha sentenziato che non ci sono state condotte illegali e che condurre attività sindacali non è reato. Abbiamo speso due anni, una grande quantità di denaro pubblico, risorse umane e tecniche per una vicenda che è partita dall'iniziativa di una procuratrice della Repubblica successivamente trasferita con provvedimento disciplinare dal Consiglio superiore della magistratura. Ed in questi due anni, purtroppo, le condizioni del Metapontino sono rimaste le stesse, la crisi delle aziende morde ancora, i rischi dell'intreccio fra la crisi economica e crisi sociale rischiano di diventare esplosivi”. Fabbris ha concluso informando che Altragricoltura ha convocato per la settimana prossima il suo esecutivo nazionale per preparare una forte iniziativa pubblica da tenere entro 30 giorni sulle questioni delle vendite all'asta e della crisi del settore primario.

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