LE DONNE ANTI CAPORALATO CON IL PREFETTO ARGENTIERI ED I PROTAGONISTI DEL PROGETTO PRESENTATO A POLICORO |
PRESENTATO
IL PROGETTO DELL'ASSOCIZIONE NO CAP (NO AL
CAPORALATO), DELLA RETE DI DISTRIBUZIONE MEGAMARK E DELL'ASSOCIAZIONE
DI ECONOMIA ETICA RETE PERLATERRA. SI TRATTA DELLA PRIMA FILIERA
BIO-ETICA CONTRO IL CAPORALATO DEDICATA ALLE DONNE. SONO GIÀ BEN 50
LE BRACCIANTI SOTTRATTE ALLO SFRUTTAMENTO. ALLA
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO, SVOLTASI NELLO STABILIMENTO DI
LAVORAZIONE DELLA OP ABA BIO MEDITERRANEA, HANNO PRESO PARTE IL
PREFETTO DI MATERA RINALDO ARGENTIERI, IL
PRESIDENTE DI NO CAP YVAN SAGNET, IL DIRETTORE OPERATIVO DEL GRUPPO
MEGAMARK FRANCESCO POMARICO, IL
PRESIDENTE DI RETE PERLATERRA
GIANNI FABBRIS, IL PRESIDENTE DI ABA BIO
VINCENZO SANTORO E LA BRACCIANTE AGRICOLA LUCIA POMPIGNA. IL
COMUNCIATO STAMPA INTEGRALE SULLA MANIFESTAZIONE È LEGGIBILE
CLICCANDO SUL LINK:
POLICORO,
28 LUGLIO 2020
– Cinquanta braccianti pugliesi e
lucane, fino a ieri vittime di sfruttamento, da oggi saranno
coinvolte nella prima filiera bio-etica contro il caporalato dedicata
alle donne.Il progetto ‘Donne braccianti contro il caporalato’ è frutto dell’intesa tra l’associazione internazionale anti-caporalato NO CAP (impegnata nel promuovere e valorizzare le aziende agricole che rispettano la legalità e i diritti dei lavoratori), il Gruppo Megamark di Trani (leader della distribuzione moderna nel Mezzogiorno con oltre 500 supermercati) e Rete Perlaterra (associazione e rete tra imprese che promuovono pratiche agroecologiche di lavoro della terra).
LA CONFERENZA STAMPA DI POLICORO |
IAMME mira a contrastare il caporalato e, in generale, il lavoro irregolare nel settore agricolo – una piaga che non riguarda solo gli immigrati ma anche le donne braccianti del territorio - garantendo ai produttori un prezzo giusto per i loro prodotti e a lavoratori e lavoratrici il pieno rispetto dei loro diritti, a partire dall’applicazione dei contratti collettivi del lavoro.
Alla presentazione del progetto ‘Donne braccianti contro il caporalato’, tenutasi a Policoro, hanno preso parte il prefetto di Matera Rinaldo Argentieri, il sindaco di Policoro Enrico Mascia, il presidente di NO CAP Yvan Sagnet, il direttore operativo del Gruppo Megamark Francesco Pomarico, il presidente di ‘Rete Perlaterra’ Gianni Fabbris, il presidente di Aba Bio Mediterranea Vincenzo Santoro e la bracciante Lucia Pompigna.
Le lavoratrici del territorio coinvolte nel progetto raccoglieranno uva da tavola biologica nelle terre di Ginosa (Taranto), successivamente confezionata nell’impianto di Aba Bio Mediterranea di Policoro (Matera), e distribuita dal Gruppo Megamark nei supermercati a insegna A&O, Dok, Famila, Iperfamila e Sole365 del Mezzogiorno con il bollino ‘Nocap’ e il marchio etico e di qualità ‘IAMME’. I prodotti biologici IAMME - Nocap sono già presenti sugli scaffali dei supermercati del Gruppo con una linea di rossi (passate, pelati, salse pronte) e una di prodotti freschi ortofrutticoli.
Si stima una produzione di circa 950 mila confezioni da mezzo chilo di uva per un fatturato atteso di circa un milione di euro. La raccolta dell’uva avverrà fino a novembre, tuttavia sarà garantita continuità lavorativa anche nei sei mesi successivi con la raccolta degli agrumi. Oltre a un contratto di lavoro dignitoso – che prevede 6,5 ore di lavoro e una paga giornaliera di 70 euro lordi (contro le 10 ore lavorative imposte dai caporali per una paga di 30 euro, oltre al costo del trasporto spesso su ‘furgoni della morte’) - le lavoratrici avranno a disposizione un alloggio e il trasporto gratuito verso i luoghi di lavoro. I mezzi di trasporto, due van, sono stati acquistati dall’associazione NOCAP grazie a una raccolta fondi che ha coinvolto tanti donatori.
Una rivoluzione per un territorio complicato, quello compreso tra il Metaponto e il Sud della Puglia, in cui si stima siano oltre trentamila le donne braccianti potenziali vittime dello sfruttamento e della moderna schiavitù.
“Con questa iniziativa – ha dichiarato Yvan Sagnet, presidente dell’associazione NOCAP – vogliamo innanzitutto ricordare che il caporalato è un fenomeno trasversale che colpisce non solo gli immigrati, ma anche gli italiani, in particolar modo le donne. Assumere 50 donne che fino a ieri erano sfruttate significa tutelare i loro diritti, sottrarre al caporalato il controllo della manodopera e alimentare il circuito del lavoro legale della nostra filiera etica. È chiaro che questo percorso potrà crescere se ciascuno di noi farà la sua parte, a partire dalle scelte di consumo dei cittadini"
SAGNET, A DX, COL PREFETTO ARGENTIERI |
GIANNI FABBRIS |
Gli attori della filiera
Il Gruppo Megamark di Trani è la realtà leader del Mezzogiorno nella distribuzione moderna con 1,7 miliardi di vendite alle casse nel 2019, oltre 5.500 addetti e più di 500 punti vendita serviti a insegna Dok, Famila, Iperfamila, Sole365 e A&O. Attraverso la Fondazione Megamark promuove iniziative in ambito sociale, culturale e ambientale nei territori in cui opera.
L’associazione internazionale NO CAP è stata creata da Yvan Sagnet nel 2011 successivamente alla prima protesta di braccianti per le condizioni di vita e di lavoro avvenuta a Nardò, in provincia di Lecce. In prima linea per tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori, è attiva nella lotta al caporalato, mette l’essere umano al centro rispetta l’ambiente e valorizza i prodotti del territorio.
Rete Perlaterra è un’associazione che, applicando i principi contadini della sovranità alimentare, promuove le pratiche agroecologiche di lavoro della terra e di produzione del cibo buono, con alla base alti contenuti etici e sociali. È anche una rete d’imprese agricole e della trasformazione impegnate a creare economia circolare e garantire con il proprio lavoro una prospettiva di giustizia.
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