CORSIVO DI PRIMA PAGINA
LA GAZZETTA
DEL MEZZOGIORNO 3.7.15
No al petrolio nel mar Jonio, culla
della Magna Grecia e speranza di sviluppo ecosostenibile. Ne sono
convinti, almeno a parole, gli esponenti politici delle regioni
affacciate sul Golfo di Taranto, Puglia, Basilicata e Calabria. Gli
amministratori locali, poi, ed i “quattro comitatini”, come il
premier decisionista Matteo Renzi apostrofò i movimenti “No triv”,
da tempo hanno pronunciato il loro “Vade retro petrolio”. Non
abbiamo sentito ancora la voce di sindacalisti o di organizzazioni
professionali. Hanno parlato, decisamente contro, gli operatori
turistici. Chi ha vissuto, però, la battaglia con cui la Basilicata
sconfisse il Governo di Silvio Berlusconi, altro decisionista,
quando, nel novembre 2003 aveva decretato di ubicare il cimitero
atomico d'Italia a 500 metri dalla spiaggia di Terzo Cavone, sa che
si trattò di un crescendo. Un'altra “Scanzano” si profila
all'orizzonte. Soprattutto se, dopo quella alla Enel Longanesi, il
Governo rilascerà altre autorizzazioni a ricercare idrocarburi dai
fondali jonici. E con la tecnica ritenuta “assassina” dell'Air
gun. La decisione del sindaco di Policoro, Rocco Leone, di effettuare
uno sciopero della fame ad oltranza contro le trivelle nello Jonio
può essere un'altra puntata nella escalation della “Scanzano”
prossima ventura.
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