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mercoledì 22 luglio 2015

LE REAZIONI. L'ON. LATRONICO (FI) E ANGELO TORTORELLI (PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI MATERA): “NOI DICIAMO NO PER TUTTA LA BASILICATA”

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 22.7.15


Siamo contrari a priori alla localizzazione del Deposito unico delle scorie d'Italia in qualsiasi area della Basilicata. Siamo nettamente contrari. Non c'è bisogno che ce lo chiediate”. Così, quali all'unisono, hanno risposto l'on. Cosimo Latronico (FI) ed Angelo Tortorelli, presidente del Consiglio comunale e della Camera di commercio di Matera, alla nostra domanda sulla possibilità che siti della nostra regione, segnatamente Matera e la Murgia, siano state inserite nella Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) come adatte ad ospitare il Deposito. Carta che, a fine agosto dovrebbe (condizionale sempre d'obbligo) essere consegnata dai ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente alla Sogin spa, la società pubblica che l'ha redatta, che a settembre dovrebbe renderla nota. Seguiranno altri passaggi sino al giugno 2016 quando la mappa dovrebbe essere resa definitiva. Sogin ed il Governo, inutile negarlo, sperano in auto candidature. Che da noi, par di capire, non ci saranno. Latronico: “Vogliamo la Basilicata denuclearizzata. Dovunque siano le aree individuate nella nostra regione dalla Cnapi noi diciamo no. E le barre di Elk River, custodite nella piscina dell'Itrec di Rotondella, tornino negli Usa. Tutta la regione sia esclusa da questa scelta. Disponibile a fare di nuovo le barricate come a Scanzano Jonico”. Tortorelli: “La mia posizione personale, prima da cittadino e poi da esponente delle istituzioni, è nettamente contraria ad eventuali Depositi nucleari sulla Murgia. Non vogliamo fare di Matera capitale della cultura 2019 una pattumiera a Sud di trivelle petrolifere ed a Nord di scorie radioattive. Siamo contrari a priori ad ogni possibile ipotesi di localizzazione sia pur prevista nella Carta consegnata due giorni fa dall'Ispra al Governo”.


IL CASO SCANZANO DEL 2003 PESA SULLE SCELTE DEL GOVERNO


La “lezione” di Scanzano Jonico pesa sulle scelte del Governo Renzi per l’ubicazione del cimitero atomico nazionale. La battaglia del centro lucano, che si ritrovò nel 2003 all’improvviso invaso (potenzialmente) da scorie radioattive e che costrinse il Governo Berlusconi terzo a far dietro front, ha fatto cambiare iter. Prima i criteri di esclusione
dell'Ispra, poi quelli di approfondimento, sino ad una Carta le aree potenzialmente idonee (Cnapi). Il tutto, secondo le intenzioni, nella massima trasparenza, pur se la Cnapi è ancora top secret, e consultando ogni parte in causa. Non trascurando auto candidature. Che, si spera, ci siano. Per ora ci sono state solo auto sollevazioni di aree, Murgia compresa, in cui si è avuto il “sentore” di una localizzazione di Parco tecnologico e Deposito. Un investimento che Sogin stima in 1,5 miliardi di euro, con 1.500 occupati l'anno per 4 anni e 700 posti di lavoro per la gestione. Ma la scelta del sito non sarà a stretto giro pur dopo, forse a settembre, la Carta di quelli potenzialmente idonei verrà resa pubblica. Nei successivi 4 mesi, ci sarà un dibattito pubblico con la consultazione dei soggetti interessati, a partire dalle comunità locali. L'obiettivo è una scelta condivisa. Il Governo vuole evitare una riedizione delle proteste proprio tipo Scanzano Jonico che si oppose al Deposito nelle miniere di salgemma di Terzo Cavone, a 500 metri dallo Jonio. Con questo nuovo approccio, che prevede tra l'altro incentivi al territorio che convivrà con il Deposito, si vuole spiegare sia che tutto sarà fatto in massima sicurezza sia che ci saranno vantaggi economici e scientifici. Dopo un seminario nazionale in autunno, ci sarà un nuovo screening dei siti per arrivare al giugno 2016 alla Carta delle aree idonee. Ci saranno auto candidature?

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